Alla scoperta di quel pezzo di Appennino che separa l’Emilia dalla Toscana, tra castelli antichi, fiumi dalle acque pulite e invitanti, borghi pieni di leggende e le terre della Lunigiana dove vissero popolazioni dalle usanze misteriose.
Ci sono viaggi nati per caso, quasi per sbaglio. Come questo, nel Parmense e nella Lunigiana.
Siamo partiti da Milano un sabato mattina presto per un weekend al mare. Un’interruzione dell’autostrada ci ha fatto cambiare programma, improvvisando un itinerario abbiamo scoperto luoghi che non avevamo mai considerato. Uscita a Fiorenzuola e andiamo verso le colline!
Un salto nel passato
Appoggiato sulle prime colline tra Piacenza e Parma, Castell’Arquato è un borgo medioevale praticamente intatto.
Sfogliamo rapidamente la nostra guida per non arrivare completamente impreparati. Il paese e il castello meritano una sosta e l’effetto “macchina del tempo” funziona a meraviglia con un salto di cinquecento anni indietro nel tempo. Le mura merlate del castello Stradivari danno il benvenuto al visitatore. Un’ala del castello ospita il ristorante nelle stesse stanze dove tre secoli fa in un laboratorio di Stradivari prendevano forma i legni pregiati dei suoi violini. È presto per mangiare e la passeggiata continua passando sotto il portale del castello. A sinistra c’è la Cappella Ducale di S. Stefano, ma noi ci fermiamo solo in cima alla strada che termina in Piazza della Rocca Viscontea, con la tipica struttura medioevale situata sul punto più alto del colle. Bellissima e suggestiva, vale da sola il viaggio! Qui c’è la Rocca, a strapiombo sul torrente sottostante, risalente al 1343, il Palazzo del Podestà e una bellissima basilica romanica, la Collegiata di Santa Maria, vera protagonista della piazza costruita in pietra arenaria locale. La sua storia è antecedente agli altri edifici. Risale infatti al 758, anche se a seguito di un terremoto ha preso la forma che vediamo dal XII secolo. All’interno ci sono 14 pilastri anch’essi in arenaria e alcune opere d’arte interessanti come la cappella affrescata di S.Caterina del 1300, la cappella centrale del 1630 in stile barocco ed il Battistero con al centro una vasca circolare in tufo. Nel Chiostro del 1300 alcune sale sono adibite a museo con testimonianze delle epoche passate del paese: reliquie religiose, libri antichi, resti di tombe, anfore e affreschi di varie epoche. Nella parte bassa del paese, il Palazzo Ducale risalente al 1292 ed il torrione costruito interamente in mattoni di laterizio. La bella improvvisata volge al termine, ma non torniamo sulla strada maestra.
Preferiamo continuare in direzione di Bore, quindi, passato il passo del Pellizzone a circa 1000 metri di altitudine, ridiscendiamo verso Bardi. La strada è superba, le colline dolci con i casolari costruiti in sasso e mattoni pieni sono dolci visioni come la quiete dei paesi che attraversiamo. Bardi ci propone un altro castello imponente, ma preferiamo ridiscendere lungo il Ceno. Il fiume forma delle anse attraenti, alcune sono raggiungibili anche in camper. Per la serata puntiamo su Parma, città che conosciamo ma che rivisitiamo sempre volentieri. Le biciclette che abbiamo portato con noi sono provvidenziali per una passeggiata nella nobile città emiliana. E infatti lasciato il camper in un parcheggio alla periferia lungo la Via Spezia, in pochi minuti raggiungiamo il centro. Sarà una visita breve che ci vedrà ripercorrere le strette vie, detti “borghi”, i portici e le piazze e infine gustare un gelato in Piazza Garibaldi, godendoci la vivacità della “vita di provincia”, un po’ invidiata dai milanesi.
Parma
Qualità della vita, indiscussa, bellezza e vivacità culturale.
Parma ha mille volti: è ricca ma godereccia, antica e industriosa, un po’ chiusa in sè stessa forse. Ma al visitatore si presenta come una città vitale attraversata da migliaia di biciclette che passano accanto a monumenti maestosi, a case signorili. Era la città di Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone I, la quale governò il “Ducato” tra il 1816 e il 1847. Ancora oggi è venerata dai parmensi come una sorta di Lady D. Applicò un buon governo, fu saggia, mantenne il Codice napoleonico, tollerante verso i patrioti dell’Italia unita e protesse e incoraggiò le arti in città. Fu durante quegli anni felici per la città che si inaugurò il celebre Teatro Regio (ai tempi chiamato Ducale), ancora oggi orgoglio cittadino. Quando morì, le successe Carlo Ludovico di Borbone, che dopo solo un anno abdicò spinto dalle sommosse popolari, e Parma entrò a far parte del Regno di Sardegna, preludio all’unità. È la città di Verdi, dei festival teatrali e musicali. Se avete poche ore fate un giro in centro e godetevi il bellissimo Duomo e sulla stessa piazza il Battistero. Il primo è tra gli edifici ecclesiastici romanici più belli d’Italia, fu costruito nel 1059 e completato il secolo successivo. Il campanile, al contrario richiama lo stile gotico. Se all’esterno è avvincente, l’interno vi meraviglierà. La magnifica cupola è affrescata dal Correggio, mentre sulla navata sinistra ammirerete una “Deposizione” di Benedetto Antelami, il bassorilievo capolavoro di questo artista da scoprire con grande attenzione per i minuscoli particolari. Antelami fu anche l’architetto del Battistero che troneggia come una torre tronca a pochi metri dal Duomo e interamente rivestito in marmo rosa di Verona. All’interno si apprezza la cupola affrescata con sedici nervature che vanno a finire su altrettante colonne. Chi ama l’arte non può perdersi la Galleria Nazionale di Parma presso il palazzo della Pilotta anch’esso a pochi minuti dal Duomo. Qui sono conservate opere di personaggi del calibro di Leonardo da Vinci, del Correggio e del Parmigianino. Una pedalata per la città vi porterà anche nel Parco Ducale ma vi consiglio pure di perdervi nei dedali di viuzze respirando l’aria di “Parma di una volta”. A giornata conclusa partiamo verso la collina, in direzione Langhirano, terra di prosciutti ma ci fermiamo a Torrechiara per vedere un castello a dir poco da fiaba. Anche qui hanno previsto i parcheggi per i camperisti. Ne approfitteremo per pernottare all’ombra del maniero!
Torrechiara
Un castello suggestivo e perfettamente conservato risalente al XV secolo.
Visto da lontano sembra finto. Torri e torrioni armonici tra loro. Assomiglia moltissimo alle fortezze giocattolo che a Natale fanno la felicità dei nostri figli e dissanguano il nostro portafoglio. Il paesaggio circostante di dolci colline verdeggianti rende l’atmosfera davvero fiabesca. Credo che questo castello sia tra i più belli da noi visitati per il fatto di avere il fascino della fortezza militare antica con i suoi ingegnosi sistemi difensivi, e, al tempo stesso, il suo interno non è austero come spesso accade per i forti militari. Fu costruito dal conte Pier Maria Rossi a metà del 1400 per dominare la Val Parma con le sue guarnigioni ma anche come sua residenza. La visita all’esterno piacerà ai vostri ragazzi: tra cinta murarie e torri ci si aspetta che spunti da un momento all’altro un armigero a chiederci conto della nostra intrusione. Le sale interne sono deliziose, in particolare la “Camera d’Oro”, affrescata da Benedetto Bembo, in onore dell’amore tra il Conte Rossi e la sua sposa Bianca Pellegrini, ma anche per rappresentare la potenza del casato attraverso la raffigurazione di tutti i castelli del feudo.
Pontremoli e le altre
Entriamo nell’affascinante Lunigiana, un angolo di Toscana ancora poco visitata
Lasciamo la fortezza e ci inoltriamo verso il cuore dell’Appennino seguendo il corso del fiume Parma. Arriviamo allo spartiacque, il crinale che separa l’Emilia e la Toscana. Qui c’è il parco dei Cento Laghi, in questa occasione non ci fermiamo ma consigliamo vivamente il trekking facile e praticabile da tutti alla scoperta dei bei laghi di montagna. Noi proseguiamo verso Berceto dove imbocchiamo la Statale della Cisa che dopo l’omonimo passo ci porta a Pontremoli, nel cuore della Lunigiana. Anche questa terra è caratterizzata dalla presenza di tanti castelli e di borghi suggestivi. Le montagne sono boscose, spesso a castagno, e oltre al gustoso frutto autunnale rendono questa terra celebre per i suoi porcini. Chi ama la storia antica troverà qui tracce di un antico popolo fiero e guerriero. Hanno lasciato misteriose statue stele, raccolte nel Museo del castello del Piagnaro di Pontremoli. Nell’ultima fase della loro storia, gli Apuani lottarono tenacemente contro l’espansione di Roma. Si allearono anche con Annibale e quando, alla fine dovettero arrendersi per la loro esiguità numerica, furono deportati in massa nel Sannio, quella regione interna che ora abbraccia Molise, Abruzzo, Puglia e Lucania. La Lunigiana fu ricolonizzata dai romani e da altre genti. A quel periodo risale anche il nome del territorio, vale a dire da Luni, la colonia fondata dai Romani nel 177 a.C. alla foce del fiume Magra. Siamo già nella zona delle cave del marmo e si capisce il motivo di tanta attenzione da parte dei romani per questa area che forniva in abbondanza la nobile pietra, oltre a garantire il passaggio verso la Liguria e la Gallia. Un aneddoto rende bene l’idea: Luni era così riccamente decorata di marmi che quando calarono i Normanni si dice che questi pensassero di essere già arrivati a Roma.
Pontremoli è oggi il centro più importante della Lunigiana, il camper si parcheggia facilmente nel parcheggio sul greto del Magra, e da li si inizia una piacevole passeggiata per il paese sino a salire nel Castello del Piagnaro. Questo ospita il museo delle statue stele e permette di documentarsi su quanto è stato scoperto delle antiche genti. Purtroppo prima le rappresaglie romane e poi l’accanimento dei cristiani verso l’idolatria, hanno distrutto moltissime di queste opere d’arte antiche. Altro monumento interessante da vedere in centro è la Torre del Cacciaguerra, detta il Campanone. Costruita nel 1322 per volontà di Castruccio Castracani, era parte integrante di una vera e propria fortezza che separava in due la città, lacerata dalle sanguinose lotte tra guelfi e ghibellini. La torre divide Piazza della Repubblica, da Piazza del Duomo. Da qui raggiungiamo anche il suggestivo antico ponte della Cresa con la caratteristica struttura a schiena d’asino e uno dei simboli di Pontremoli.
La Lunigiana era ed è attraversata dalla via Francigena e molte sono le testimonianze storiche: abbazie, ostelli, badie sparse per le sue campagne. Ma il tempo a disposizione è poco e sono almeno una ventina solo le rocche che meritano un po’ di attenzione. Ci ripromettiamo di tornare in questa zona per approfondire quanto lasciato in sospeso, ma abbiamo ancora il tempo di fermarci a Villafranca, sempre lungo la statale della Cisa. È un piccolo centro dove si conservano ancora parti dell’antico borgo medioevale sviluppato lungo la Via Francigena. Si può immaginare come doveva essere un tempo attraverso i ruderi del Castello dei Malaspina, della chiesa di San Francesco e quella di San Nicolò, contemporanea del castello ma di quei tempi è sopravvissuto solo il campanile. Da Villafranca proseguiamo lungo la Statale della Cisa in direzione di La Spezia e poco prima di Aulla, in località Terrarossa, siamo attirati da un altro centro che promette di svelarci un altro pezzetto di storia. Le aspettative non sono deluse: troviamo un imponente castello costruito nel XVI, attorno al quale furono edificate successivamente le abitazioni del borgo circostante.
Il tempo stringe, qualche foto e siamo di nuovo in viaggio, verso Sarzana, dove finalmente troviamo il profumo del mare, anche se il week end balneare è rimandato a data da destinarsi. Ci consoliamo visitando la bellissima cattedrale, rivestita di marmo bianco. Risale al 1200 quando Sarzana divenne sede vescovile. In questa bella cittadina vale la pena andare a vedere la Fortezza Firmafede o Cittadella, realizzata sui ruderi della precedente per ordine di Lorenzo de’ Medici impiegando i migliori architetti militari fiorentini dell’epoca, mentre sulla collina si trova la Fortezza di Sarzanello o di Castruccio Castracani da cui ammirare il bel panorama sulla cittadina e la vallata del Magra fino al mare. Il sole sta per tramontare e portiamo il camper fino a Montemarcello, sopra Lerici. Qui ci godiamo la vista dall’alto sul Golfo di La Spezia, poi sarà solo autostrada.
COSA MANGIARE
I buon gustai potranno apprezzare la cucina di questa parte d’Italia particolarmente fortunata. I prodotti della cucina parmigiana sono arcinoti. Il prosciutto di Parma, per esempio. Passando da Langhirano l’incredibile numero di prosciuttifici da la misura di questa cultura. Nei prosciuttifici, spesso, è presente anche lo spaccio aziendale che permette di acquistare il prelibato prodotto ma anche i celebri salami di Felino, compagni ideali per uno spuntino sul camper accompagnandoli con schegge di Parmigiano Reggiano che negli spacci dei caseifici potrete trovare anche con la poco diffusa stagionatura a 36 mesi. Il Culatello di Zibello e la Spalla cotta di San Secondo sono altre prelibatezze però più diffuse nella bassa parmense. Se trovate un buon ristorante con i piatti della tradizione, non perdetevi i Cappelletti o anolini in brodo, Tortelli di Erbette, Gnocchi di Patate e Bomba di Riso. Verso la montagna vere prelibatezze sono i tortelli di patate o quelli di castagne. Sempre in zona appenninica, specie nel periodo dei porcini, potrete fare scorpacciate del nobile fungo, ottimo fritto o in sugo o a condimento delle carni. Come secondi piatti tipici si possono citare tra i più importanti: Stracotto di Manzo o Cavallo, Trippa parmigiana, Duchessa di Parma ripiena del famoso Parmigiano Reggiano, Vécia peperonata con patate e carne. Celebri dolci di questa zona sono: Scarpette di Sant’Ilario, dolci di pasta frolla a forma di scarpa, e Violette di Parma glassate.
Passando dall’altro versante dell’Appennino, la presenza dei funghi porcini viene affiancata da altri piatti più in odor di Liguria e di Toscana. Tra questi, i testaroli, una pastella prima cotta nei “testi” e poi tagliata a quadrati e bollita. Gnocchi di farina di grano e di castagno, ripieni di erbe, torte di erbe, di porri, di riso e cipolle, di patate e porri; funghi ripieni nei tradizionali testi. Pontremoli, ma in generale tutta la Lunigiana è ricca di trattorie con i menù della tradizione.
SOSTA CAMPER
Castell’Arquato : parcheggio in Strada di Circonvallazione, nella parte alta del paese con fontanella d’acqua e servizi e in Viale Remondini angolo Via Roma lungo il fiume.
Parma: aree sosta
Torrechiara: parcheggio misto in Strada Mulino 12
Pontremoli: in via del Seminario GPS N 44.3766, E 9.88164. Nelle vicinanze, Area Agricampeggio La luna e il Falò a Careola Telefono: 320 555 5561
Casola di Lunigiana: AA in Via della Stazione – Loc. Equi Terme GPS: 44°12’5.070” N – 10°10’40.130” E
Sarzana: parcheggio della stazione, dove è reperibile l’acqua. Ampia area sosta a Marinella di Sarzana (a 12 km da Sarzana, sul mare) con 150 posti su sterrato e ghiaia, ombreggiato,carico-scarico acqua, sosta consentita per 2 giorni.
Numerosi i campeggi, comodi e ombreggiati nei dintorni di Sarzana (Porto Turistico Residence Marina 3b Iron Gate, CampingRiver, Camping Senato Park)