Il Salone del Camper ci spinge a Parma. Un weekend impegnativo ma anche un’occasione per conoscere e assaporare un po’ del territorio della bassa parmense, terra verdiana e di eccellenze gastronomiche… Un lembo di Pianura Padana pieno di sorprese.
Arrivare alla fiera del resto già ci spinge verso quella terra così bassa e dove è ancora così forte il legame con l’agricoltura. Diciamo la verità: i padiglioni della fiera sembrano un po’ una cattedrale nel deserto… Se non fosse per l’adiacente autostrada e la linea ferroviaria dell’alta velocità si potrebbe pensare di aver sbagliato luogo. Mentre cerchiamo l’ingresso giusto per entrare, non è difficile scorgere un trattore che ara il campo a fianco alla strada, sollevando quel caratteristico odore di polvere che ha la terra a fine estate, quando ha dato tutto quello che doveva all’uomo e ora non chiede che essere rovesciata per bere le piogge autunnali che non tarderanno ad arrivare e cullare durante l’inverno i semi germogliati del grano.
Non occorre fare molti chilometri dalla fiera per scoprire il mondo della bassa parmense: un mondo che porta addosso i segni di un’antica nobiltà ma anche di lavoro duro, di testarda coerenza emiliana che ha trasformato questa terra in oro verde. Qui non si vedono le sterminate distese di mais come a nord del Po: il consorzio del Parmigiano Reggiano parla chiaro in proposito, le vacche che producono il prezioso latte devono mangiare solo fieno e sfarinati di cereali, nessun trinciato fermentato… E non azzardatevi a dire, se non volete essere presi a male parole, che nel cremonese fanno il Grana Padano con qualunque latte. Poi salendo verso il Po ecco la strada del Culatello, prelibatezza della salumeria da accompagnare con qualche pezzo di torta fritta calda, parente stretto dello gnocco fritto reggiano, ma guai a confondere le carte in tavola: qui il campanilismo è qualcosa di profondo, l’identità territoriale è forte, l’originalità anche. Parma Calcio appassiona, certamente, ma intanto sul territorio ci sono quattordici squadre di rugby, nelle altre province emiliane ci sono solidi distretti industriali, qui tutto è legato all’agricoltura e all’alimentare, anche le industrie di trasformazione e le aziende che producono le macchine per l’industria di trasformazione. Insomma, la provincia di Parma è un mondo a parte, cortese e godereccio, dove spesso nelle campagne le case coloniche non hanno, come altrove, alcuna recinzione, semplicemente emergono dai prati in fondo a un vialetto. Esplorate, prendete le strade secondarie, lasciate il camper in uno qualsiasi dei centri della bassa e inforcate le biciclette, assaporate i piatti delle trattorie, godete della erre arrotondata di questa parlata, diventate “parmsen” per uno o due giorni.
Fontevivo e Fontanellato
Tra le cose belle da vedere non lontano dalla fiera c’è Fontevivo, oggi celebre per il vastissimo terminal intermodale, ma quasi novecento anni fa per l’abbazia fondata dal monastero di Chiaravalle della Colomba.
Del complesso la chiesa conserva ancora l’aspetto originale romanico, anche se la facciata venne rifatta nel ‘400. L’interno, molto severo, a tre navate, custodisce il mausoleo di Ferdinando di Borbone, duca di Parma, morto proprio a Fontevivo nel 1802. Dove era il convento c’è l’interessante Villeggiatura del Collegio dei Nobili, una sorta di “resort ante litteram” settecentesco, destinato a ospitare in estate la nobiltà del Ducato. Per vedere affreschi pregevoli, poco distante entrate nella seicentesca chiesa dei Cappuccini.
Oltrepassiamo l’autostrada e siamo a Fontanellato, grazioso comune con il centro storico caratterizzato dai porticati e al cui centro troneggia la Rocca Sanvitale con il suo fossato pieno d’acqua. La rocca è visitabile tutti i giorni tra le 9.30 e le 11.45 e nel pomeriggio tra le 15 e le 18.15. Attenzione, se ci andate tra ottobre e marzo il lunedì non è visitabile e l’orario pomeridiano finisce alle 17. È uno dei più bei tesori che custodisce la bassa, perfettamente conservata nel suo aspetto medioevale e artisticamente ricca di affreschi, tra i quali spicca un ciclo del Parmigianino. Quattro torri angolari, mura merlate e all’interno la sala d’Armi che custodisce una collezione di armi antiche e i vari ritratti di famiglia. Passando da una sala all’altra ammirerete soffitti e pavimenti pregevoli, cimeli di Maria Luigia, arredi realizzati tra il seicento e l’ottocento, bellissimi affreschi e la curiosa Camera ottica, al cui interno, grazie a un sistema di specchi si vede riflessa la piazza del Paese.
La rocca ospita diverse manifestazioni. In particolare, nel periodo del Salone del Camper, sabato 13 settembre c’è alle 20.30 Toni d’Antico, la visita guidata a lume di candela con degustazione finale a base di salumi e suggestivo accompagnamento musicale con antichi strumenti. (Prenotazione obbligatoria, 23 euro, tel. 0521 829055, iat@fontanellato.org). Domenica 14 settembre c’è invece una degustazione di mieli (visita e degustazione 12 euro) e intorno alla rocca stand gastronomici. Interessante lo stesso giorno il Gusto del cammino, alla scoperta del centro storico con degustazioni (info tel. 0521 829055). Un’occasione per ritornare con i bambini è il baby halloween che si svolgerà a partire dalle 14.30 il 26 ottobre, (tel.0521.829055).
Se proseguite per qualche chilometro verso San Secondo, troverete in paese un’altra fortificazione, la Rocca dei Rossi, ridimensionata nella ristrutturazione dei primi del 900 ma comunque molto suggestiva negli interni. Le visite sono guidate, con inizio a ogni ora. È possibile partecipare alla visita guidata notturna ogni ultimo sabato del mese (info tel. 0521 873214 – 0338 2128809 – 0340 7373460). Lascia a bocca aperta la sala delle Gesta Rossiane, interamente affrescata attraverso una dozzina di riquadri che evocano gli episodi gloriosi dei vari membri della famiglia Rossi. San Secondo è celebre anche per un salume spesso interpretato come il parente povero del prosciutto cotto, ma che vi assicuro qui riacquista una dignità regale: la spalla di maiale. Trattorie, ma a volte anche le semplici salumerie, la tagliano calda al coltello; si accompagna con pane, meglio se con la torta fritta, e con un vinello frizzante locale, molto poco impegnativo ma estremamente piacevole, la Fortana o Fortanina.
Soragna
Da San Secondo ci spingiamo in direzione Soragna. Passerete da una frazione, Carzeto, dove si invita il visitatore verso una celebre fontana.
In realtà la scorgerete a malapena lungo la strada, ma fermatevi a riempire qualche bottiglia. Si tratta di una fontana della giovinezza, il cui risultato è garantito a patto di non fermarsi a mangiare nella trattoria adiacente: il cibo è ottimo, ma la tradizione locale in fatto di grassi annulla sicuramente gli effetti dell’acqua appena raccolta. A voi la scelta su quale filosofia di vita seguire. Arrivati a Soragna trovate le indicazioni per il parcheggio camper. Il centro è distante poche centinaia di metri. La passeggiata in paese si risolve in una vasca lungo la via centrale fatta di case basse con il portico. Il gioiello di Soragna è la Rocca dei Meli Lupi, ancora oggi abitata dai discendenti della famiglia che hanno però aperto alle visite buona parte delle sfarzose sale barocche. Infatti, se originariamente nel 1300 era definita “inespugnabile”, assunse con la fine del medioevo l’aspetto di dimora signorile. Questo non la liberò certo dal suo fantasma, quello della povera Cassandra Marinoni, sposa del Marchese Diofebo II, qui uccisa e che non ottenne mai giustizia. Ma state tranquilli: Donna Cenerina, così è chiamata dai soragnesi, appare soprattutto ad annunciare le disgrazie ai suoi discendenti. Per contatti, non con il fantasma ovviamente, tel. 0524 597978, www.roccadisoragna.it
Prossima tappa verso i luoghi verdiani, ma prima fate una disgressione alla frazione Diolo. Arrivando la splendida chiesa in stile gotico dedicata a Santa Caterina vi apparirà come una “cattedrale nel deserto”, mentre presso la torre campanaria ha sede il piccolo Museo Giovannino Guareschi (Centro del Boscaccio tel. 0521 876671) che ben racconta l’ambito che ispirò il celebre scrittore della bassa celebre per le saghe di Don Camillo e Peppone.
I luoghi verdiani
Spostandoci verso Busseto passeremo per Roncole Verdi, una piccolissima frazione dove è visitabile la casa natale di Giuseppe Verdi.
L’umile dimora del maestro è stata recentemente riaperta dopo lunghi lavori di restauro (tel. 0524 97450 – 0524 92487). Roncole ospita anche un centro studi permanente su Giovanni Guareschi. Quindi, proseguendo la nostra strada eccoci a Busseto, una sorta di capitale “verdiana”. La passeggiata è storicamente interessante: questo centro agricolo, fu infatti nel medioevo capitale del piccolo stato dei Pallavicino. Magari partendo proprio da Piazza Giuseppe Verdi, sulla quale si affaccia la Rocca, la collegiata di S. Bartolomeo, il palazzo del Comune, e con al centro il monumento in bronzo dedicato al musicista. La Rocca risale al 1250 ma fu completamente rifatta nel 1800 a imitazione dello stile gotico. E se un tempo aveva sei torri circolari, oggi ne ha due angolari merlate e al centro l’imponente torre dell’Orologio. Nell’interno hanno sede il Municipio e il Teatro Verdi. Una passeggiata lungo la porticata Via Roma è un vero viaggio nei luoghi verdiani: c’è palazzo Barezzi, casa del suocero di Verdi che fu il suo primo mecenate – al primo piano un salone è arredato con oggetti dell’epoca. Quindi Palazzo Orlandi, che fu proprietà di Verdi e oggi sede del Museo dei Cimeli verdiani. Sulla stessa Via anche il palazzo del Monte di Pietà dove ha sede l’antica biblioteca del Monte con i suoi oltre 35mila volumi, la seconda per importanza della provincia. Fuori dal centro andremo a Villa Pallavicino che ospita il Museo Nazionale Giuseppe Verdi (www.museogiuseppeverdi.it).
Lungo il Po
Il nostro viaggio nella bassa continua lungo il Po, o meglio sotto i suoi argini, dove protetti sono sorti nei secoli i villaggi della civiltà del Grande Fiume, a volte veri potentati agricoli.
Passeremo da Polesine Parmense, un tempo porto commerciale e oggi base per interessanti gite domenicali in battello sul Po (www.vapensieroviaggi.com), Zibello che tutti associano al culatello, lo speciale salume fatto con la parte alta della coscia del maiale (con il resto si fa il fiocchetto) e che stagiona lentamente nelle umide cantine dalla bassa. Ma Zibello conserva ancora segni del suo importante passato, basta andare in piazza Garibaldi per vedere l’imponente palazzo Pallavicini: lungo i capitelli del colonnato è raccontata la storia del paese, dalle pestilenze del 600 alle periodiche piene che hanno portato morte e distruzione. In piazza Mazzini si ammira, invece, la collegiata dei Ss.Gervaso e Protaso, mentre in via Roma nell’ex convento dei domenicani è ospitato il Museo del Territorio e della Civiltà contadina, che apre su appuntamento (tel. 0524 99124). A settembre e ottobre si svolgono, con partenza da Zibello, numerose iniziative. Al momento della stesura di questo articolo non è ancora stato definito il programma, ma l’associazione Strada del Culatello (www.stradadelculatello.it) pubblicherà a breve sul suo sito i dettagli per la partecipazione. Continuando il nostro viaggio tra argini che seguono i capricci del fiume arriviamo a Roccabianca, altro centro molto carino con la sua bella piazza porticata (Piazza XX settembre) e il suo castello quattrocentesco in parte visitabile con guide (tel. 0521 374065).
Proseguendo incontriamo Sissa, e anche qui emerge sul profilo di case basse la torre quadrangolare di un castello. Se fate una sosta visitate nel castello in quella che oggi è la sala del consiglio comunale il bell’affresco settecentesco che rappresenta il giorno che scaccia la notte. Inoltre, in una stanza della rocca è custodito un raro esemplare di orologio molto antico in ferro forgiato perfettamente funzionante (info tel. 0521 679119).
Il nostro viaggio lungo il Po termina a Colorno, la cittadina più importante della bassa parmense e che nel 700 veniva definita la piccola Versailles in quanto residenza estiva dei duchi di Parma. Il maestoso Palazzo Ducale sorge nei pressi di uno dei due ponti sul fiume e affaccia sulla piazza principale. Il Duca Francesco Farnese nel 700 commissionò i grandi lavori che conferirono alla rocca l’attuale aspetto. La visita alla reggia è solo guidata (info e prenotazioni Reggia di Colorno tel. 0521 312545, reggiadicolorno@provincia.parma.it). Prima di lasciare Colorno non perdete una visita all’Aranciaia, edificata dai Farnese nel 1712: era la grande serra dedicata alle piante di agrumi che poi in estate venivano collocate nel parco della reggia. Oggi questo edificio ospita l’originale Museo dell’Ingegno Popolare e della Tecnologia Preindustriale. Monumentali impianti idrovori, antichi strumenti per la caccia e la pesca, macchine tipografiche e molto altro. Il museo è in Piazzale Vittorio Veneto 19 e per visitarlo occorre prenotare allo 0521 816939.
Un oasi nella bassa
Lasciamo gli argini del Po e ritorniamo verso la zona della fiera. Ma all’altezza di Torrile c’è qualcosa di davvero interessante per gli amanti della natura: l’Oasi di Torrile.
L’oasi è gestita dalla Lipu di Parma, l’associazione che si occupa della tutela dei volatili, un’area di 110 ettari ora elevata al rango di Riserva naturale di Torrile e Trecasali, una zona umida dove sono state censite 300 specie di uccelli. La stagione migliore per una visita è la primavera, ma anche in settembre, periodo di migrazioni, sarà interessante perdere un po’ di tempo nell’osservazione dei numerosi uccelli che migrando si fermano qui per una sosta. Nella riserva sono organizzati dei percorsi in terra battuta accessibili anche ai disabili che portano a sei capanni di osservazione. L’oasi è completata da un centro visite con aule didattiche, gazebo in legno e pannelli didattici. Nel tranquillo e grande parcheggio, previa prenotazione, è anche possibile sostare con il camper. L’oasi è visitabile il giovedì, sabato e domenica e nei festivi con orario continuato dalle ore 9 alle ore 18 (info tel. 0521 810606, www.lipu.it/oasi-torrile). Da Torrile in pochi minuti si arriva all’entrata di Parma dell’autostrada A1. Ancora una volta la Fiera di Parma ci ha dato spunto per conoscere a fondo un lembo del nostro straordinario Paese, un angolo di quella ricca Pianura Padana troppe volte vista solo di sfuggita guardando dal finestrino mentre percorriamo l’autostrada del Sole.
Andar per Parmigiano Reggiano
Con novecento anni di storia alle spalle, il Parmigiano-Reggiano ha buone ragioni per definirsi un tutt’uno con la terra in cui nasce. Ancora una volta a sviluppare un processo di caseificazione “perfetto” furono i monaci, l’ordine di San Benedetto per la precisione, che con la regola dell’Ora et labora coltivavano misticismo ma allo stesso tempo mantenevano in vita e sviluppavano i processi, diremmo oggi, scientifici che in quei secoli stavano regredendo rispetto all’epoca Classica. Questo formaggio è uno dei pilastri dell’economia locale e un biglietto da visita internazionale (ma lo sapevate che il “Caseus Pamensis” era già esportato nel 1200?). Andar per caseifici è una vera emozione. Ci si aspetta un processo industriale avanzato e invece le caldare di rame dove si scalda il latte sono sempre quelle, come lo sono le tavole sulle quali le forme stagionano. Lungo il percorso attraverso la provincia passerete senz’altro davanti ai cartelli caratteristici che indicano la presenza dei caseifici con vendita diretta. I produttori sono instancabili lavoratori, molto indaffarati, ma anche molto orgogliosi del loro prodotto e difficilmente se andate ad acquistare del formaggio vi negheranno una breve visita alle stanze di produzione e ai monumentali magazzini di stagionatura. Oltre a spuntare buoni prezzi, troverete stagionature difficilmente reperibili nei normali circuiti commerciali, dal freschissimo formaggio da pasto allo stravecchio da meditazione. I pezzi vi verranno tagliati e confezionati sotto vuoto davanti ai vostri occhi e potrete conservarli per voi e per i vostri amici per mesi. Sul sito www.parmigiano-reggiano.it potrete scaricare il pdf di una guida dedicata ai caseifici della bassa parmense con indirizzi, orari e coordinate GPS; inoltre spesso nei loro spacci si vendono anche altri prodotti locali, vini e salumi in particolare.
Nella bassa in bici
L’assenza totale di salite e lo scarso traffico sulla viabilità secondaria sono un invito a inforcare le biciclette per scoprire il territorio nella modalità slow per eccellenza. Aiuta la vasta rete di ciclopiste realizzate dall’Amministrazione Provinciale.
Ciclopista Bici Parma Po: 50 km sull’argine del Po da Polesine Parmense a Mezzani. La ciclopista si snoda sulla pista ciclabile creata sull’argine e lungo la viabilità minore nei pressi di Colorno. Si percorre in 5 ore attraverso i meandri del fiume Taro, dai Boschi di Maria Luigia a Torricella fino alla Riserva Parma Morta nell’antico corso del torrente nel comune di Mezzani. La ciclopista attraversa l’itinerario gustoso della Strada del Culatello di Zibello… Inevitabili gustose soste gastronomiche!
Ciclopista Percorso Verdi: 17 chilometri tra Polesine Parmense e Soragna attraversando Busseto e Roncole Verdi: ore 1 e 45 di percorrenza su strade secondarie.
Ciclopista Percorso Guareschi: 22 chilometri tra Soragna e Fontanelle e seguendo l’argine del Taro fino a Roccabianca. Da Soragna a Fontanelle siamo su viabilità minore, mentre tra Fontanelle a Roccabianca su pista ciclabile con fondo brecciato. Occorrono poco più di due ore per compiere questo itinerario nei luoghi guareschiani.
Ciclopista Ciclotaro: 1 ora per coprire gli 8,5 chilometri di pista ciclabile sull’argine del Taro tra Trecasali a Viarolo. Deviando di pochi chilometri verso Torrile potrete raggiungere l’Oasi LIPU della quale si parla in altra parte del servizio.
E poi c’è Parma…
Raffinatamente bella, elegante, nobile, colta e ricca, ma anche sfacciatamente godereccia, popolare, generosa, allegra e disinibita. Parma in una parola. Terra natale di Arturo Toscanini, ultimo lido di Nicolò Paganini, a un passo da Busseto, il comune dove nacque Giuseppe Verdi. Parma vanta un battistero che ha segnato la storia dell’arte medievale, vie di lusso dove fare shopping, quartieri popolari dove perdersi tra le vie, case antiche talvolta perfettamente tenute talvolta al limite della fatiscenza, da girare a piedi o in bicicletta grazie alle numerose piste ciclabili; da vivere in maniera “slow”, senza fretta, assaporando ogni atmosfera. Il cuore della “Parma bene” è piazza Garibaldi intorno alle vie, strade e borghi ideali per lo shopping. Il Duomo di Parma, anima della città, è uno dei migliori esempi di Romanico in Europa, reso ancora più prezioso dall’affresco della cupola, dipinta con eccelsa maestria dal Correggio. Per cogliere tutta la magia del Duomo e dell’adiacente battistero il nostro consiglio è sedervi in piazza di fronte a loro di notte, meglio se con il cielo rischiarato dalla luna… Indimenticabile. Tra gli altri monumenti del centro storico segnaliamo l’Abbazia di San Giovanni Evangelista, con affreschi del Correggio e una Spezieria antica; la chiesa di Santa Maria della Steccata, con la sua pianta a croce greca, realizzata su un progetto che oggi si tende ad attribuire o al Bramante o a Leonardo (osservate il pregevole arco del presbiterio, a firma del Parmigianino); magnifica opera del Correggio anche nel monastero di San Paolo, la “Camera di San Paolo”, realizzata fra 1519 e 1520 per la volta dell’appartamento della Badessa Giovanna Piacenza che rappresenta un pergolato allegorico che ricorda lo stile del Mantegna e Leonardo, segnando un vertice nell’arte del Rinascimento. A poca strada dal monastero, altre perle imperdibili: il palazzo comunale della Pilotta, la Biblioteca Palatina, il Museo Archeologico, la Galleria Nazionale (tra le pinacoteche più importanti dello Stivale) e due teatri eccellenti, quello Farnese (magnifico esempio di teatro barocco in legno) e il Regio, tempio della lirica. Per una pausa rigenerante all’insegna del bello attraversate il torrente Parma su Ponte Verdi fino ad arrivare al parco di Palazzo Ducale: è il parco cittadino più amato dai parmensi, che qui passeggiano, corrono, si rilassano godendo del verde e della magnificenza di Palazzo Ducale, edificio in pieno stile cinquecentesco.
Sosta Camper
Fontanellato
Area attrezzata a Fontanellato tra via Polizzi e via XXIV Maggio, con 240 piazzole.
Coordinate 44.878153024487986, 10.169895887374878.
Scheda tecnica dell’Area Camper: sempre aperto, ombra, carico acqua, scarico cassetta WC, pozzetto, presa energia elettrica, servizi Igienici con WC, illuminazione, pista ciclabile.
Tariffe orarie: ore 1 euro 3,00; ore 8 euro 6,00; ore 24 euro 10,00.
Busseto
Piazzale Renzo Martini: ampia area di sosta in asfalto con zone ombreggiate, a pochi passi dal Centro storico.
Via Donizetti: parcheggio in asfalto, accanto al Centro storico.
Via Stradivari: area attrezzata per carico-scarico, a 2 km dal Centro storico.
Via Carlo Verdi, Roncole Verdi: ampia area attrezzata con servizi igienici per uomini, donne e portatori di handicap.
Informazioni
Ufficio IAT di Busseto: piazza Verdi 10, tel. 0524 92487, www.bussetolive.com
Ufficio IAT di Fontanellato Rocca Sanvitale: piazza Matteotti, tel. 0521 829055, www.fontanellato.org
UIT Ufficio di Informazioni Turistiche di San Secondo Parmense
Rocca dei Rossi: Piazza Mazzini 12, tel. e fax 0521 872147
turismo@comune.san-secondo-parmense.pr.it
Ufficio Comprensoriale Colorno: presso Reggia di Colorno,
piazza Garibaldi 23, tel. 0521 313790 www.turismo.comune.colorno.pr.it
Ufficio IAT Parma: Piazza Garibaldi, Parma – tel. 0521 218889, www.turismo.comune.parma.it – http://turismo.parma.it