Scoprire Fabriano e la civiltà della carta

Famosa in tutto il mondo per la carta, questa città marchigiana è ricca di tradizioni. Accogliente e deliziosa per una passeggiata tra le strade e gli edifici medioevali, vanta un museo dove comprendere l’importanza dell’arte cartaria.

Una lunga storia
Fabriano è abitata fin dalla preistoria, ma è intorno al Mille che comincia ad assumere importanza.

Si specializzò fin da subito per l’Arte dei Fabbri (il fabbro è il simbolo della città). Ben 38 erano le Fabbrerie che producevano manufatti per lo più esportati fuori città. Tra i pezzi sui quali questi antichi artigiano si di distinsero, le molle per il fuoco o le “tenaglie a massello”, note anche come “le chiappe“ di Fabriano. Ma altrettanto importanti erano altre arti in un intrecciarsi di botteghe e corporazioni che svolsero un ruolo primario nello sviluppo della struttura sociale e nella cultura del lavoro che ancora oggi caratterizza questa zona. Dal 1378 al 1435 si afferma la Signoria dei Chiavelli, di stirpe germanica che, anche se non proprio ben visti dalla popolazione (che arrivò a sterminarli) diedero vita a un periodo di fioritura artistica e misero mano al controllo imprenditoriale e finanziario delle attività manifatturiere locali compresa la produzione e il commercio della carta, già ampiamente esercitata dalla borghesia artigiana e mercantile. Oggi diremmo che attuarono una “fusione per incorporazione”, eliminando i piccoli imprenditori dando vita a potenti compagnie commerciali per la diffusione in tutta Europa di questo prodotto. L’importanza strategica della carta come monopolio si evince dallo Statuto comunale del 1436 che vieta di erigere in un raggio di 50 miglia edifici per fabbricare carta e di insegnare i segreti dell’arte a chi non risiede nel territorio del Comune. Per i trasgressori, la pena è il bando dalla città con confisca dei beni. Del resto non era un’arte facilmente imitabile al di fuori delle mura, considerando che per alcune figure professionali come il “modularo”, specializzato nella costruzione dei telai di legno, il tirocinio era lunghissimo. Tutto cambia agli inizi del Settecento: i Chiavelli sono stati annientati da tempo, il Comune dopo un breve periodo di autogestione delle famiglie borghesi passa sotto gli Sforza e poi sotto la Chiesa. Proprio Roma fu tra le cause della crisi che ridusse le numerose cartiere a tre, per via di una pesante gabella imposta dalla Reverenda Camera Apostolica. Ma anche l’eccesso di conservatorismo della tradizione fece si che, dopo secoli di dominio tecnologico, le industrie cartarie nordeuropee perfezionarono i processi di industrializzazione rendendosi più competitivi nel prezzo e nella qualità del prodotto. Si cerca di correre ai ripari alla fine del ‘700, quando, monsignor Francesco Marazzani, governatore della città, esentò dai tributi le attività manifatturiere. Ma questa operazione non diede i risultati sperati. Ieri come oggi i benefici fiscali non bastavano a rilanciare un settore privo di spirito imprenditoriale. Per la ripresa del settore cartario a Fabriano, infatti, bisogna aspettare Pietro Miliani (1744-1817) nella cui cartiera, si punta al miglioramento qualitativo del prodotto (carta da stampa, scrittura, disegno, incisione), investendo in attrezzatura degli opifici e ammodernando le tecniche di fabbricazione, fino al riuscire a sua volta ad essere avanguardia nella fabbricazione della pregiatissima carta velina e facendo ridiventare Fabriano un riferimento per tutte le cartiere d’Europa. È l’inizio di un impero industriale che assorbe le altre cartiere locali riunendole in un unico complesso industriale. Un progetto ambizioso che verrà portato avanti dai suoi discendenti e si concluderà nel 1902, con l’acquisizione dell’ultima concorrente sul territorio. Nel corso della storia del Ventesimo secolo il momento più drammatico, quello tra il ’43 e il ’44, è segnato dall’affezione di maestranze e dirigenti nel difendere anche con azioni di guerriglia le cartiere che la Germania di Hitler voleva distruggere o smantellare.

Fabriano, lavorazione al Museo della Carta
Fabriano, lavorazione al Museo della Carta

La città di carta
Cominciate la visita di questa città da sul suo Museo della Carta e della Filigrana presso il Convento di san Domenico in largo Fratelli Spacca.

Si aprirà a voi un mondo sconosciuto e fantastico, dove, nelle visite guidate, i bambini potranno provare a fare alcune delle lavorazioni e a creare un loro foglio di carta. Il Museo della Carta e della Filigrana all’interno dello splendido complesso monumentale di S.Domenico, è articolato in sezioni. La parte più divertente è senza dubbio il laboratorio dove con la ricostruzione di una Gualchiera medievale è possibile assistere ai processi della lavorazione a mano di carte filigranate. Semplicemente bellissima l’esposizione di fogli filigranati datati a partire dal 1293. Un Museo pubblico vivo e iInterattivo che offre opportunità didattiche, anche con corsi di 3-5 giorni, che consentono al visitatore di addentrarsi all’interno di un’arte diventata un vero patrimonio da tutelare.
Oltre il museo, la visita a Fabriano continua con alcuni edifici antichi e altri musei. Primi tra tutti il Palazzo del Podestà del 1200 e la vicina Fontana Rotonda del Sturinalto, il palazzo del Comune del 1300 e l’ex ospedale S.Maria del Gesù del 1400 al cui interno è ospitata la Pinacoteca Civica. Tra gli edifici religiosi, non mancare una visita approfondita alla cattedrale di San Venazio e alle altre chiese antiche di questa bella e orgogliosa città che richiederà per una visita accurata un paio di giornate.

Nei dintorni
Presso la Gola della Rossa, le Grotte di Frasassi sono una meta da non perdere.

All’interno uno spettacolare percorso escursionistico (www.frasassi.com) , nelle vicinanze delle Grotte è possibile visitare la Chiesa Romanica di S. Vittore alle Chiuse, la Grotta del Santuario, l’ottocentesco Tempietto del Valadier ed il Museo Speleopaleontologico.

Fabriano, Palazzo del Podestà
Fabriano, Palazzo del Podestà

DA NON PERDERE
Palazzo Podestà
Monumento di forte suggestione, è definito uno dei più alti esempi di stile gotico nelle Marche. S’innalza sopra un ardito arco a sesto acuto. Da rilevare la merlatura ghibellina aggiuntavi più che per richiamo alla possibile primitiva merlatura, solo per gusto estetico durante la ristrutturazione del. Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, e costituito di tre corpi di fabbrica dei quali, quello centrale, presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore. Lungo il suo corridoio è allestita una galleria d’arte permanente con la riproduzione fotografica, in grandezza naturale, di tutte le opere del Gentile.
Fontana Sturinalto
Nella Piazza Centrale la Fontana Sturinalto è un vero gioiello incastonato in una degna cornice, a base ottagonale costruito in tre bacini digradanti, uno dei quali, il superiore, è di bronzo di Corinto. Risale, nella forma attuale, al secolo XIII. È una copia di minori dimensioni ma di grande eleganza, della straordinaria fontana umbra.
Palazzo del Comune
Fu la sede dei Chiavelli, affonda le radici nel secolo XIV ma le uniche tracce della primitiva struttura, sono visibili nel piano terra degli ex uffici della polizia urbana. Questo palazzo conserva l’angrone voltato a crociera nel XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tifico), Sentinum (Sassoferrato).
Palazzo Vescovile
È l’antica residenza dei Priori della città. Fu distrutto dal crollo della torre e successivamente ricostruito. Dal 1729 sede del Vescovado, ha la facciata, di carattere seicentesco, ed è affiancata dalla Torre dell’Orologio. Notevole il sette arcate, i cui due piani superiori sono ripartiti da lesene in corrispondenza dei pilastri sottostanti.
Cattedrale di S. Venanzio
Chiesa matrice di Fabriano fondata nell’Alto Medioevo. Nel 1253 il fonte battesimale da Attiggio alla Chiesa di San Venanzio. La cattedrale è un importante “museo” di dipinti manieristi e barocchi. Tra le opere più importanti si ricordano le tele di Gregorio Preti, di Salvator Rosa, Giovan Francesco Guerrieri, Giuseppe Puglia, ed altri ancora. Il celebre pittore caravaggesco Orazio Gentileschi è l’autore delle preziose storie della Passione e della Crocifissione su tela risalenti intorno al 1620.

COSA COMPRARE
Se volete rifornirvi di carta da lettere pregiata (ma ce n’è per tutte le tasche) o fogli per la pittura, evidentemente siete nel posto giusto e anche nel Museo della Carta c’è un fornitissimo negozio. Per i più ghiotti, in centro, nelle vicinanze del Palazzo del Podestà, c’è uno spaccio dove, a prezzo di mercato, si possono acquistare prelibati prodotti locali come il salame di Fabriano, il Verdicchio di Matelica, pregiatissimi mieli tra i quali spicca quello di melata, olio e il particolare Visner, una bevanda a base di vino e amarene.

SOSTA CAMPER

Fabriano è “Comune Amico del Turismo Itinerante” su proposta del Camping Club Civitanova Marche aderente all’Unione Club Amici, Associazione che riunisce 107 club di camperisti in tutta Italia.

AA Comunale adiacente allo stadio, posta all’incrocio tra P.le Petruio e via Bruno Buozzi: 16 pizzole con la possibilità per sei di allacciarsi alla rete elettrica.

Area Sosta Comunale a Cerreto d’Esi

Area Sosta Matelica

Area attrezzata Country House Salomone.

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