Itinerario di Pasqua in Umbria, terra di borghi, molti noti, ma anche molti meno conosciuti, ben conservati; terra di grandi prodotti enogastronomici, come il Sagrantino di Montefalco DOCG, l’Olio E.v.o. Dop Umbria; terra di arte e spiritualità.
MontoneA sud dell’Umbria, a un passo dal confine laziale c’è il borgo di Amelia, di origine romana. Prodigio fattosi realtà, sono senza dubbio le mura megalitiche e ciclopiche. Amelia, infatti, secondo la mitologia fu fondata dal re Ameroe e fu uno tra i primi centri italici, risalente probabilmente al 1134 a.c. Testimonianza di tale vetustà sono le mura megalitiche (VII-VI secolo a.C.), visibili per un piccolo tratto nella parte alta della città, all’interno del perimetro formato dalle monumentali mura poligonali (IV-III secolo a.C.), che, unitamente a quelle romane e medievali, cingono gran parte dell’abitato per circa 2 km con quattro porte di accesso più altri due resti di porte antiche da cui anticamente si entrava in città. Lungo le mura ci sono camminamenti per suggestive passeggiate.
Il borgo si arrampica su tre diversi livelli e vale una visita per i tanti tesori storici e gli scorci paesaggistici che offre, il circuito civico museale, che comprende il Museo Archeologico, Palazzo Petrignani, edificio nobiliare cinquecentesco con la sua Sala dello Zodiaco, e le Cisterne Romane risalenti al II sec. a.C, site sotto piazza Matteotti. Le cisterne sono costituite da un sistema di 10 locali deputati alla raccolte delle acque piovane per dissetare gli antichi abitanti della città di Amelia. Il complesso sotterraneo è imponente per le sue dimensioni e la visita piuttosto suggestiva.
Proprio Amelia, nei palazzi nobiliari e nelle cisterne sotterranee, dal 31 marzo ospiterà un Festival di arte contemporanea, dal titolo “Sentieri”, organizzato dal “Centro Ricerca Arte Contemporanea”. La mostra resterà aperta il 31 marzo, 1 e 2 aprile, il 7 e 8 aprile, il 14 e 15 aprile, il 21 e 22 aprile, il 28 e 29 aprile dalle 11:30 alle 19:00.
Sentieri è il “principio” di un ciclo di proposte di opere poetiche che prevede interventi di giovani artisti e poeti, oltre 30, provenienti da varie culture.
Una esposizione collettiva ed itinerante nel dedalo di vie del centro storico di Amelia, che per un mese sarà luogo di sperimentazioni, un laboratorio e cornice di dialogo tra l’arte contemporanea e gli abitanti.
Una mostra per immaginare le tappe di un percorso visivo e simbolico che accomuna, sfiorandole, la memoria e la metafora di viaggi lontani, tra oriente e occidente, tra “La Via della seta” e la “Via Francigena” che in questo territorio di orizzonti a perdita d’occhio, si sono incrociate secoli addietro, interpretando, in chiave moderna,quel ricco tessuto di scambi culturali che si costruiva nei lunghissimi viaggi di pellegrini e mercanti, nel rapporto tra le diversità feconde di lingue, abitudini, riti, comportamenti. Gli artisti si dissemineranno tra le vie del centro storico di Amelia per collocare le proprie opere – dipinti, fotografie, video, installazioni, tutto il composito repertorio dell’arte di oggi – negli androni di antichi palazzi nobiliari che verranno appositamente aperti per l’occasione, negli spazi monumentali delle cisterne romane o sui muri di edifici chiesastici sconsacrati. Altre opere saranno introdotte nei luoghi in abbandono lungo le strade del centro storico, botteghe chiuse, officine in disuso, magazzini dimenticati. Ambienti disertati da chi ci ha lavorato e vissuto, ma abitati ancora da oggetti, strumenti e suppellettili che ne conservano la memoria e che diventano il sottofondo di esperienze e invenzioni dell’arte che ne ribaltano la vicenda identitaria in una dimensione trasfigurante.
Amelia è anche la patria dei “Fichi Girotti”, fichi secchi interi lavorati a mano uno ad uno e ripieni di mandorle o noci e patria dell’Olio extravergine di olivo Dop Umbria. Lì infatti trovate una piccola azienda agricola, pluripremiata, che produce un eccellente olio e.v.o. dop Umbria dei colli amerini: l’Agriturismo Oliveto di Gertrude Contessa.
A Nord il borgo di Montone, uno dei Borghi più Belli d’Italia, sorge nella zona conosciuta come Alta Valle del Tevere, a circa 40 km da Perugia, sulla parte più alta di un colle che domina la confluenza dei fiumi Tevere e Carpina. Il borgo, di origine medievale, ospita i ruderi Rocca di Braccio con ex convento di Santa Caterina e la Rocca d’Aries, antico fortilizio di origine bizantina o longobarda. Da non mancare una visita alla Collegiata, risalente al 1300 ma il cui aspetto attuale risale al rimaneggiamento seicentesco. Il rione di Borgo Vecchio fa invece da cornice a uno dei monumenti simbolo di Montone: la chiesa e il convento di San Francesco, costruzione gotica del ‘300, custodiva opere d’arte che oggi si trovano a Buckingham Palace e alla National Gallery di Londra.
A Montone lunedì 2 aprile è in programma la prima ostensione della “Santa Spina” una festa ricca di spiritualità, fortemente legata alla storia della città. La festa si svolge in due tappe, una di un giorno, il lunedì dell’Angelo, e la seconda nella settimana di ferragosto, con un programma incentrato su una rievocazione storica fedelissima che richiama a Montone migliaia di visitatori.
I documenti storici narrano che proprio il Lunedì dell’Angelo Carlo Fortebracci, figlio del celebre condottiero Braccio, donò a Montone la Spina della Corona di Cristo ricevuta dalla Serenissima Repubblica di Venezia, per i suoi servigi militari. C’è anche una leggenda secondo la quale questa Spina sarebbe fiorita il Venerdì Santo, emanando un dolcissimo profumo.
Dal 1798, anno dell’incendio della chiesa di San Francesco, la Spina viene custodita dalle suore del convento di Sant’Agnese.
La Pro Loco e il Comune di Montone predispongono ogni anno un programma di eventi molto ricco che si apre la mattina con la lettura del “Proclama” del Gran Gonfaloniero e con l’arrivo del conte Carlo Fortebracci e dei suoi soldati a cavallo, seguito dal corteo storico della Donazione della Santa Spina con i rappresentanti dei tre rioni, accompagnato dai tamburi e dalle chiarine del Castello.
Il reliquiario della Santa Spina sarà visitabile per l’intero pomeriggio nella chiesa della Collegiata. Oltre ai riti religiosi sono previsti diversi appuntamenti ricreativi, dal mercato medievale dei mestieranti del contado di Montone e dei castelli vicini, ai giochi in piazza e agli spettacoli di burattini per i bambini. Previsto poi l’omaggio alla corte degli “Arcieri Malatesta” di Montone e l’esibizione dei locali sbandieratori.
Per informazioni: www.comunemontone.it
La tipicità enogastronomica di Montone sono i prodotti del bosco (tartufi, funghi, confetture da frutti di bosco), da cui prende il nome un importante appuntamento autunnale “La Festa del Bosco” e i formaggi di produzione localissima di piccole aziende disseminate nelle campagne e colline della Val Tiberina.
Al centro dell’Umbria c’è invece il borgo di Montefalco, la patria del Sagrantino, il luogo degli affreschi di Benozzo Gozzoli che nel ciclo pittorico sulla vita di San Francesco nella omonima chiesa, ritrae già il Sagrantino in uno degli affreschi. Anche Montefalco fa parte del circuito dei Borghi più Belli d’Italia. Chiamata “la ringhiera dell’Umbria” perchè dal Belvedere lo sguardo può spaziare sui colori tipici della campagna umbra. Il borgo ha una struttura urbana radiocentrica, con tutte le strade che convergono verso la piazza, un tempo detta “dei Cavalieri” oggi anche chiamata “Campo del Catrame”. Qui su affacciano il palazzo comunale del 1270, l’ex Chiesa San Filippo Neri oggi teatro e palazzi signorili cinquecenteschi. Dalla piazza si può prendere la strada che conduce al duecentesco rione di Colla Mora dove si trova anche la chiesa di San Francesco, ricca di opere d’arte, tra cui quelle di Benozzo Gozzoli, allievo di Beato Angelico. Un’occasione per visitare Montefalco è sabato 31 marzo, domenica 1 e 2 aprile in occasione della Pasqua, quando il borgo ospiterà la manifestazione “Terre del Sagrantino” una rassegna dedicata ai produttori di Sagrantino DOCG di Montefalco, ma dove potete trovare anche formaggi, salumi, ceramiche e tessuti, i protagonisti per eccellenza del territorio umbro nel magnifico Chiostro di Sant’Agostino. Da ricordare che per celebrare il famoso vino rosso di Montefalco è stato istituito il percorso enogastronomico e culturale detto “La Strada del Sagrantino” che si snoda tra cinque borghi: Montefalco, Bevagna, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo e Castel Ritaldi.