In viaggio tra alcuni dei paesi veneti che fanno parte del circuito de Borghi più Belli d’Italia. Piccoli gioielli che sorprendono facendo capolino da dolci colline oppure emergendo dalle acque. Fatte alcune eccezioni, siamo fuori dalle grandi rotte del turismo di massa. Non resta che andare!
Borghetto, Valeggio sul MincioBorghetto (Valeggio sul Mincio, Verona)
E’ il villaggio dei mulini e delle acque sul Mincio. Borghetto è il primo abitato sorto nei pressi del guado del fiume e per questo, da millenni, è luogo di incroci, scambi, ospitalità per mercanti e pellegrini che nel 1300 potevano ristorarsi nella “thaberna”, un’osteria-locanda la cui presenza è storicamente documentata. Passeggiare per Borghetto è come essere catapultati in pieno Medioevo. Ma un Medioevo tranquillo, accompagnato dalla calma delle acque che scorrono silenziose tra anse e canneti, dove nidificano numerose specie di uccelli, tra cui cigni. Un pugno di case, niente più, merli ghibellini e tre mulini che sembrano nascere dalle acque, altre costruzioni che lo circondano, edificate durante l’epoca scaligera e poi viscontea come il ponte visconteo, il castello scaligero, il Serraglio, le due porte di accesso al borgo fortificato e una cerchia poligonale di mura con torri circondata dalla fossa Seriola. Colpisce per la sua imponenza il ponte visconteo, una straordinaria diga fortificata del 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, lungo 650 metri e largo 25. Esso era raccordato al soprastante castello Scaligero, risalente al XII secolo, che continua a dominare con la sua torre Tonda la valle del Mincio, conservando un ponte levatoio originario.
Montagnana (Padova)
In poco più di un’ora (E45 – SS434 -SR10) entriamo nella provincia di Padova e raggiungiamo Montagnana dove il pezzo forte sono le mura, lunghe circa 2 km, che ci danno subito l’idea di come dovesse essere una città fortificata del XIV secolo: un antico fossato, spalti merlati interrotti da 24 torri alte fino a 19 metri, le porte storiche, il castello di San Zeno e la rocca degli Alberi. Le mura costituiscono uno degli esempi più insigni e meglio conservati di architettura militare medievale in Europa…Benvenuti a Montagnana. Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la cittadina si fa apprezzare anche per il tessuto urbano, con le sue vie, i vicoli e gli edifici medievali e rinascimentali. All’interno delle mura spiccano Villa Pisani, edificata da Andrea Palladio. Piazza Vittoria Emanuele II è il cuore del centro con il suo listòn e il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. All’interno sono esposte la Trasfigurazione di Paolo Veronese, le pareti ornate con gli affreschi raffinati del catino absidale del Buonconsiglio, e, ai lati dell’ingresso, la Giuditta e il David, recentemente attribuiti al Giorgione.
Arquà Petrarca (Padova)
In meno di un’ora (SR10 – SP89 – SP21) arriviamo ai dolci colli del Poeta. Siamo ad Arquà Petrarca, nei Colli Euganei, dove il poeta visse gli ultimi anni della sua esistenza. Il paese di Arquà ha origini molto antiche come dimostrano i ritrovamenti di una stazione preistorica risalente all’età del Bronzo nei dintorni del Laghetto della Costa, uno dei siti palafitticoli preistorici dell’arco Alpino. Lungo le scalinate che dal paese basso portano a quello alto ci si imbatte in case in pietra, vecchi lavatoi e abbeveratoi per giungere alla Chiesa di Santa Maria Assunta, citata in un atto del 1026. In mezzo al suo sagrato, sorge la tomba di Petrarca in marmo rosso di Verona. Da qui si arriva anche alla casa del Petrarca che conserva lo studiolo con sedia e librerie originarie, dove il poeta trascorse gli ultimi quattro anni della sua vita.
Asolo (Treviso)
In un’ora e 20 minuti di guida (A31) entriamo nella provincia di Treviso dove ci aspettano altri quattro Borghi tra i più Belli d’Italia. Partiamo da Asolo, luogo di ritiro di molti personaggi famosi che qui trovavano quell’equilibrio tra natura e arte che, a quanto pare, sembra giovare allo spirito. Partiamo da piazza Garibaldi con l’antica fontana del Leone di San Marco, la cattedrale romanica, la loggia della Ragione con affresco del Contarini. E poi l’elegante serie di palazzi signorili come villa Polo, palazzo Tabacchi, Villa Freya, nel cui giardino sorge un leccio monumentale. Salendo lungo via Bembo si possono costeggiare le mura fortificate, per salire alla rocca, simbolo della città, posta in vetta al monte Ricco. La struttura, a poligono irregolare, risale alla fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo.
Follina (Treviso)
Tramite la SP152 arriviamo nella vicina Follina, con la sua antica abbazia dei monaci cistercensi. Il nome del paese deriva da “follare” la lana, attività che si diffuse nel XIII secolo grazie all’abbondanza di pascoli e corsi d’acqua. Ai piedi delle Prealpi Trevigiane, in una delle zone vinicole più importanti del Veneto e d’Italia, Follina ha alle spalle una storia secolare che inizia nell’XI secolo quando un gruppo di monaci fondò l’Abbazia di Santa Maria in Sanavalle che per due secoli fu centro d’irradiamento della cultura cistercense e nel contempo creò un denso tessuto economico fatto di mulini e lanifici che furono in attività fino all’800 inoltrato. Sopravvive oggi solo il Lanificio Paoletti, apprezzato dalle case di moda che ne utilizzano i tessuti per le loro collezioni, così come la Serica della Marca che dal 1870 fornisce seta e tessuti agli stilisti più famosi.
Cison di Valmarino (Treviso)
In soli 6 minuti, tramite la SP4, giungiamo a Cison di Valmarino, immerso tra i vigneti del Prosecco Superiore. Il borgo è attraversato dal torrente Rujo che nel corso dei secoli ha visto nascere mulini, lavatoi e magli, dando vita ad una cultura materiale e un’archeologia preindustriale dell’acqua che oggi è fortemente conservata e valorizzata. Nel borgo si può seguire il percorso “Le Vie dell’Acqua” che costeggia il torrente, per poi inoltrarsi nel bosco per portare alla scoperta di antichi mulini e altre opere idrauliche. Ville venete settecentesche immerse nelle colline a vigneto sono “sorvegliate” dal castello Brandolini, oggi adibito ad hotel. Nel centro storico, oltre i palazzi signorili e la loggia, si può notare come tutte le imposte delle case siano di colore rosso, una tonalità che qui viene chiamata “rosso Brandolini”.
Portobuffolè (Treviso)
Con la A27, poi A28 e infine la SP15, in un’ora arriviamo all’ultima tappa di questo viaggio tra alcuni dei borghi più belli del Veneto, Portobuffolè. Borgo d’impronta veneziana nella campagna trevigiana, un tempo era animato da una vivace vita che gravitava tutta intorno al suo fiume Livenza, un’atmosfera che è andata in parte perduta a causa dell’interramento del corso d’acqua. Si entra nel borgo attraverso il ponte che immetteva alla Porta Trevisana, distrutta nel 1918. Dall’acciottolata piazza Beccaro, su cui si affacciano bei palazzi, si arriva alla elegante Casa Gaia, dimora del ‘300 dove visse la chiacchierata poetessa Gaia da Camino e che oggi ospita un Museo del Ciclismo. La torre comunale, alta 28 metri, è l’ultima superstite delle sette torri originarie del castello. Sul suo orologio si trovava il buco dal quale i condannati erano calati nella sottostante prigione.
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Informazioni borghipiubelliditalia.it