La città dei canali per eccellenza riserva magnifiche sorprese appena svoltato l’angolo. L’intero centro storico è Patrimonio Unesco dell’Umanità. Scopriamo i segreti di Venezia.
Se non siete mai stati a Venezia, un consiglio: scegliete un giorno feriale in inverno, possibilmente al di fuori da periodi festivi e carnevaleschi. La popolarità planetaria della città lagunare è in crescendo, tanto che si parla di ingressi a numero chiuso. Se ci siete già stati, leggete attentamente i nostri consigli, potreste scoprire aspetti della città che escono dal circuito abituale delle attrazioni. Se invece la tentazione è quella di partecipare al celebre Carnevale, dimenticatevi di godervi la visita della città: Venezia sarà l’incredibile cornice di un evento straordinario, un bagno di folla e di follia.
In ogni caso sarà immancabile un passaggio per la famosissima Piazza San Marco con la sua basilica e il campanile, il Ponte di Rialto e quello dei Sospiri, il Palazzo Ducale.
Ma è ora di incamminarci alla scoperta di altre particolarità che la Serenissima riserva al turista più attento. La prima passeggiata è al Quartiere ebraico, la residenza obbligatoria per gli ebrei durante il periodo della Repubblica. Il ghetto si trova nel sestriere di Cannaregio ed è uno dei ghetti meglio conservati al mondo. I primi ebrei stabilitisi qui provenivano dall’Europa centrale, poi seguirono quelli spagnoli e infine i greci. Il termine “ghetto”, indicante un’area in cui convivono persone accomunate da una o più caratteristiche, sembra essere nato proprio qui. Infatti, il ghetto veneziano veniva chiuso alla sera e barcaioli cristiani percorrevano i canali che lo delimitavano per controllare eventuali uscite notturne degli ebrei. Da questa usanza di ordine pubblico, nacque così la concezione di un modo di vivere recluso, riservato solo ad una determinata parte della popolazione. Molto alta è la presenza di sinagoghe, ma non tutte sono immediatamente riconoscibili in quanto ricavate ai piani alti dei palazzi e segnalate da scritte ebraiche sulla facciata. Le viuzze si alternano a caratteristici angoli e piazzette dove sono ancora palpitanti le tradizioni ebraiche: si possono trovare forni con il pane e dolci tipici e ristoranti che propongono la cucina Kosher. A causa dell’alta densità abitativa registrata in passato, questa parte di Venezia si è sviluppata soprattutto in verticale con palazzi stretti e alti fino a otto piani con soffitti molto bassi. Nel Quartiere è presente l’importante Museo ebraico, suddiviso in due aree: una riservata alla celebrazione dei riti della comunità ebraica dei residenti, l’altra adibita ad area espositiva di oggetti e immagini che narrano l’antica storia del quartiere (www.museoebraico.it).
Spostiamoci nel più turistico sestiere di San Marco per ammirare il Palazzo Contarini del Bovolo con la sua affascinante scala elicoidale, nascosto in un vicolo cieco e per questo tagliato fuori dal turismo di massa, o quasi. Il Palazzo presenta due facciate; quella più interessante è posta su corte del Maltese, con la sua caratteristica scala a guscio di lumaca (“bovolo” in veneziano), aggiunta successivamente alla fine del Quattrocento. Decorata da logge e archi rampanti su colonne in marmo bianco, la scala è una delle più antiche e grandi del mondo e termina con una terrazza da cui è possibile ammirare Venezia dall’alto.
Prendiamo la direttrice Calle Lunga Santa Maria Formosa, in sestiere Castello, per trovare un’assoluta meraviglia, un piccolo paradiso per gli amanti di libri particolari ma anche per semplici curiosi: la Libreria dell’Acqua Alta. All’interno tutto è artisticamente organizzato per resistere all’invasione dell’acqua alta, fenomeno caratteristico di Venezia. Nei giorni di alta marea, invece di chiudere la serranda, la libreria fa bella mostra dei suoi libri, sistemati all’interno di barche, gondole, vasche da bagno oppure semplicemente accatastati e rialzati da terra con cassette e supporti. Dimenticate l’atmosfera ordinata e fredda delle librerie delle grandi catene, questo incredibile negozio sembra più il covo di uno studioso o di uno scrittore che vive immerso tra carte, libri e documenti. L’ingresso è circondato da pile di libri usati, appoggiati sulle pareti di sasso del vicolo, mentre vecchie enciclopedie, che nessuno vuole più, hanno trovato nuova vita come gradini di una scaletta che serve per sbirciare il canale oltre il muro di cinta del cortile. Il tutto forma un delizioso angolo di lettura en plein air. Il proprietario Luigi è pronto ad accogliere i curiosi per illustrare le caratteristiche della sua libreria.
«Una vecchia cortigiana piegata sotto il peso dei suoi monili» così Gabriele D’Annunzio parlava di Cà Dario. Ci siamo spostati nella parte meridionale di Venezia, nel sestiere di Dorsoduro e precisamente al civico 353, dove si trova questo antico palazzo famoso per la sua nomea di abitazione maledetta. Direttamente affacciato sul Canal Grande, le numerose leggende vogliono che tutti i proprietari siano morti violentemente o abbiano subìto pesanti perdite finanziarie o rovine di vario genere. Costruito nel 1479 per la figlia di un ricco mercante, questo edificio fu particolarmente caro agli artisti: lo scrittore e pittore John Ruskin descrisse dettagliatamente le sue decorazioni nel trattato “Le pietre di Venezia”, Claude Monet lo utilizzò come soggetto per una serie di dipinti focalizzati sull’uso del colore. La sua cattiva reputazione deriva da una lunga scia di sangue che il palazzo sembra portarsi dietro da secoli. La figlia del ricco mercante che ne commissionò l’edificazione morì suicida a seguito della rovina economica del marito che, a sua volta, morì accoltellato; anche il loro unico figlio perì in circostanze poco chiare a Creta. Da allora, l’iscrizione latina, che adorna la facciata di Cà Dario, fu anagrammata dai veneziani, ormai convinti che il palazzo portasse sfortuna ai suoi abitanti, nella scritta “Io genero sotto un’insidiosa rovina”. E, in effetti, seguì un altissimo turn-over, come diremmo oggi, di proprietari che dopo una breve permanenza mettevano in vendita Cà Dario per mancanza di soldi. Nel 1964 il tenore Mario del Monaco stava per acquistarlo quando subì un grave incidente stradale e abbandonò l’intento. Nel 1970 all’interno del palazzo fu ucciso il proprietario per mano del suo amante. Cà Dario fu poi acquistata da Christopher “Kit” Lambert, manager del complesso rock The Who. Durante la permanenza al palazzo, la sua assunzione di stupefacenti arrivò a dosi tali da compromettere, per la prima volta, i rapporti con la band. Il successivo proprietario si trasferì a Cà Dario con la sorella che poco dopo morì in uno strano incidente stradale, senza testimoni. Uno degli ultimi e più famosi proprietari, Raul Gardini, si suicidò nel 1993 a seguito del coinvolgimento nello scandalo Tangentopoli.
Ora prendiamo il battello e rechiamoci a Isola San Giorgio Maggiore per visitare un’altra chicca: il labirinto Borges. Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges fece del tema del labirinto un cavallo di battaglia della sua poetica: per lui il labirinto era una vera ossessione come metafora della complessità del mondo che confonde l’animo e la ragione degli uomini. Alla sua influenza è dovuto anche il labirinto di Fontanellato, in provincia di Parma, costruito da Franco Maria Ricci, editore e designer da sempre appassionato di labirinti, dopo l’incontro e la collaborazione con Borges. Ma torniamo a Venezia. Il labirinto di Borges è stato realizzato nel 2011 dalla Fondazione Cini per celebrare i 25 anni dalla morte dello scrittore e poeta argentino. Chiaramente ispirato al suo romanzo edito nel 1941 “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, simboleggia lo smarrimento interiore, tipico dell’uomo del XX secolo. Per questo, lungo il percorso, che misura poco più di un chilometro, si trovano vari simboli tipici della poetica di Borges: un enorme punto interrogativo, la clessidra, il bastone, una tigre, la sabbia, gli specchi. È formato da 3.250 alberi di bosso, disposti in modo da formare corridoi, passaggi e curve che riproducono il nome dello scrittore argentino. Per visite consultare il sito della Fondazione www.cini.it.
Sempre in battello andiamo alla scoperta di un’isola della laguna veneta poco conosciuta ma molto interessante. Si raggiunge tramite il traghetto che parte dall’isola di Burano ogni mezz’ora. L’isola di Torcello rappresenta uno dei più antichi insediamenti della laguna e uno dei più ricchi prima di essere eclissato dalla prosperità di Venezia. Oggi sull’isola rimangono poco più di 10 residenti. Una visita vi farà scoprire curiosi segreti. Il punto focale è rappresentato dalla piazza sulla quale si affacciano gli edifici religiosi, il Museo e le aree archeologiche. Qui un elemento colpisce subito l’attenzione: un trono di marmo, detto il Trono di Attila. Narra la leggenda che Attila lo abbia utilizzato nel corso dell’invasione dell’isola, cosa assai poco probabile visto che gli Unni si fermarono ad Aquileia e non arrivarono mai qui. In realtà esso venne utilizzato per i vescovi o i magistrati. Un’altra leggenda riguarda il vicino Ponte del Diavolo, un ponte risalente al XIII secolo, caratterizzato dall’assenza di parapetti laterali. Si vocifera che il suo nome derivi dal fatto che fu il diavolo a costruirlo nel corso di una notte, ma il sopraggiungere dell’alba gli abbia impedito di terminare l’opera. In realtà, la mancanza di parapetti è tipica degli antichi ponti veneziani. Anche la basilica di Santa Maria Assunta nasconde un segreto. È famosa per le sue finestre con imposte formate da inconsueti lastroni di pietra ma soprattutto perché recentemente si è scoperto al suo interno un passaggio segreto. Sotto l’altare, infatti, vi è un’apertura che porta alla cripta e dalla quale si può vedere la preesistente struttura a mattoni dell’impianto originario della chiesa risalente all’epoca medievale. Poiché il passaggio segreto subiva sempre l’allagamento dell’acqua è stato anche munito di un ponticello di legno.
Non sono così famosi come la torre di Pisa, ma tra i 100 campanili di Venezia ve ne sono ben tre pendenti. Il primo appartiene alla Chiesa di San Giorgio dei Greci in sestriere di Castello e appartiene allo stato greco. La chiesa fu eretta tra il 1536 e il 1577, in tipico stile tardo-rinascimentale. Il campanile storto si trova nel sagrato e pende da quando fu costruito, nel 1587. Sempre nel sestriere di Castello, vicino ai bacini dell’Arsenale, incontriamo il secondo campanile pendente, appartenente alla Basilica San Pietro di Castello. Si tratta di un’antichissima basilica, il cui impianto originario è del 822-832. Tuttavia, il suo aspetto odierno risale alla ricostruzione avvenuta nel 1200 a seguito di un incendio. Fu costruito nel 1463 e fu poi ricostruito nel 1482 dopo essere stato colpito da un fulmine. Fu allora che venne interamente ricoperto di bianca pietra d’Istria. Infine, il terzo campanile fa parte della Chiesa di Santo Stefano nel sestriere San Marco. Risalente al XIII secolo, la storia di questa chiesa è davvero particolare: nel corso dei secoli fu spesso luogo di omicidi e casi di violenza, tanto che essa venne sconsacrata per ben sei volte. Sotto il suo altare, inoltre, scorre un canale, navigabile con la bassa marea. Il suo campanile, alto 66 metri, pende vistosamente ed è sottoposto a continuo monitoraggio, nonostante non presenti rischio di crollo.
Che Carnevale!
Partecipare al Carnevale di Venezia vuol dire essere parte di un evento di fama mondiale. Essere “protagonisti” è cosa per pochi e ben disposti a spendere tempo e denaro, ma se vi accontentate del ruolo di comparsa mascherata e di spettatore, allora il divertimento è assicurato per tutti. La prima cosa è cercare di capire a che evento si intende partecipare. La manifestazione si svolge tra gennaio e febbraio. La vostra bussola sarà il sito web del carnevale che mette in evidenza i molteplici eventi. Durante tutto il periodo spettacoli artistici e musicali per le vie e le piazze della città.
Aree Sosta a Venezia
AA Caravan Park San Giuliano Venice
Via San Giuliano 19, Mestre
Coordinate GPS Lat. 45.467 Lon. 12.279.
Apertura annuale, immersa nel verde del Parco San Giuliano, da cui raggiungere Venezia in 10 minuti di autobus. Camper service più servizi come docce, WC, lavapiatti, lavapanni compreso nella tariffa di pernottamento.
www.sangiulianovenice.com
Area Sosta Camper – Venezia Porta Ovest
Via Ghebba 109, Oriago di Mira
Coordinate GPS 45°27’58.00’’ – 12°10’’13.53’’
Apertura annuale, a 150 metri dalla stazione per la metropolitana di superficie per Venezia. Camper service.
www.veneziaportaovest.com
Camping Fusina Tourist Village
Via Moranzani 93, Fusina – Venezia
Coordinate GPS GPS: 45° 25’ 09.61” N – 12° 15’ 21.90” E
Apertura annuale, campeggio con piazzole con vista sulla laguna di Venezia, raggiungibile via traghetto. Camper service, carico acqua, baby room, bagni per disabili. Non è necessaria la prenotazione.
www.campingfusina.it
Testo S. Perazzo – Foto
Rivista Vita in Camper n. 114 Gen/Feb 2018