Vitorchiano, circondato dalle sue antiche mura merlate, svetta imperioso su una rupe tufacea, a pochi chilometri da Viterbo.
Tra immensi boschi di querce, faggi, olmi e castagni, attraversati da ruscelli, circondato da uno splendido paesaggio naturale, Vitorchiano è un piccolo borgo medievale, che sorge ai piedi dei monti Cimini, proteso verso la verdeggiante valle del Vezza. Adagiato su un banco di enormi massi di peperino, roccia magmatica di colore grigio che si trova solo in questa area e in alcuni punti dei Castelli Romani. Vitorchiano nasce proprio per l’impulso delle attività di estrazione di questo materiale, pietra caratteristica delle costruzioni medievali e rinascimentali. Sotto il borgo, ripidi pendii a strapiombo su due fossi che confluiscono a formare il Rio Acqua Fredda, completano il particolare e suggestivo ambiente paesaggistico.
Il centro storico è affascinante e tipicamente medievale: piazzette che si aprono tra i vicoli angusti, curiosi palazzi che si ergono direttamente dalla roccia dei ripidi pendii e caratterizzati da scale esterne, balconi e archi. Il Palazzo Comunale conserva importanti documenti d’archivio, la Casa del Podestà e le chiese di Sant’Amanzio e di Santa Maria Assunta custodiscono rilevanti opere d’arte, la piazzetta del Palazzo comunale presenta al centro una raffinata fontana “a fuso” decorata con i simboli degli Evangelisti. Nei dintorni troviamo Villa Lante di Bagnaia, Bomarzo e Soriano al Cimino. Vitorchiano è Bandiera Arancione del Touring club Italiano.
Vitorchiano usufruisce di un rapporto particolarmente felice con la città di Roma, tanto che si parla dei vitorchianesi come i “fedelissimi” di Roma. Nel 1200, di fronte alle devastazioni e al giogo dei viterbesi, Vitorchiano, dopo aver invocato la protezione di Roma, si dotò autonomamente di possenti mura difensive che poco però valsero di fronte al dominio di Viterbo. Quando ormai la situazione appariva disperata, avvenne un fatto straordinario: i vitorchianesi fecero atto solenne e formale di sottomissione a Roma. Il Senato Romano a questa notizia nominò Vitorchiano “Terra Fedelissima all’Urbe”, le riconobbe ampie esenzioni fiscali, le consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R., di fregiarsi della Lupa Capitolina e di usare il motto “Sum Vitorclanum castrum membrumque romanum”, cioè Vitorchiano, castello e parte di Roma. Il privilegio più importante fu rappresentato dall’onore di fornire gli uomini per la guardia capitolina. Essi furono denominati “Fedeli di Vitorchiano”. Questo privilegio è stato costantemente esercitato da Vitorchiano dal 1267 fino ai nostri giorni. Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma.
Un’altra particolarità di questo borgo è che esso conserva l’unico Moai fuori dall’Isola di Pasqua esistente al mondo. Il Moai di Vitorchiano non è però antico: è stato scolpito nel 1990 da undici indigeni Maori dell’Isola di Pasqua, invitati dalla trasmissione RAI “Alla ricerca dell’Arca”, a realizzare uno dei più fantastici programmi di “gemellaggio” culturale. Poiché gli originali Moai dell’isola di Pasqua si stanno deteriorando, la televisione di Stato si adoperò per scovare una pietra vulcanica simile a quella delle cave dell’Isola di Pasqua per poterne costruire uno nuovo. La trovò proprio qui: un enorme blocco di peperino del peso di trenta tonnellate, fu scolpito, con asce manuali e pietre taglienti, da undici indigeni maori della famiglia Atanm, provenienti dall’isola di Rapa Nui (Cile).
Area sosta
AA comunale: Piazzale Padre Ettore Salimbeni (Strada Teverina 23): fontanella di carico, scarico a pozzetto, allaccio 220. A 350 m dal centro storico.