L’Abbazia di San Galgano, a Chiusdino, è un luogo di bellezza e mistero dove regnano silenzio e natura.
Affascinante sotto il sole. Tenebrosa sotto un cielo plumbeo. L’Abbazia di San Galgano appare come un maestoso rudere al centro di una vallata, un gigante ferito dal tempo e dalla Storia, che mantiene intatta la sua fierezza e dignità.
Vi si arriva percorrendo strade panoramiche da Siena, a nord, o da Grosseto, a sud, seguendo i percorsi ondulati delle colline della Val di Merse – il fiume che la attraversa – che nelle quattro stagioni si presenta sotto differenti pennellate di colori, brillanti le primaverili e intense le estive, calde le autunnali e frizzanti le invernali, che invogliano il turista a tornare per fare sempre nuove scoperte.
L’Abbazia si trova al centro di una zona che nel Medioevo era un importante crocevia di comunicazione e fu fondata nel XIII secolo da monaci cistercensi in onore di un santo vissuto lì, il cui culto è celebrato in un eremo e nel paese di Chiusdino, a breve distanza.
La fortuna durò per diversi secoli poi, dopo peste e carestie, all’inizio del XVI secolo con la crisi si arrivò alla vendita del tetto piombato e la decadenza proseguì fino all’abbandono e alla sconsacrazione.
Ciò che rimane, davanti agli occhi del visitatore, è un luogo sul quale aleggia un alone mistico, come se i secoli avessero scalfito l’involucro esterno ma non il cuore che pulsa ancora intensamente. È questa sensazione, di trovarsi in un luogo vivo, che si prova stando al centro della chiesa, sul pavimento punteggiato d’erba o spolverato di neve, con gli occhi al cielo a osservare le nuvole che tracciano un percorso. Si deve essere creato un contatto particolare, da quando la natura ha preso possesso del luogo.
La luce è una delle caratteristiche di San Galgano, luce che entra dall’alto e dai lati, convergendo al centro. Come sarà stata, invece, ai tempi del suo splendore, con quel tetto piombato, coi vetri alle finestre, colorate forse, come il rosone sulla facciata? In che modo la luce si rifletteva all’interno?
Durante la visita, si scoprono altri spazi, toccati in modo diverso dalla rovina, il chiostro, la sacrestia, l’archivio; di altri luoghi si può solo immaginare la presenza, la vita che vi si svolgeva. Di tutto ciò sono rimasti la pace e il silenzio che, nonostante il flusso di turisti, si respirano ancora.
La bellezza dell’abbazia ha richiamato registi che ne hanno fatto il set di film e video, enti che vi organizzano eventi, coppie che si sposano – con rito civile. Nel pianificare la visita, accertatevi di non capitare in uno dei giorni di chiusura.
La particolarità del luogo ha visto il fiorire di molte leggende, favorite dalla presenza, a poca distanza, della “spada nella roccia”, che si narra esser stata lasciata da San Galgano quando abbandonò la vita di cavaliere per abbracciare la religione: la spada conficcata forma una croce fusa con la roccia, a testimonianza ancora oggi di quella scelta. Alcuni studi storici hanno decretato che la spada appartiene davvero al XII secolo.
La spada è protetta da una teca all’interno dell’Eremo di Montesiepi, anch’esso di fondazione medioevale, luogo che merita una visita per la forma circolare della cupola che, all’interno, alterna pietre bianche e mattoni rossi. Tra le leggende sorte sul luogo vi è anche quella che sostiene che nell’eremo è ben nascosto il Santo Graal, ma nessuno ha ancora risolto l’arcano.
Le sorprese in zona non sono finite. Il paese di San Galgano, Chiusdino, è un borgo medioevale in collina dalla struttura a cerchi concentrici. Una passeggiata tra i suoi vicoli lastricati, dalle case in pietra e le chiese, è un tuffo nel passato. L’atmosfera è completamente preservata, la sensazione è di un luogo fermo nel tempo: piccoli usci, passaggi sotto le volte in mattoni, scalinate, fontanelle agli angoli delle strade, piccoli vasi e balconcini, tutto avvolto nel profumo di pane appena sfornato e di dolci tipici.
E dal passato ecco emergere un edificio che ha popolato un immaginario più moderno, che chiunque abbia più di trent’anni ricorda di sicuro: è il Mulino delle Pile, meglio conosciuto come Mulino Bianco. Oggi è un agriturismo, e si consiglia di approfittare del ristorante per poter dare una occhiata da vicino a un luogo ricco di storia: il mulino ha avuto diverse funzioni, legato prima alla produzione di stoffe per finire a quella di elettricità durante l’ultima guerra. Un avvertimento per evitare delusioni: non è bianco.
Tutto il territorio tra Chiusdino, l’abbazia e il mulino è una fetta di Toscana ricca di tradizioni, Storia, leggende, tutte da esplorare, a piedi, in bicicletta, a cavallo, seguendo quel ritmo lento che si può ancora trovare nella campagna toscana.

Info
Una visita all’Abbazia di San Galgano, in provincia di Siena, può essere fatta in ogni periodo dell’anno, ma è sempre preferibile accertarsi che non sia chiusa per eventi.
Per organizzare al meglio il viaggio ci si può affidare a questi link utili:
www.prolocochiusdino.it
www.terredisiena.it
www.visittuscany.com
www.grandtourvaldimerse.it
Un’area di sosta camper è aperta nelle immediate vicinanze dell’abbazia: per informazioni contattare la proloco o il comune di Chiusdino.