Siamo un bel gruppo affiatato: la nostra passione sono i viaggi, meglio se verso mete remote. Dopo la Russia ci siamo ritrovati per conoscere la Turchia in camper. Una esperienza fantastica.
Le Tombe Licedi Ivano e Alessandra Bernini
14 agosto: Gorizia
Il punto din ritrovo è Gorizia, in serata, dove arriveremo in ordine sparso; come lo scorso anno, quella mattina lavorerò, quindi immagino che saremo gli ultimi a giungere all’area di sosta. L’itinerario di massima è il seguente: Gorizia, Belgrado, Sofia, Edirne , giro in camper della Turchia mediterranea, giro della Cappadocia, Hattusa, Istanbul e rientro sempre attraverso i Balcani. Tempo previsto quattro settimane, dal 14 agosto al 12 settembre. Affronteremo il viaggio, quindi, in senso antiorario lasciando Istanbul per ultima. Ci siamo affidati alla guida Vivicamper, che descrive esattamente l’itinerario che ci interessa, anche se in senso inverso; al sito Eurocamping per individuare i campeggi presso i quali pernottare. Sappiamo che ci saranno problemi ad Istanbul a causa della chiusura delle strutture ivi presenti, ma siamo a conoscenza di un’area presso la quale sostare senza servizi e ci auguriamo che presso Belgrado e Sofia i campeggi citati siano attivi. Dal 25 al 27 giugno, l’intero gruppo si è ritrovato a Genova per mettere a punto l’organizzazione del viaggio. Ringraziando la sig.ra Anna della guida Vivicamper che ci ha dato le dritte giuste, abbiamo contattato tramite e mail il Sig. Cingil in Cappadocia il quale ci organizzerà il soggiorno in loco permettendoci di non dover spostare i camper nelle visite ai vari siti. Abbiamo stilato la lista della spesa di cui si farà carico ogni camper, visto che abbiamo la tradizione di cenare facendo una grande tavolata comune, mentre a pranzo si consuma qualcosa di veloce se si viaggia, o in giro quando siamo a visitare i vari luoghi. Il fresco lo acquisteremo in loco e ci toglieremo spesso la soddisfazione di assaggiare le specialità locali, delle quali abbiamo sentito parlare molto bene.
14 agosto
Purtroppo il diavolo ci ha messo il suo zampino: Eva e Aurelio, che sono stati gli ispiratori di questo viaggio, non ci saranno. Gravissimi motivi famigliari li hanno obbligati a rinunciare. Sono le 13 e partiamo da Genova ovest in direzione di Gorizia, il tempo non ci aiuta. Da questa mattina diluvia pesantemente e tale situazione ci accompagnerà per tutto il viaggio, rallentando il percorso. Il traffico è a tratti sostenuto, ma non abbiamo fatto code. Arriviamo all’area di sosta di Gorizia, situata fra via Oriani e viale Virgilio, che sono quasi le 20; i nostri compagni di viaggio erano già ad aspettarci, è un vero piacere rivederli! Questa area è molto ben tenuta e gratuita, oltretutto vicinissima al centro.
15 agosto
Oggi abbiamo tanta strada che ci aspetta e due frontiere da passare: la meta è Belgrado, presso il Camping Dunav a Zemun (periferia di Belgrado). L’area di sosta di Gorizia è praticamente ad un chilometro dal confine, che si attraversa con una soluzione di continuità nella città; te ne rendi conto solo perché vedi il cartello e al di là di questo le scritte cambiano lingua. Ci immettiamo nella E70, autostrada che ci accompagnerà fino in Bulgaria. In Slovenia si deve acquistare una Vignette, c’è settimanale o mensile. Noi abbiamo preso quest’ultima, ci servirà anche per il viaggio di ritorno. L’autostrada, molto ben curata, si snoda fra paesaggi montani e prati; bei paesi dalle case ben curate fanno capire che le persone devono avere un discreto tenore di vita. Arriviamo in Croazia che è ora di pranzo, siamo fortunati la coda è minima. Arriviamo a Belgrado, anzi a Zemun, verso le 15 e ci rechiamo al camping Dunav molto spartano, ma è l’unico in zona. In tre per una notte abbiamo speso 20 euro con l’elettricità, che ci è servita molto per il climatizzatore: fa molto caldo! Domani ci aspetta Sofia, un’altra frontiera e parte della strada che sappiamo non essere delle migliori.
16 agosto
Partiamo presto in direzione di Sofia. Si viaggia bene, la periferia di Belgrado è triste e con grandi palazzoni; strada facendo si alternano campi e boschi senza nulla particolarmente degno di nota. Arriviamo alla frontiera con la Bulgaria che è quasi ora di pranzo, abbiamo una decina di auto davanti a noi; un doganiere vede i camper e ci fa segno di spostarci e avanzare, controllano velocemente i documenti e procediamo verso la barriera Bulgara. Avevamo letto di accurati controlli ed una sorta di bagno disinfettante a cui sottoponevano i mezzi: attualmente non è più in vigore; hanno controllato solo i documenti e il possesso della carta verde e in cinque minuti eravamo fuori tutti e tre. Giunti a Sofia, dove avevamo previsto di sostare, decidiamo di proseguire con una tirata unica verso Edirne. La strada più breve ci porta attraverso la frontiera con la Grecia, che passiamo nei soliti cinque minuti senza code di sorta, e poi con la Turchia, dove impieghiamo qualche minuto in più per la registrazione dei camper sui passaporti dei conducenti. Entriamo ad Edirne che sta facendo buio: il Muezzin sta richiamando a preghiera e noi ammiriamo la prima moschea!! La città è molto carina, ci sono delle rotonde molto scenografiche; ho sempre invidiato quelle francesi ora invidierò anche quelle turche. Finalmente troviamo il Camping Grande Omur ( gps N 41.62018° E 26.6394° ). La signora che lo gestisce è molto gentile e disponibile anche se parla solo tedesco, spendiamo 17 euro per equipaggio di due persone, noi, in tre con Zara, ne spendiamo 25.
17 agosto
Partiamo verso le 9 da Edirne verso Gelibolu, dove ci imbarcheremo per attraversare lo stretto dei Dardanelli. Quando arriviamo al porto i marinai si sbracciano per farci salire velocemente sul traghetto che abbiamo la fortuna di aver beccato al momento giusto. Spendiamo 37 lit (lire turche) a camper, cioè circa 50 euro in totale. L’attraversata dura una ventina di minuti. Arriviamo a Troia (Truva) all’ora di pranzo e troviamo subito il camping che avevamo scelto, il “Troia Pension e Camping” (gps N 39°57’22’’ E26°15’1’’). Il posto è molto carino e i gestori molto disponibili e gentili; il sito archeologico si trova a circa 500 mt dal campeggio. Poiché fa molto caldo, 41 gradi, concordiamo un passaggio con un pulmino che ci costa 7 lit in tutto. L’entrata al sito costa 15 lit. Quello che si vede non è nulla di eclatante ma siamo contenti di essere stati nella città dell’Illiade di Omero. Serata in campeggio con cena al ristorante del camping, veramente ottima. Dopo una notte rumorosa siamo partiti prestissimo alla volta di Pergamo.
18 agosto
Siamo arrivati a Pergamo in mattinata e visitiamo le rovine della città che si trovava sulla collina che sovrasta la Bergama moderna. Abbiamo deciso di evitare la visita all’Asklepeion perché esausti dal caldo. Ci facciamo un paio di panini e ripartiamo verso Efeso. Abbiamo notato che da Edirne la strada che percorriamo è tutta in via di raddoppio, con grandi lavori che la renderanno meglio di un’autostrada. L’autostrada la prenderemo comunque per un lungo tratto fino a Selkuc; al casello inaspettatamente paghiamo 3 lire turche (cioè 1,5 euro), incredibile! Ad Efeso cerchiamo subito il camping: abbiamo deciso di prenderci mezza giornata di riposo al mare; agli scavi andremo domattina, sperando di visitarli con una temperatura più umana di quella di ieri a Pergamo. Il camping dove abbiamo fatto tappa è il Dereli, carino e direttamente sul mare. La spiaggia è sabbiosa e il mare molto mosso rende l’acqua non limpida. Facciamo comunque un bagno ristoratore, l’acqua è caldissima. Ceniamo sotto gli eucalipti, ma le zanzare ci tormentano. Notte tranquilla e caldissima, ringraziamo il momento in cui abbiamo deciso di montare il climatizzatore.
19 agosto
Il sito di Efeso è grandioso. Ci facciamo portare con carrozza e cavalli all’entrata alta per poter affrontare la visita in discesa; abbiamo speso 30 lit a carrozza. Il postiglione ci porta anche a vedere la grotta dei Sette Dormienti, un sito dove la leggenda racconta che sette cristiani vi furono murati vivi e tali ne uscirono due secoli dopo. Lì fu costruito un luogo di culto e sepoltura. Il biglietto d’ingresso al sito di Efeso costa 20 lit e decidiamo di avvalerci dell’aiuto di una guida, visto che le cose da vedere sono tante e da soli si rischia di essere dispersivi.La guida ci costa 40 euro che paghiamo direttamente a lui. È un signore simpatico e anzianotto che parla un discreto e comprensibilissimo italiano. Con lui riusciamo a seguire un percorso che ci permette di vedere tutte le cose più interessanti. La città si divide in tre parti principali: quella alta, luogo dove erano tutti i complessi amministrativi e di governo con il bellissimo teatro Odeon; poi, attraverso una bellissima via colonnata, arriviamo nella città di mezzo, sede della vita sociale di Efeso, con i negozi e la grande biblioteca di Celso, la terza del mondo antico dopo Alessandria d’Egitto e Pergamo; infine la parte inferiore della città, quella adiacente al porto, con il grande teatro pubblico (l’Odeon era riservato ai notabili e nobili). La visita finisce e torniamo al camper non senza aver acquistato delle splendide pesche e dei fichi dolcissimi che divoriamo per pranzo. Lasciamo perdere la visita alle rovine del tempio di Artemide perché la calura sta diventando insopportabile, si superano abbondantemente i 40°. Ripartiamo in direzione di Bodrum, dove ci fermeremo al camping Zetas, in località Gumbet: il posto è molto carino e ha una bella ma molto affollata spiaggia. Il camping è discreto; l’uso degli ombrelloni in vimini e dei lettini tutti rigorosamente col loro materassino è gratuito. Gianni ha un problema al camper e deve cercare un meccanico quindi ci fermeremo per tutta la giornata di domani. Dopo cena facciamo un giro per la cittadina di Gumbet, dove si trova il camping, e curiosiamo i suoi negozi con i commessi che si fiondano fuori per invitarci ad entrare. Anche strada facendo, quando vedevano arrivare la nostra colonna di camper dai banchi, le persone si sbracciavano per farci fermare ad acquistare i loro prodotti. In due occasioni lo abbiamo fatto comprando meloni, angurie e fichi, tutti ottimi e a buonissimo prezzo.
20 agosto
Gianni e Dona sono andati dal meccanico col camper. Una volta tornati siamo andati al mare e fatto di nuovo una bella nuotata. In serata andiamo a visitare Bodrum e il suo castello. Abbiamo preso uno di quei pulmini detti Dolmus pagando 2,50 euro a persona. Dentro fa un caldo infernale, il termometro segna 43°, non vediamo l’ora di poter scendere. Abbiamo necessità di cambiare gli euro così ci infiliamo in una banca: l’attesa è lunghissima ma per fortuna c’è l’aria condizionata e questo ci permette di sbollire un po’ il calore. La cittadina è molto carina e animata, piena di negozi; si nota che è il classico posto di mare alla moda. Percorriamo la banchina per recarci al Castello che vogliamo visitare e che è sede del museo di archeologia subacquea. L’entrata costa le solite 10 lit per persona (direi che è una tariffa unificata salvo qualche eccezione), vale comunque la pena di spenderle. Tutto è molto curato e bello da vedere. Dal castello inoltre si ha una splendida vista di tutta la baia. Tornando al campeggio ci fermiamo al mercato della frutta, compriamo frutta e i peperoni, che stasera faremo con i fusilli. Al camping invitiamo il gestore a cena, il quale accetta volentieri e mangiando ci racconta molte cose sulle abitudini e la vita del posto; ci presenta anche un campeggiatore di Istanbul che ci dà qualche dritta sulle cose da visitare e che chiama il nipote per chiedergli la sua disponibilità a darci una mano. Ci stupisce molto la cordialità e la gentilezza dei turchi, che si sono sempre prodigati al massimo quando abbiamo avuto dei problemi o delle semplici richieste.
21 agosto
Partiamo presto per Pammukale. Quando siamo ad una ventina di chilometri dalla meta il satellitare ci spedisce su una strada sterrata. Scopriremo in seguito di non essere stati i soli a farla! Raggiungiamo il camping Sehyr. Anche qui fa molto caldo; le guide, comunque, consigliano di farsi portare all’entrata in alto e visitare il sito scendendo, al camping troviamo un taxi che ci porta per 10 lit. Il biglietto d’ingresso costa le solite 10 lit per le vasche e altre 10 per il sito archeologico di Hierapolis. Quest’ultimo si rivela estremamente deludente, solo una minima parte di esso è scavata, mentre il museo dei sarcofagi si può visitare solo dietro il pagamento di un ulteriore biglietto e riteniamo non valga la pena. Ci permettono di vedere le antiche vasche, sono bellissime, ma per potervi accedere a fare il bagno si devono pagare altre 25 lit a testa (per due ore). Quindi decidiamo di scendere il famoso castello di cotone, la scelta è decisamente azzeccata! Si può percorrere solo a piedi nudi per non rovinare le concrezioni di calcare: fare il bagno in queste vasche è una cosa piacevolissima. Ci crogioliamo per ore in questa acqua-spa naturale fino al tramonto, quando il bianco abbacinante del calcare diventa arancione e l’acqua che scende assume le sembianze di una colata d’oro. È uno spettacolo imperdibile. Al camping incontriamo un gruppo di 16 camper italiani che viaggiano organizzati da un tour operator, a Istanbul hanno pernottato al London Camping: allora esiste!
22 agosto
La nostra destinazione di oggi è Kas, al camping Olympos. Vi giungiamo nel primo pomeriggio dopo aver attraversato un grande altipiano a 1450 mt di quota. Acquistiamo, presso i soliti banchetti che si trovano lungo la strada, cetrioli, pomodori e meloni. Ci fermiamo ad una delle tante fontane a far scorta di acqua freschissima e lì vicino troviamo un venditore di polli arrosto. Dona è un po’ scettica sul grado di cottura degli stessi, ma dovrà ricredersi. Arriviamo al camping Olympos di Kas nel primo pomeriggio: è un piccolo camping con una piccola ma ben tenuta spiaggia. Abbiamo difficoltà nell’entrare a causa del Roller Team di un italiano che si è messo in mezzo ai piedi pur di alzare la parabola. Il mare è pulito e le persone gentili, ci domandano se vogliamo cenare con pesce e noi prenotiamo la cena. La sera ci fanno trovare la tavola apparecchiata proprio sul mare, ci portano un delizioso pesce alla griglia con contorno di verdure e patate, melone scavato col gelato all’interno e birra locale (Efes), il tutto a circa 15 euro a testa: cena deliziosa, cornice impagabile!
23 agosto
Gianni purtroppo ha una rogna col frigo, non funzionando bene il gas non parte se non allacciato alla 220 o in marcia. Per questo decidiamo di non fermarci a vedere il paese di Kas ma di proseguire direttamente per Demre, con questo caldo non ci si può permettere di avere il frigo fuori uso. Fatichiamo un po’ a trovare il campeggio “Demre e Lecco”(gps N36°13,479’ E29° 59,408’), contraddistinto da un cartello con l’immagine di Babbo Natale. Ci sbagliamo e arriviamo ad un camping (si fa per dire) su una spiaggia sabbiosa; ci sono gli allacci ma è molto isolato e non è quello che cercavamo. Dopo aver girato un po’, finalmente riusciamo ad imboccare la traversa giusta. Il posto è veramente carino e curato, contraddistinto da un bel prato verde e su una grande spiaggia di ciottoli. Mentre Gianni, Arna e Ivano smanettano col gas, noi andiamo a farci un bel bagno. La spiaggia è immensa e ci saranno non più di una decina di persone! Il mare è pulito e l’uso delle attrezzature da spiaggia assolutamente libero (in Italia dovrebbero imparare); solo dopo ore, nel pomeriggio, ci vengono a chiedere se desideriamo bere qualcosa di fresco. Ovviamente accettiamo e ne approfittiamo per chiedere se è possibile avere un mezzo per visitare Myra e una barca per andare a Kekova. Ci assicurano entrambe le cose e noi trascorriamo la giornata in pieno relax.
24 agosto
Oggi è il compleanno di Gabri. Alla mattina due taxi, contattati dal gestore, ci sono venuti a prendere al camping per andare a visitare il sito di Myra e la chiesa di San Nicola. Saranno praticamente a nostra disposizione per l’intera mattinata, abbiamo concordato un prezzo di 50 lit (25 euro) a taxi. Ci rechiamo quindi al sito delle tombe rupestri della civiltà Lycia: sono uno spettacolo veramente particolare. Peccato che nessuna sia agibile e ci si debba accontentare di ammirarle da sotto. Anche il teatro è grandioso, tutto il sito ha però l’aria un po’ trasandata e non lo meriterebbe. La chiesa di San Nicola è molto interessante, anche se avvicinarsi al sarcofago è quasi impossibile a causa della fila immensa di turisti russi, osannanti in preghiera, che pedissequamente lo vogliono toccare e, ovviamente, ognuno dire la propria orazione.
25 agosto
Questa mattina ci sono venuti a prendere per portarci ad Andriake, dove ci aspetta la barca per fare il giro che avevamo prenotato. La “ barca” è un grande cabinato a motore e il capitano è coadiuvato da suo figlio. Come prima tappa visitiamo una grande grotta nella quale penetriamo a malapena con un mare cristallino e dai colori da sogno; poi ci porta in una bella insenatura dove si fa un bagno meraviglioso; quando si riparte ci porta a visitare le rovine di Simena, una città che si trovava sull’isola di Kekova – questa una volta era unita alla terraferma, ma un grande terremoto l’ha fatta sprofondare in mare. Dal fondo trasparente della barca si possono ancora vedere le vestigia della stessa, anfore e molti altri oggetti. Siamo poi andati al paese di Kekova a visitare il suo castello; vi si arriva solo via mare o attraverso una mulattiera. Il posto è veramente bello e ci sono molti negozietti artigiani dove abbiamo comprato oggetti molto carini a buon prezzo. Dopo aver visto, sempre dal fondo della barca, il relitto di una nave, siamo entrati in una baia molto riparata dove, mentre noi facevamo una nuotata rinfrescante, il capitano e suo figlio allestivano un pranzetto coi fiocchi a base di pesce alla griglia, insalata di pomodori e cetrioli e patatine fritte. Come finale melone e anguria. Dopo il fatidico caffè turco siamo ripartiti per entrare in un’insenatura profonda come un fiordo dove l’acqua, a differenza di tutti i posti in cui abbiamo fatto il bagno, era freddissima. Questo perché fuoriescono numerose sorgenti dalle rocce ai lati. Per questa splendida giornata abbiamo speso 450 lit tutto compreso (pranzo e servizio taxi andata e ritorno al camping). Il capitano, sig. Cimen, al ritorno ha assolutamente voluto offrirci il caffè nella sua casa presentandoci la famiglia e offrendoci gli squisiti fichi dei suoi alberi. Abbiamo concluso la serata al camping, dove il proprietario si è prodigato per farci avere l’indirizzo del camping di Antalya (visto che non siamo riusciti a trovare le coordinate gps) dove dovremo aspettare l’arrivo di Ale e Fra. Al camping “Demre e Lecco” ci siamo trovati molto bene, unico neo le docce solo fredde ma col caldo torrido che abbiamo trovato va bene anche così, abbiamo speso 75 lit a camper per tre notti. Abbiamo trovato persone gentili e disponibili. Per andarci, il satellitare (almeno il nostro Becker Z 99) porta alla strada principale, poi si deve girare in corrispondenza dell’indicazione del ristorante “Limoneda”; una volta trovato questo basta proseguire per un 200 mt e si nota subito il cartello con Babbo Natale vestito da bagnino. È un posto che consigliamo assolutamente, sicuramente meglio di quello di Kas, sia per le dimensioni della spiaggia sia per la struttura stessa.
26 agosto
Partiamo con tutto comodo a ci dirigiamo verso Kemer alla ricerca di Cirali, dove secondo la guida Rutard si dovrebbe trovare il camping Green Point. Troviamo il posto, ma del camping neppure l’ombra. Tutti quelli che incontriamo non sono adatti all’altezza dei nostri mezzi (noi siamo 3,10 mt), ci sono alberi troppo bassi. Troviamo un posto dove far manovra per girare indietro e cercare altrove. Dei campeggi segnalati sulle guide o sulla cartina che ci ha fornito prima della partenza l’ambasciata Turca (che quindi avrebbe dovuto essere aggiornata), neppure l’ombra. Ci fermiamo a pranzare con un panino cercando, senza trovarlo, un posto con un po’ di ombra: ci sono 44 gradi e si soffoca. Finalmente, vediamo i cartelli del Mandalina Camping. Ci sistemano all’esterno sempre a causa dell’altezza, ma ci danno l’allaccio alla 220, sui servizi (bagni e docce ) meglio soprassedere, il costo è di 35 lit a camper (esagerato rispetto a ciò che viene offerto e in paragone a Demre). Non ci chiedono neppure i documenti e non ci fanno ricevute, ma per stasera va bene così. Siamo sulla spiaggia e possiamo rilassarci con un bel bagno rinfrescante, e se la doccia dopo è arrugginita e l’acqua gelata, non ci facciamo caso.
27 agosto
Oggi andiamo ad Antalya ed è il compleanno di Gianni. Il caldo soffocante di ieri ci porta a scegliere di visitare le cascate Superiori di Duden, il sito è veramente bellissimo e imperdibile per una vacanza in Turchia in camper. Una grotta molto suggestiva passa dietro la cascata e consente di vedere uno spettacolo incredibile. Tutto è molto verde e da un senso di refrigerio che apprezziamo molto, visto le temperature torride di questi giorni. Sempre in cerca di refrigerio decidiamo di andare a visitare la stazione sciistica di Saklikent a 1750 mt. Segnalata anche sui cartelli stradali, sono circa una quarantina di chilometri da Antalya, la strada non è certo delle migliori. Al nostro passaggio come spesso avviene suscitiamo curiosità. Arrivati in cima non fa il fresco che ci si aspetterebbe a tale quota, ma almeno non è umido e stando all’ombra godiamo di una discreta frescura. Pranziamo e, dopo esserci un po’ rigenerati, scendiamo alla ricerca del Denizer camping (che pare essere l’unica struttura in grado di ospitarci). Lo troviamo all’inizio di Antalya (cioè entrando in Antalya provenendo da Kemer, si gira a destra subito prima del distributore BP). Il camping sarebbe anche bello se fosse tenuto bene; ha due piscine, ma tutto ha l’aria molto fatiscente e l’incuria si nota particolarmente nei bagni, strutture decadenti e arrugginite. Nei campeggi non abbiamo mai trovato il pozzetto per le acque grigie che abbiamo sempre dovuto scaricare a terra.
28 agosto
Oggi dedichiamo la giornata a visitare la città vecchia. Con l’autobus ci portiamo in centro e da qui a piedi scendiamo verso il porto. Tutto è veramente carino, le viuzze, i negozi, le persone! In un negozio chiediamo consiglio su dove mangiare. Il gestore, gentilissimo, chiude il negozio per accompagnarci al ristorante “La terrasse”. Inizialmente siamo interdetti, il posto sembra proprio uno di quelli dove spennano i turisti ma lui sostiene di non badare alle apparenze e ha ragione.La terrazza sulla quale pranziamo ha un colpo d’occhio splendido sulla baia, dove si vede anche la Cascata Inferiore di Duden (quella che si getta direttamente in mare) e miriadi di barconi che portano i turisti ad ammirarle. Pranziamo a base di calamari fritti che ci servono con una salsina paradisiaca – non mancano focaccine, insalate varie e frutta. Il conto è di circa 90 euro e siamo in sette! In serata siamo veramente stanchi e con l’autobus torniamo al camping, questa sera aspettiamo l’arrivo dei nostri amici Ale e Fra che si fanno portare in camping con il taxi.
29 agosto
Oggi cominciamo l’avvicinamento in Cappadocia, la tappa che faremo ci porterà a Beysehir. La strada sale oltre i 1200 metri ma fa caldo e attraversiamo chilometri e chilometri di territori coltivati a grano, ormai tagliato, che hanno l’aria di una steppa dorata con rari e sparuti alberi. Andiamo a visitare quella meraviglia della Moschea di Cedro, e visto che è presto anche il sito delle vasche degli ittiti, una fonte naturale con le vestigia di vasche e piscine molto interessanti. Torniamo a Beysehir a cercare il punto di sosta di cui avevamo letto sulla guida Vivicamper. Tale posto purtroppo non esiste più, c’è ancora l’insegna ma ci stanno costruendo un palazzo! Proseguendo sulla stessa strada per un paio di km si trova, sulla destra, l’ADA camping. È un ristorante (chiuso per Ramadan) che ha un prato che permette la sosta e fornisce l’attacco alla 220. Al momento attuale non altro, anche se sta costruendo i servizi (bagni e docce) quindi nel prossimo futuro sicuramente migliorerà.
30 agosto
Ci avviamo verso la Cappadocia facendo sosta al Caravanserraglio di Sultahani. L’edificio è maestoso: una grande corte circondata da mura sulle quali si aprono magazzini e quelli che erano luoghi d’incontro comune e una grande stalla nella quale potevano essere ricoverati fino a 300 dromedari. Al centro una piccola moschea. Peccato che i vani dell’edificio, spesso ricchi di ornamenti pregevoli, non siano adeguatamente illuminati e che la guida, pur dotata di grandissima buona volontà, parli solo uno stentatissimo inglese. Arriviamo al Kaya Camping nel pomeriggio. Entrare a Goreme è come entrare in un sogno: sono appena arrivata e già mi rendo conto che questo è uno dei posti più incantevoli della terra, una meraviglia. Dal camping si gode di una splendida vista sulla valle sottostante, la struttura finalmente è adeguata: docce e bagni puliti e curati, una lavanderia che utilizziamo immediatamente e una bellissima piscina nella quale ci tuffiamo per un bagno refrigerante e rilassante. Verso le 18 arriva arriva il Sig. Mehemet Cingil, al quale avevamo telefonato preannunciando il nostro arrivo. È una persona molto gentile e disponibile, che subito ci spiega bene il programma che ci ha preparato; saranno tre giorni molto intensi, col vantaggio che potremo lasciare fermi i nostri mezzi a riposare.
31 agosto
Ci siamo svegliati presto, udendo strani rumori simili a soffi: mentre stava sorgendo il sole, abbiamo assistito all’incredibile spettacolo offerto da una quarantina di mongolfiere multicolori che veleggiavano sulla valle… La colazione più straordinaria della mia vita! Con Mehemet che ci farà da guida oggi visiteremo varie cose iniziando dal Museo all’aperto di Goreme. È uno spettacolo di incredibile bellezza. Il museo all’aperto consiste in un grande complesso monastico scavato nella roccia dei pinnacoli, conosciuto come camini delle fate. È costituito da varie chiese scavate direttamente nella roccia e dipinte con affreschi di notevole bellezza; accanto c’erano alloggi, cucine e refettori. La più grande di queste chiese è quella conosciuta come chiesa della Fibbia. Tutta la valle è il risultato di un rimaneggiamento del vento e della pioggia su strati di roccia (di origine vulcanica) con densità e durezze diverse; risultato di una spettacolarità unica! Facciamo una passeggiata nella Valle dell’Amore e poi ci rechiamo a visitare una scuola statale, dove viene insegnata l’arte di annodare i tappeti e fabbricata la seta (si vede l’intero ciclo dal bozzolo alla colorazione). Dopo pranzo andiamo a visitare un laboratorio di ceramiche dove si può vedere l’intero ciclo produttivo. Torniamo al camping dopo essere passati a prenotare il giro in mongolfiera che faranno domattina Gianni, Gabri, Arna, Davide Ale e Fra. Iva, Dona ed io resteremo ad ammirare lo spettacolo da terra. Il prezzo del volo tra le altre cose non è proprio economico, va dai 110 ai 150 euro per persona.
1 settembre
Gli organizzatori del volo in mongolfiera verranno a prendere i nostri amici alle 5.15, per rientrare verso le 8.00 dopo aver visto sorgere il sole sulla valle. Verso le 10 verrà a prenderci il pulmino guidato dal simpatico collaboratore di Mehemet, il cui nome turco significa “Nero”. La mete principali di oggi sono la città sotterranea di Kaimakly e la valle di Hilara, molto nota per le sue bellezze naturali e per essere stata sede del set di uno dei film della prima serie di Guerre Stellari. La città sotterranea è una cosa particolare e molto suggestiva; degli otto piani di cui è composta solo i primi tre sono visitabili ma danno comunque il senso di cosa doveva essere. Grandi ruote di pietra fungevano da porta. All’interno ci sono circa 5000 camere, cucine, magazzini e grandi camini che assicurano la circolazione dell’aria e una temperatura quasi costante. Un’opera di ingegneria immensa se si pensa che è stata tutta scavata a mano. Nel pomeriggio abbiamo visitato la Valle di Hilara, un grande canyon che il fiume ha scavato nella roccia vulcanica; c’è il contrasto fra queste pareti verticali di un particolare colore rossastro e il verde intenso della vegetazione che cresce sul fondo della valle, lungo il corso d’acqua. Anche qui si possono ammirare varie chiese rupestri, alcune sarebbero mirabilmente affrescate, ma il loro stato di conservazione non è dei migliori. La passeggiata dura un paio d’ore. Troviamo refrigerio in un punto di ristoro carinissimo, con i tavolini e le panche in mezzo al fiume, e ci facciamo un paio di “Efes” e qualche caffè turco sguazzando con i piedi nell’acqua fresca insieme alle anatre. Sulla via del ritorno vediamo la Pigeon Valley con le sue piccionaie che, come ci aveva spiegato Mehemet ieri, servono a raccogliere il guano che viene usato per concimare le vigne. Godiamo dello splendido panorama e infine visitiamo il “castello”, una grande formazione completamente scavata e utilizzata come abitazione.
2 settembre
Anche oggi il programma è ricco. In mattinata andremo alla valle di Songali, famosa per la fabbricazione artigianale delle bambole. La valle è alquanto lontana dal posto dove campeggiamo, ma abbiamo sempre il pulmino col fido “Nero” che parla un po’ d’inglese e che comunque ha una comunicativa simpaticissima e comprensibilissima. Il posto è veramente incantevole. Appena giungiamo notiamo una famiglia intenta a cucire e ornare queste bambole: sono persone di una gentilezza estrema, ci fanno accomodare nella loro casa. Fanno dei lavori talmente fini che tutti acquistiamo più di un oggetto, bamboline, guanti e pantofoline. Continuiamo la visita alla valle lungo un percorso che ci porta a vedere alcune chiese rupestri e il vecchio villaggio. Nel pomeriggio torniamo verso Goreme facendo un giro diverso e vedendo la formazione di camini delle fate chiamata “la famiglia”. Torniamo al camping. Stasera concludiamo la permanenza in Cappadocia andando a vedere la cerimonia dei Dervisci Rotanti che si svolge all’interno di un suggestivo caravanserraglio. Il Sig. Mehemet Cingil ci ha organizzato le escursioni nella maniera migliore e credo di fargli cosa gradita divulgando il suo numero di telefono; parla ottimamente italiano e ha una cultura notevole, ci ha permesso di passare giornate fantastiche senza muovere i nostri mezzi e il Kaya camping è stato il migliore in assoluto di quelli utilizzati fino ad ora.
3 settembre
Direzione Istambul: percorriamo la statale che fiancheggia il grande lago salato di Tuz, il quale compare come un miraggio dai colori indescrivibili. L’impatto col traffico di Istanbul è stato sconvolgente. Avevamo impostato le coordinate del parcheggio di Kennedy Caddesi (dopo il mercato del pesce): siamo arrivati al parcheggio isterici!Tale parcheggio sarebbe molto comodo in quanto è praticamente in centro, a due passi dai principali monumenti, ma non è certo adatto a chi vuole un minimo di tranquillità o di servizi. C’è gente che va e viene per buona parte della notte, si sente il traffico del Kennedy Caddesi e non ha alcun tipo di servizio. Costa 25 lit a camper a prescindere dagli occupanti. Domattina chiederemo all’ufficio turistico notizie del London Camping o vedremo di spostarci fuori Istanbul.
4 settembre
Abbiamo visitato per prima Haya Sofia, la grande chiesa prima cristiana, poi trasformata in moschea ed ora museo. Dopo siamo andati a visitare la cisterna basilica: che posto splendido! Il colonnato sovrastato da capitelli dorici si specchia nell’acqua e giochi di luce rendono l’ambiente molto particolare e ricco di fascino. Bellissime le teste di medusa che fungono da base a due colonne nella parte più interna della struttura. Pranziamo con i caratteristici pani venduti alle bancarelle davanti Haya Sofia e poi ci rechiamo alla Moschea Blu. Usciamo da Istanbul con molta meno fatica di quando ci siamo entrati e ci portiamo a Kilios. Il Mistik camping è un piccolo camping tranquillo e discreto, almeno abbiamo un minimo di servizi e l’attacco alla 220 volt.
5 settembre
Torniamo in città tutti su un camper, parcheggiando in Kennedy Caddesi. Per la prima volta piove. Parcheggiamo vicino al mercato del pesce; il pescato esposto è straordinario e visto che è quasi ora di pranzo assaggiamo degli ottimi panini col pesce, specialità locale. Visitare il Dolmabache, il palazzo sede del sultanato e usato come residenza anche da Ataturk. Ha funzionato come sede del governo fino a che la capitale è stata spostata ad Ankara. All’uscita non piove più, così facciamo un giro sul ponte di Galata e nel mercato delle spezie vicino: vivo, reale e simpatico, peccato che fosse quasi ora di chiusura. A fine giornata abbiamo accompagnato Ale e Fra all’aeroporto. Dall’autostrada, in vicinanza di questo, vediamo l’insegna luminosa del London Camping del quale non eravamo riusciti ad avere notizia all’ufficio del turismo della città.
6 settembre
Torniamo ad Istanbul. Oggi dedicheremo la giornata al Topkapi. Fatti i biglietti per l’ingresso al palazzo, contattiamo una guida parlante italiano come avevamo fatto ad Efeso. Questo ci ha permesso di evitare di essere dispersivi. Siamo andati a vedere il Tesoro – sulle guide c’è scritto che anche per questo si paga un biglietto supplementare ma attualmente non è così – l’ingresso è libero. Dopo aver ammirato le magnificenze esposte, siamo usciti stanchi e affamati. Il punto di ristoro all’interno del Topkapi è carissimo, anzi esageratamente caro, quindi abbiamo preso i soliti panini alle bancarelle all’esterno. Abbiamo camminato fino a raggiungere il gran Bazar, molto bello ma, secondo me, molto turistico e poco reale, e mi ha dato l’impressione che sia poco frequentato dai locali, a differenza di quello in cui eravamo stati ieri.
7 settembre
Lasciamo Istanbul e torniamo a Edirne sostando al Camping “ Grande Omur“, uno dei migliori fra quelli incontrati in questo tour della Turchia in camper. Prendiamo l’autobus che porta in centro e andiamo a visitare la moschea. Ha un bellissimo minareto a tortiglione molto particolare e mai visto. Nella sua semplicità questa moschea ci è piaciuta quasi più che la tanto decantata Moschea Blu. Facciamo un giro nel centro pedonale. Questa cittadina a dire il vero ci piace molto, ci sono fontane ovunque con ambientazioni raffinate e scenografiche.
8 settembre
Usciamo dalla Turchia e entriamo in Bulgaria: inizia il viaggio di ritorno. Ci fermeremo a vedere il monastero di Bakovo. Facciamo a ritroso la stessa strada dell’andata. Nei pressi di Plovdiv deviamo per il monastero, dove sappiamo dalla guida Vivicamper esserci un parcheggio custodito dove si può pernottare. La vallata di Bakovo è molto bella e la visita al monastero interessante. Nei giorni seguenti facciamo lunghi e veloci trasferimenti fermandoci nuovamente al Camping Dunav di Zemun, alla periferia di Belgrado, e più a nord, con una deviazione in Slovenia, alle grotte di Postumia. Il camping al quale ci appoggiamo, nei pressi di Postumia, è assolutamente all’altezza della situazione, ha una bella collocazione e servizi ineccepibili. Ultima tavolata tutti insieme prima del rientro.
Conclusioni
In questo viaggio ho imparato ad apprezzare la gentilezza e la disponibilità dei turchi. Abbiamo imparato ad apprezzare la loro cucina che nulla ha da invidiare alla nostra, ottimo il pesce, le pide e le gozleme, il pollo e l’agnello. Vi consiglio di non riempirvi di provviste; frutta e verdura si comprano anche nelle bancarelle lungo le strade ed è buonissima con prezzi molto convenienti; i supermercati sono fornitissimi, si trova persino la pasta, l’unica cosa che non si trova è l’acqua minerale frizzante. La carne si compra nei supermercati, non aspettatevi le fettine o i tagli come da noi. Il costo della vita è decisamente più abbordabile, fatta eccezione per il costo del gasolio o dei carburanti in genere che è più alto che in Italia: da questo punto di vista è un viaggio che costa moltissimo. Fra l’altro è veramente in contrasto con i prezzi delle merci in generale. L’impressione generale che mi ha dato la Turchia è quella di un paese moderno, laico e con grandi potenzialità. L’unico neo di questo viaggio è stato il grande caldo, talvolta insopportabile, specie sulla costa dell’Egeo e del Mediterraneo (con temperature anche molto oltre i 40°). In Cappadocia, pur essendo caldo, l’altitudine lo rende più asciutto e sopportabile. Chi soffre il caldo farebbe meglio a programmare il proprio viaggio in quste terre in un periodo diverso da quello in cui ci siamo stati noi.