No, non siamo impazziti…Roscigno Vecchia è davvero un borgo che cammina, o per meglio dire che si sposta a causa di frane e smottamenti che ne hanno determinato l’abbandono. E’ proprio questo stato di abbandono ad attirare qui i turisti, affascinati dall’immagine di un tempo che si è fermato, dalla quiete e dal silenzio dei ruderi.
foto viviroscigno
Roscigno si divide in una parte vecchia e una nuova. Ad interessare il turista che giunge in questo piccolo borgo campano in qualsiasi stagione dell’anno è soprattutto Roscigno Vecchia per la sua storia fatta di frane e abbandoni tanto che oggi rappresenta uno dei paesi fantasma più visitati e celebrati dai media. Roscigno Vecchia è infatti una parte del paese completamente disabitata, da moltissimo tempo. Esattamente dal 1902 quando ci si rese conto che non era più possibile abitare in un territorio interessato da pericolose frane.
Roscigno Vecchia borgo fantasma che cammina
Su queste montagne del parco nazionale del Cilento, in provincia di Salerno, il primo nucleo abitativo di Roscigno sorge verso la fine dell’anno Mille intorno ad un monastero di Benedettini e come base per le attività dei pastori. Purtroppo la storia di questo borgo è meglio conosciuto per le frane e le alluvioni che lo hanno colpito lungo i secoli. L’instabilità del terreno è infatti un elemento che ha sempre accompagnato la storia di Roscigno. Il paese fu caparbiamente ricostruito per ben tre volte. La prima frana si verificò nel 1600, la seconda un secolo dopo e, infine, agli inizi del Novecento quando gli abitanti di Roscigno furono costretti da due ordinanze ad abbandonare quella che divenne Roscigno Vecchia, il borgo fantasma, e a stabilirsi nelle zone più basse della località “Piano”. Da questi fatti nasce la denominazione di “paese che cammina” o quella di “la Pompei del ‘900”.
Aggirarsi nel paese di Roscigno Vecchia è come vivere nei primi del ‘900: tutto è rimasto fermo alle atmosfere e all’antico modo di vita di quel tempo. Entrando in alcune case si possono vedere i mobili e gli oggetti che accompagnavano la vita semplice e contadina di un tempo, abbandonati in fretta e furia e lasciati lì al loro destino dopo il trasferimento forzato. Dopo aver passeggiato tra i vicoli, si incontra la piazza con il bel lavatoio, la fontana, i cortili e i palazzi gentilizi che, con i loro portali in pietra, accolgono i visitatori, il cui numero è andato via via crescendo negli anni. Alcuni vani al piano terra delle antiche botteghe sono aperti ed è così possibile sbirciare nella fucina del fabbro, nelle cantine e nelle stalle. Infine troviamo la settecentesca Chiesa di San Nicola di Bari, sconsacrata e che conserva ancora tutto il suo elegante fascino.
Roscigno non è solo storia, ma anche natura ed escursioni naturalistiche e culturali. Innanzitutto, vicino si trova il sito archeologico del Monte Pruno, dove sono stati scoperti vasti insediamenti enotrii e lucani, datati dal VII al III secolo a.C. e la Tomba del Principe. Si tratta di una tomba che custodiva un ricco corredo sepolcrale, attualmente conservato nel Museo archeologico provinciale di Salerno.
Le sorgenti del Sammaro sono interessanti per la gola del Sammaro, visitabile, dove è possibile scoprire una natura selvaggia e acque pure e cristalline.
Per escursioni e trekking c’è la “Trazzera degli stranieri“, un antico tratturo il cui utilizzo come via di comunicazione si perde nella notte dei tempi e che attraversa gli scavi di Monte Pruno, tra tappe in lastricati di pietra che si alternano a sentieri in terra battuta e delimitati da muretti a secco.
Roscigno come arrivare
Roscigno si trova a 85 Km da Napoli e a 28 km dall’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, uscita al casello di Atena Lucana. Da qui si continua prendendo la Strada Statale 166 per poi deviare sulla strada provinciale al bivio di Corleto Monforte.
Area sosta
Parcheggio SP342 all’incrocio con via C. Giuliani
Informazioni