Nella Piana di Navelli, a pochi chilometri da L’Aquila, sbocciano fiori autunnali che racchiudono un tesoro: lo zafferano. Medioevo e tradizioni contadine resistono alle porte del Parco del Gran Sasso.
Navelli, Chiesa al tramontoIn autunno, quando la natura sta per mettersi a risposo, nella piana di Navelli, una piccola piantina è ancora nel pieno del suo ciclo vitale. La faticosa maturazione culminerà a fine ottobre, quando la pianta avrà raggiunto i 12-40 centimetri di altezza necessari per sorreggere un fiore meraviglioso e soprattutto pregiato. Ecco il fiore di Crocus Sativus Linneo, lo zafferano come natura crea. In questa piana, ai piedi del colle su cui si arrocca il borgo medievale di Navelli, in provincia dell’Aquila, ogni anno si rinnova l’appuntamento con la fioritura e la raccolta della spezia che dona sapore e colore a molti piatti della cucina mediterranea da secoli. La raccolta dei fiori, dai vivaci petali di colore viola, avviene da metà ottobre, rigorosamente all’alba e a mano, mentre a settembre i campi ancora scintillano del verde dei teneri germogli. Un itinerario tra i borghi che fanno parte del “Consorzio per la tutela dello Zafferano dell’Aquila” può risultare interessante per scoprire le origini di un prodotto tipico e della cultura contadina che intorno a esso si è sviluppata.
Ottocento anni sono trascorsi da quando lo zafferano mise per la prima volta radici in queste terre d’Abruzzo, intorno al 1200. Il primo a tentare l’esperimento piantando il bulbo di Crocus Sativus Linneo nella piana di Navelli fu un certo monaco domenicano, appassionato di agricoltura, appartenente alla famiglia Santucci di Navelli. Difatti, lo zafferano qui trovò un habitat molto favorevole.
Il borgo più conosciuto da cui può partire la visita è, appunto, Navelli. Questo piccolo paese arroccato, ormai quasi disabitato, si distingue per la bellezza del centro storico medievale, con le caratteristiche viuzze strette e silenziose che conducono al palazzo Cantucci, un edificio castellato di epoca tardo-rinascimentale. Poco lontano sorge la piccola frazione di Civitaretenga, anch’essa medievale. Navelli fa parte della Comunità montana Montagna di L’Aquila che comprende alcune tra le cime più suggestive dell’Appennino e altri borghi come Rocca Calascio, S. Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Carapelle e Castelvecchio Calvisio dove ammirare chiese, castelli, monasteri e palazzi di discreto valore artistico, danneggiate sì dal terribile sisma che tutti conosciamo ma che sono state lentamente e faticosamente ricostruite. Barisciano, per esempio, ancora è dominato dalle mura fortificate di un castello risalente al XII sec. Nel giorno della festa di Santa Caterina d’Alessandria, il 25 novembre, a Barisciano si svolge una fiera. Oggi, purtroppo, l’evento ha perso la funzione commerciale legata prettamente allo zafferano e si è trasformata in una semplice fiera, ma immersa in una architettura medievale che sa donare al contesto una piacevole atmosfera popolare.
I dintorni
Se avrete deciso di andare a osservare il lavoro dei contadini che, a mano e con estrema delicatezza separano gli stami rosso scarlatto da quelli gialli e dai petali viola dello zafferano, vi rimarranno molte ore della giornata a disposizione per visitare i dintorni dell’Aquila. Infatti, il raccolto avviene all’alba, prima che la luce del sole faccia aprire i fiori, pertanto, vi toccherà alzarvi molto presto. Quindi vi suggeriamo una visita alla stupenda area naturalistica di Campo Imperatore, una conca a 2000 metri d’altezza dal paesaggio lunare. Per raggiungerlo si possono utilizzare sentieri, la funivia oppure la strada che percorre un anello di 25 km. Qui, tra le escursioni più impegnative vi è quella che sale fino alla vetta del Crono Grande. La fatica sarà ripagata da una vista mozzafiato. Ma sentieri più facili partono dal piccolo orto botanico, posto accanto all’osservatorio astronomico, da cui si può ammirare il massiccio del Gran Sasso.
SPECIALITÀ DA GUSTARE
La cultura gastronomica abruzzese è figlia dei pastori, per questo abbonda di formaggi come caciotte, giuncate e il famoso pecorino. Le ricette tipiche sono spesso a base di carne d’agnello e di castrato e tra i salumi bisogna assolutamente assaggiare la mortadella di Campotosto. Nelle trattorie abruzzesi, come nelle case, protagoniste della tavola sono le zuppe di ceci e le minestre di lenticchie e patate. Se amate la pasta fatta in casa troverete soddisfazione assaporando le taccozzelle, le fettuccine, le pappardelle, le maltagliate e le volarelle, ma soprattutto i maccheroni alla chitarra. Un secondo, ma sostanzioso da bastare come piatto unico, è lo stufato detto “pecora alla cottora”. Da comprare e regalare a chi è rimasto a casa il delizioso torrone morbido.
SOSTA CAMPER
-AA Navelli: Parcheggio Boschetto Santucci. Coordinate GPS: 42°14’9.580” N – 13°43’42.390” E
-Parking Fonte Vetica, Campo Imperatore: parcheggio misto nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso N 42.42409, E 13.74275 N 42°25’27”, E 13°44’34”
-Tempera (AQ): area attrezzata, elettricità, camper service, centro abitato raggiungibile piedi. A 6 km da L’Aquila.
INFORMAZIONI
• Gran Sasso – Laga Park www.gransassolagapark.it
• Associazione Pro Loco di Navelli www.prolocodinavelli.it