Castello di Masino: un viaggio indietro nel tempo

Il castello di Masino domina da una collina il paesaggio del Canavese. Fu di Re Arduino e residenza per mille anni dei conti Valperga. Un tuffo nella storia immersi in un monumentale parco romantico.

Il Canavese è l’area nord-occidentale della Provincia di Torino, quella che, per intenderci, confina a nord-ovest con la Valle d’Aosta e comprende 120 comuni, un paesaggio naturale molto vario, dalla pianura ai monti, Parchi Naturali tutelati, numerosi castelli visitabili. Inoltre è una zona di passaggio per raggiungere la Valle d’Aosta o la Francia dal Monte Bianco. Un’area dunque funzionale a una tappa di un viaggio, a un weekend o a un itinerario della zona più articolato su differenti punti di interesse. Ne abbiamo isolato uno, il castello di Masino, che ha ispirato una deviazione di qualche ora sulla strada verso la Valle d’Aosta, richiamati dalla memoria (archiviata in età scolare) delle vicende di Re Arduino, il “primo re d’Italia” intorno all’anno mille, un periodo particolarmente cruento quanto storicamente interessante.

Castello di Masino, immerso nel giardino

Senza nulla saperne e parcheggiando a fatica nel parcheggio del castello (meglio fermarsi prima e fare quattro passi a piedi) abbiamo fatto questa improvvisata per una visita che ci ha davvero sorpreso, con scenari che ben poco hanno da invidiare ai blasonati Castelli della Loira: un panorama mozzafiato sulla pianura a sud della Serra di Ivrea, il Castello di Masino domina il paesaggio del Canavese. All’interno della cappella le spoglie di Re Arduino, primo Re d’Italia nel 1002. La visita guidata al castello permette di ricostruire i mille anni di storia che hanno visto testimone questo castello, i grandi mutamenti fino ad una manciata di anni fa quando il castello era ancora abitato e in particolare gli ultimi secoli sono tutti lì, rappresentati nelle sale con gli arredi, documenti, atmosfere.
Venne costruito nell’XI secolo per volere della famiglia Valperga, che lo ha abitato fino a una trentina di anni fa. La sala degli stemmi, all’inizio della visita, da una vaga idea di come le famiglie si intrecciassero e di quanto fosse determinante il matrimonio per gli assetti politici. La forma attuale risale alla seconda metà del XVI secolo, quando il castello fu ricostruito a seguito dell’intensa distruzione da parte dei francesi trasformandosi da antico fortilizio a vera residenza di rappresentanza. Venne successivamente arricchito da decorazioni e affreschi dalle diverse influenze espressioni della cultura figurativa lombarda, ben visibile nel salone degli antenati o nella Sala della Musica. Ai primi del Settecento risale la stupefacente decorazione del grande salone dedicato a Vittorio Amedeo II di Savoia e alla consorte Anna d’Orleans, commissionata dal conte Francesco I di Masino.
Alla la fine del Settecento risale, invece, una ulteriore opera di rinnovamento in armonia con la moda del tempo orientata verso il moderno neoclassico. Attori principali di questi interventi di ristrutturazione i fratelli Carlo Francesco II di Masino, viceré di Sardegna, e l’abate Tommaso Valperga di Caluso, poeta e matematico, uno dei più importanti rappresentanti della cultura dei Lumi nel nostro paese. Nello stesso periodo il Castello divenne residenza di campagna. Gran parte del suo fascino sta nelle numerosissime testimonianze culturali e di gusto mescolatesi nel tempo e mantenute dalle diverse generazioni con cura e rispetto della tradizione. Passeggiando tra una sala e l’altra la storia piemontese e italiana si racconterà attraverso i saloni affrescati e riccamente arredati tra Seicento e Settecento, le camere per gli ambasciatori, gli appartati salotti e gli appartamenti di Madama Reale: Maria Giovanna Battista di Savoia. Si resterà a bocca aperta nel Salone da ballo dalle ampie finestre di fronte ai damaschi del Salotto rosso e incuriositi nella Sala del biliardo con una serie di giochi “da tavolo” d’epoca.
Il giardino del castello, gigantesco e lussureggiante, è tipico dell’arte inglese e risalente al 1800, circonda per intero la rocca e si estende per diversi ettari di terreno, solcato da una strada che percorre per intero i suoi boschetti e che arriva fino alla vicina località di Strambino. Novità è la nuvola candida che avvolge i sentieri del Parco: 7.000 spiraee fioriscono a maggio e i fiori bianchi avvolgono il parco di profumi, creando una meravigliosa atmosfera nei percorsi storici.

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SPECIALITÀ DA GUSTARE
La cucina del Canavese ha origine nella tradizione contadina, legata all’agricoltura e all’allevamento della zona. Non perdetevi i capunet (involtini di cavolo ripieni di carne), la tofeja (fagioli, cotiche e spezie, cotta nella pignatta di terracotta, la tofeja appunto, simbolo della tradizione ceramica di Castellamonte. I vini piemontesi non hanno bisogno di presentazione, piuttosto si può integrare la meta con gli itinerari proposti da “Le strade del vino in canavese”. www.canavese-vallilanzo.it

DOVE MANGIARE
• Il Ristoro del Castello di Masino, via al Castello 1, Masino di Caravino
Il ristorante è situato all’interno del parco del Castello. Cucina territoriale con menù alla carta. Aperto a pranzo, la sera per cene su prenotazione. Chiuso il lunedì.
• Ristorante Masino, via Valentino 12, Masino di Caravino

SOSTA CAMPER
Sconsigliamo di raggiungere il parcheggio del castello con camper più lunghi di 6 metri. Meglio fermarsi sul piazzale della chiesa, nella parte opposta del paese.
• Camping del Sole, Frazione Comuna, 45, 13886 Viverone (BI) www.campeggiodelsole.com
Area attrezzata a Ivrea sulla riva destra della Dora Baltea (portarsi in zona stazione ferroviaria e seguire indicazioni).

INFORMAZIONI
www.visitfai.it/castellodimasino

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2 Commenti

  1. Bello peccato che quando lo scorso anno siamo andati con il camper non c’era un posto per fermarsi. Ci siamo fermati lungo la strada ma solo il tempo di una veloce visita.

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