Capo Nord Avventura Totale | Diario di viaggio

Capo Nord? Si ma in pieno inverno! La straordinaria avventura di tre amici e due gatti che con una Jeep e una Tabbert agganciata hanno raggiunto il tetto del mondo tra temperature polari e albe boreali.
Testo e foto Silvia Massone – Adriana Bovecchi – Tiziano Sgambato

Percorsi alcuni chilometri sul cruscotto si accende la spia dell’anomalia motore… La macchina non dà segni di cedimento concreti se non, in alcuni momenti, una leggera perdita di potenza. In Svizzera, in prossimità della galleria del San Bernardino, ci fermiamo per una sosta di rifornimento gasolio. Alla partenza la macchina perde colpi vistosamente… Il viaggio non poteva iniziare peggio di così. Buon Natale! La riparazione dell’auto è un’avventura nell’avventura. Vi diremo solo che un’officina a Verona ci rigenera il cambio e a tempo record ci rimette in condizioni di ripartire.

31 dicembre: a tappe forzate!
La Jeep è pronta. Guidiamo ininterrottamente, solo soste tecniche per rifornimento di gasolio e pause pranzo. La prima sosta per dormire è a Malmo, in Svezia, a 1.722 km dalla sede dell’officina di Verona. Ci fermiamo in un’area parcheggio dotata di servizi. Abbiamo anche attaccato il generatore per ricaricare un po’ le batterie della roulotte. Festeggiamo il Capodanno a modo nostro, senza aspettare la mezzanotte.

1 gennaio 2017: da Malmo a Sundsvall
Ci svegliamo al mattino rigenerati da una bella dormita e dopo la colazione ci si rimette in viaggio. La prima sosta che facciamo è per il rifornimento del gasolio: la macchina, con la Tabbert agganciata, beve come una spugna. Una nota positiva delle aree di servizio svedesi è l’area Serviceplats dedicata al rifornimento di acqua, attrezzatura per pulire i vetri e gonfiaggio gomme. In queste strade, e con così poca luce durante il viaggio, è fondamentale avere il vetro sempre ben pulito. Mai dimenticare il liquido antigelo per il parabrezza e importante tenere controllato il suo livello per non rimanerne sprovvisti.
La sosta successiva è in un’area attrezzata ai lati della E4. Le aree di sosta svedesi sono tutte dotate di servizi igienici puliti e riscaldati. Spesso e volentieri si trovano anche aree picnic con tavolini immersi nella natura e parchi giochi per i bambini. La strada è scorrevole e il paesaggio, pur non essendo innevato, è suggestivo con i suoi colori e laghi ghiacciati. Cerchiamo di sfruttare in movimento tutte le poche ore del giorno. Alle quattro del pomeriggio è già buio pesto. In serata inizia a nevicare, i fiocchi sono impressionanti. Lo scenario cambia e quando ci si ferma occorre anche ripulire vetri e gruppi ottici da una grande quantità di sale antigelo. Abbiamo pranzato in un Burger King… Cena in un McDonald, per variare. In Svezia sono numerosissimi. Per la notte ci fermiamo in un’area di sosta lungo la strada, a una trentina di chilometri da Sundsvall.

2 gennaio: da Sundsvall al Circolo Polare Artico

Sveglia di buon mattino. Non è stato necessario attivare il generatore, siamo riusciti a trovare un attacco per la corrente. Ci mettiamo in marcia. Il sole sta appena spuntando all’orizzonte e sono le 9.00 del mattino. Superata la città di Sundsvall e le sue industrie il paesaggio torna ad essere quello bucolico contraddistinto dalle tipiche case svedesi, dai colori accesi e i tetti spioventi. Impressionante è il passaggio su un ponte sopra un lago completamente ghiacciato.
Il paesaggio ci regala degli scorci mozzafiato. La cosa che ci colpisce è sentirci immersi in un ambiente pieno di laghi che, viste le temperature rigide, si è trasformato in un’immensità di ghiaccio.
Verso sera comincia a nevicare abbondantemente. Proseguiamo per svariati chilometri per poi fermarci all’ennesimo distributore di benzina per il rifornimento e la cena. Quando saliamo in roulotte ci rendiamo conto che la neve è entrata persino dentro la stufa Truma. Togliamo il coperchio per pulirla.
Quanto è accaduto dipende dal fatto che con queste temperature così al di sotto dello zero, la neve non si attacca al fondo stradale ma resta volatile, e al passaggio dei mezzi crea una turbolenza che la fa entrare nel buco del bruciatore della stufa. Abbiamo quindi chiuso il foro di passaggio dell’aria, visto che per il riscaldamento contiamo soltanto sul riscaldatore a gasolio.
Riprendiamo il nostro viaggio, il paesaggio al buio è suggestivo e i fari illuminano i fiocchi di neve che continuano a scendere. All’improvviso in lontananza vediamo delle renne al centro della strada che lentamente le avviciniamo: ci fermiamo e cerchiamo di fotografarle. È una grande emozione che ci fa sorridere e sentire meno la stanchezza di questo viaggio decisamente impegnativo. Verso le due di notte decidiamo di fermarci per dormire in una zona tranquilla, ormai all’interno del Circolo Polare Artico, contornati da una nevicata che non accenna a voler smettere.

3 gennaio 2017: Pit Stop
Le temperature sempre più rigide cominciano a farsi sentire, non tanto all’interno della roulotte dove il comfort è garantito dal riscaldatore Eberspächer, ma su alcune guarnizioni delle finestre dove la condensa ghiaccia. I segni del viaggio si cominciano a vedere anche sul viso del nostro “driver” che marcia a tappe forzate fino a quando le strade sono in buono stato. Non sappiamo cosa troveremo più a nord. Ogni volta che si riparte è necessario liberare la caravan dalla neve accumulata durante la notte.
Il paesaggio che ci circonda è suggestivo nei suoi colori sempre bui nonostante siano già le 9.30 del mattino. Tutti gli oggetti intorno a noi sono ricoperti dalla neve: la strada e la natura circostante sono un tutt’uno… Anche i cartelli stradali. Procedendo su queste strade innevate con andatura prudente, più volte incrociamo camion che sfrecciano a velocità impressionanti. Arriviamo al confine con la Finlandia che attraversiamo grazie ad un ponte su un fiume completamente ghiacciato.
Visto il peggiorare delle condizioni del manto stradale e, soprattutto, non avendo nessuna certezza su come saranno le strade norvegesi, a Kolarin decidiamo per il cambio delle nostre gomme appoggiandoci all’officina Kolarin Kumi Oy. Qui montiamo gomme chiodate su macchina e roulotte e lasciamo in deposito le nostre gomme termiche: tutta un’altra guida, maggiore tenuta di strada significa poter guidare più rilassati.
Comincia il freddo vero. Il termometro sul cruscotto fa registrare addirittura i -33°! Chiediamo l’assistenza al nostro team di amici dall’Italia che contattano l’unico campeggio ad Alta aperto in questa stagione, chiedendo alla reception di aspettare il nostro arrivo in tarda serata. Quasi in prossimità di Alta scorgiamo nel buio del cielo un bagliore. Cerchiamo uno spiazzo dove fermarci ad osservare e rimaniamo incantati dalla visione della nostra prima aurora boreale.
Arrivati in campeggio ancora pieni di emozione scopriamo purtroppo che il riscaldatore Eberspächer ha smesso di funzionare: va in blocco. Cerchiamo di non farci prendere dallo sconforto, grazie anche dall’uso della corrente garantita dal campeggio. Mettiamo in funzione sia la stufa Truma a gas che l’Ultraheat elettrico e nonostante il gelo esterno riusciamo ad ottenere in roulotte temperature assolutamente confortevoli. Dopo una piacevole doccia calda rigenerante ci addormentiamo stremati.

4 gennaio 2017: prima di tutto, il caldo

Al risveglio la priorità è rimettere in perfetta efficienza i sistemi di riscaldamento: fuori ci sono 25 gradi sotto zero. Tiziano ispeziona il pianale della roulotte per capire se neve o sporcizia hanno ostruito lo scarico o l’aspirazione del riscaldatore. Non sembrerebbe. Il problema è nel gasolio in arrivo: è ghiacciato. Ci serve un luogo riparato e riscaldato per lavorare. Lo troviamo ad Alta, all’interno di un autolavaggio. Riusciamo a riportare la temperatura all’interno della caravan sopra lo zero. Il riscaldatore torna a funzionare correttamente e provvediamo a modificare e coibentare ancora meglio l’impianto onde evitare futuri nuovi congelamenti.
Ci rimettiamo in viaggio, comincia a nevicare abbondantemente e la neve si accumula con rapidità coprendo ogni cosa. Per fortuna gli spazzaneve passano in continuazione e le strade sono percorribili anche grazie alle nostre nuove gomme chiodate. Durante il percorso, all’improvviso, torna a farci compagnia l’aurora con i suoi colori incantati. Riusciamo a trovare uno slargo nel deserto di neve e ghiaccio che ci circonda e ci fermiamo con l’intento di godere di questo spettacolo di luce sopra alle nostre teste. Immortalarlo è decisamente difficile. Il vento gelato sferza con delle raffiche micidiali e le nostre dita si congelano rapidamente nonostante gli strati di guanti. Quando tutto è finito riusciamo a capire ancora meglio il senso delle parole che ci aveva mandato in un messaggio il nostro follower Davide Congia: “La Dama è imprevedibile, un po’ capricciosa, ma quando danza nei cieli ti lascia a bocca aperta”. Continuiamo la nostra avventura con le anime rincuorate da questo spettacolo e ci fermiamo a dormire in un campeggio sulla strada. Pur essendo immerso nella neve, e aperto solo in estate, ha una parte dedicata ad affittacamere. Riusciamo quindi, grazie alla gentilezza e dalla disponibilità delle persone che ci accolgono, a trovare uno spiazzo per parcheggiare la nostra roulotte e attaccarci alla corrente. Appena sistemati ci accorgiamo che la “Dama” è venuta a darci la buona notte danzando sopra alla nostra roulotte. Ci addormentiamo col pensiero che ormai manca veramente poco alla meta!!!

5 gennaio 2017: Capo Nord!

Impazienti maciniamo gli ultimi chilometri che ci condurranno alla meta: dobbiamo raggiungere il punto di ritrovo per la partenza del convoglio entro le ore 11.00. Dopo molti chilometri nell’entroterra, ora la strada corre lungo la costa. Incontriamo lunghe gallerie che potrebbero essere chiuse. Al loro interno le rigide temperature del nord riescono ad alzarsi sopra allo zero termico. Una di queste passa addirittura sotto il livello del mare e ce ne accorgiamo per la pressione nelle nostre orecchie che si fa sentire. Il paesaggio è sempre affascinante e la costa svela degli scorci emozionanti ed improvvisi. Quando incontriamo il primo cartello che indica il comune di Capo Nord (Nordkapp) non resistiamo alla tentazione di scattare alcune foto. Già essere arrivati fino a qui ci fa sentire euforici!
Arrivati al punto di ritrovo per la partenza del convoglio ci troviamo in coda con solo poche macchine in un paesaggio completamente sommerso dalla neve, dove la strada si confonde con il territorio circostante. Il silenzio è surreale e le poche persone in attesa della partenza immortalano con le loro macchine fotografiche il cartello che indica gli ultimi 13 km. Mentre siamo in macchina per ripararci dal freddo pungente e dalle raffiche di vento vediamo arrivare lo spazzaneve che si posiziona davanti alla sbarra. Il nostro momento sta per arrivare… Tremiamo dall’emozione e anche un po’ per il freddo. Si accendono le luci, la sbarra di chiusura della strada viene alzata e il convoglio si mette in movimento.
La strada è subito in salita, il fondo è ghiacciato e ad ogni curva sembra che ci manchi il fiato. Si alternano scenari di pianura a lunghe salite, curve e discese. Tutto intorno è bianchissimo ma con quella luce “spenta” tipica dell’inverno polare. In lontananza si vedono gli strapiombi sul mare. Il convoglio ci distanzia quasi subito e si scorgono le sue luci in lontananza nel bianco. Cerchiamo di fare riprese video e scattare foto ma l’emozione è tale che alla fine preferiamo godercelo dal vivo estasiati. L’emozione è tale che Tiziano, durante alcune salite più impegnative, procede addirittura senza accorgersi del mancato inserimento delle quattro ruote motrici. Le ruote chiodate, avendo più grip sul fondo ghiacciato, ci hanno fatto proseguire senza problemi. Solo lui è in grado di fare questo tratto di strada in inverno, andata e ritorno, con una roulotte al seguito, utilizzando la sola trazione posteriore!
Arrivati nello spiazzo del parcheggio cerchiamo di posizionare il nostro “treno” in modo da poter fare delle foto. La luce durerà poco e cerchiamo di scattare più foto possibili in fretta. Un vento gelato sferza le nostre mani e la nostre facce ad una velocità intorno ai 50 km/h; con queste temperature è veramente difficoltoso fare qualunque cosa. Quasi ci dimentichiamo di vedere la famosa palla di Capo Nord. Lo spettacolo, una volta attraversato l’edificio centrale, è da mozzare il fiato: i colori di questa specie di tramonto polare (sono le 13.00) sono incantevoli, veniamo colti dalla frenesia di fermarci ad immortalare quello che vediamo per cercare di rendere indelebili le nostre emozioni.
Il freddo è sempre più pungente. Non sentiamo più le dita delle mani e dei piedi e la faccia, nei punti esposti al vento, è diventata un blocco gelato. Il convoglio riparte. Ci sembra di essere stati qui pochi minuti ma è già passata un’ora. Il vento sarà una cattiva compagnia sulla strada del ritorno. Le raffiche laterali, in combinazione con il fondo ghiacciato, sono molto pericolose. Proseguiamo molto lentamente fino ad una delle prime cittadine incontrate dove ci fermiamo per la notte, al riparo di un centro commerciale.

6 Gennaio 2017: il ritorno
Il vento non molla ma dobbiamo raggiungere Kolari per farci rimontare le gomme termiche. Arriviamo a Kolari verso le 15.00 e contattiamo il titolare che nel giro di una decina di minuti fa arrivare nell’officina, chiusa per le feste (è l’Epifania), due ragazzi che si mettono subito all’opera per il cambio gomme.
Il nostro driver prova un po’ di tristezza a lasciare le gomme chiodate che gli hanno permesso di affrontare con tranquillità questi territori ghiacciati e per distrarsi, nell’attesa di ripartire, apre il cofano della sua Jeep e dà una controllata ai livelli dell’olio per i necessari rabbocchi.
Una volta effettuato il cambio gomme riprendiamo il viaggio cercando una sistemazione per la notte che riesca a proteggerci dal vento continuo che non ci dà tregua.
La nostra impresa, nonostante le difficoltà, è riuscita, e le emozioni più coinvolgenti le portiamo sicuramente nel cuore.

The North Cape Expedition
The North Cape Expedition è il nome ufficiale di questa impresa. I protagonisti hanno fatto le cose sul serio: un sito, www.thenorthcapeexpedition.com, ha raccontato via via questa avventura. Il team ovviamente è presente anche sui social.
Tiziano Sgambato è sicuramente candidato al titolo di caravanista dell’anno. Per 15 giorni ha guidato la Jeep trainando la sua caravan Tabbert Rossini per diecimila chilometri, bruciando 1.300 litri di gasolio in condizioni proibitive. È intervenuto nelle riparazioni necessarie e ha mantenuto il sangue freddo nelle difficoltà quando il viaggio sembrava non poter partire.
La first lady è Adriana Bovecchi: ha sostenuto il marito mantenendo alto il morale della truppa nelle infinite trasferte, sostenuta a sua volta nella difficile impresa anche da Silvia Massone, la terza dell’equipaggio, grande amica della coppia e redattrice del diario di bordo. Dell’equipaggio fanno parte anche due gatte… Non si sa bene se hanno capito la portata dell’impresa di cui sono state protagoniste, ma sembra si siano comportate benissimo.

Curisità di viaggio

La roulotte durante il viaggio all’interno viene mantenuta ad una temperatura costante di 18° sia per evitare eventuali congelamenti e rotture degli impianti ad acqua, sia per avere un comfort gradevole nei momenti di sosta. A tale scopo è stato installato, ad integrazione del riscaldamento a gas di serie, un riscaldatore supplementare a gasolio Eberspächer Airtronic D4 plus.

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