Vino novello, piatti tipici, escursioni e un paesaggio autunnale mozzafiato: la quinta stagione dell’Alto Adige ha il profumo e il sapore dell’autenticità.
©Brixen Herbstwandern Alex FilzC’è un momento dell’anno in cui l’Alto Adige rompe tutti gli schemi e si presenta sotto una luce meno usuale: non solo piste da sci o boschi dove trovare refrigerio, ma anche un luogo speciale dove il gusto, la convivialità, la tradizione e la modernità si fondono in un mix unico. Durante il periodo autunnale, infatti, si vive il Törggelen, una tradizione talmente importante per l’Alto Adige da meritarsi la definizione di “quinta stagione”.
Da ottobre fino all’inizio dell’Avvento il territorio celebra un’antica tradizione della cultura quotidiana altoatesina che racchiude il meglio dell’ospitalità: a partire da inizio ottobre le porte dei masi si spalancheranno e nelle tipiche “stuben” si potrà assaggiare il “Nuien” – il vino nuovo – accompagnato da prodotti tipici locali. Un’usanza che si è mantenuta nel corso dei secoli: oggi come ieri la gente passeggia lungo sentieri circondati da vigneti e boschi di castagni degustando le delizie del luogo. E se un tempo erano i visitatori a portare il cibo durante le visite ai viticoltori, oggi sono proprio i produttori a offrire le proprie specialità: vino, il celebre Sußer – dolce mosto – e altre pietanze tipiche della stagione come lo speck, la zuppa d’orzo o la “Schlachtplatte” – un piatto con diversi tipi di carne, costolette, crauti e patate. E dulcis in fundo grappe, castagne e “Krapfen” ripieni di marmellata fatta in casa.
Il Törggelen: una tradizione che si racconta con i propri simboli
Il Foliage e le passeggiate: la stagione del Törggelen è l’autunno, un momento di grande bellezza per l’intero paesaggio. Passeggiare tra boschi di castagni e vigneti in festa, riempiendosi gli occhi di tinte decise e suggestive come l’arancio e l’ocra. Perché una conditio sine qua non di questo importante appuntamento è che i masi e i Buschenschänke si raggiungono rigorosamente a piedi. Una chance per battere sentieri tematici inediti e affascinanti attraverso i quali scoprire i prodotti del luogo.
La Stube: è il soggiorno delle case tradizionali altoatesine. Un simbolo della convivialità: la gente si riuniva in questa sala per condividere i pasti e rivedersi dopo una giornata di intenso lavoro nei campi. Per secoli è stato il luogo in cui si attendeva che la durezza dell’inverno venisse spazzata via dalla piacevolezza della primavera. In un tempo in cui non esistevano telefoni, TV e laptop, in montagna ci si riuniva in questa stanza, per cantare e giocare a carte con i vicini. La stube, però, non si trovava solo nelle abitazioni e nei masi, ma anche nelle locande tipiche dell’area alpina. Al caldo della sua stufa i contadini sedevano accanto agli avvocati e i commercianti potevano conversare con i politici: era un luogo di aggregazione sociale, in cui i discorsi sul tempo si mescolavano alle dissertazioni filosofiche.
Il Vino novello: in autunno gli amanti del vino si recavano presso i produttori ad assaggiare la nuova annata. Anche gli osti, che si rifornivano di vino direttamente dal produttore, volevano testare personalmente la qualità del vino nuovo. In origine la degustazione aveva luogo in cantina. Qui si trovavano le presse da vino fatte di legno, i cosiddetti Torggl, il cui nome deriva dal latino torquere – pressare.
Le castagne: un frutto molto importante nell’alimentazione della gente del luogo perché la popolazione meno abbiente le usava per produrre farina. Inoltre, il legno del castagno, ricco di acido tannico e quindi durevole, serviva e serve tuttora a produrre i sostegni per le vigne.