Road To Canada, In viaggio con Ermanno

Alla “conquista” del Canada orientale per ricongiungersi con una persona speciale. 10mila chilometri dall’Italia che il buon vecchio Ermanno, camper van del 1980, macina senza indugi. Paesaggi mozzafiato e soprattutto nuovi incontri e vecchie conoscenze che lasciano il segno: questa è l’avventura di Roberto e della sua famiglia, documentata nel loro toccante film.

1. Ciao Roberto, puoi presentarci la tua famiglia?

Ciao a voi della redazione e grazie per l’ospitalità. Siamo Roberto, Maddalena, il piccolo Sebastiano e l’ultima arrivata Matilda, di pochi mesi. Con Maddalena ci siamo conosciuti al tempo del liceo e da allora non ci siamo più separati. Nel 2015 è arrivato Sebastiano, un bel bimbo pieno di ricci che ci ha spinto, fra le altre cose, a prendere LA decisione: acquistare il nostro primo mezzo a quattro ruote. Prima ci arrangiavamo con bici, scooter e auto prese a noleggio in inverno. Ma in vista del nascituro questo non era più possibile, anche perché ci stavamo per trasferire in collina, fuori città. Non volendo un’auto tradizionale (destinata presto a svalutarsi, poco versatile e costosa da mantenere) ci siamo orientati su qualcosa di spartano, che fosse al tempo stesso macchina e camper. Ancora non lo sapevamo ma stavamo cercando un van. E così è arrivato Ermanno, camper van su meccanica Fiat 238 del 1980. È stato amore a prima vista, al punto che oggi Ermanno lo consideriamo un “hermano”, fratello: nel momento in cui questo furgone camperizzato è entrato nelle nostre vite, sono cambiate molte cose e siamo cambiati un po’ anche noi. Ermanno ci ha insegnato a guardare il mondo da un’altra prospettiva e a viaggiare in modo differente, senza “comfort” ma con dosi massicce di avventure e imprevisti che poi, al netto di tutto, rimangono esperienze indimenticabili.

famiglia Zambon

2. Parliamo di “Road To Canada, In viaggio con Ermanno”: cosa puoi svelarci sul vostro docufilm e come è nata questa idea?

“Road To Canada: in viaggio con Ermanno” è il racconto di una delle imprese più incredibili della nostra vita. Spedire Ermanno via nave in Canada, recuperarlo ad Halifax e viaggiare fino a Toronto, sperando anche di tornare a casa. Un viaggio per ovvie ragioni rischioso, che ha richiesto sei mesi di preparativi intensi da gennaio a giugno 2017, quando il mezzo è stato imbarcato nel porto di Anversa (Belgio). Da subito mi sono reso conto di quanto sarebbe stato bello condividere questa storia eccezionale con il pubblico che già ci seguiva sul blog e sui social media. Così ho sentito Marco, un vecchio amico dell’Università con il quale, all’epoca, avevamo girato un paio di cortometraggi. Non ci sentivamo da circa dieci anni ma quando gli ho spiegato l’idea mi ha detto senza troppi indugi “parliamone”. Ci siamo visti e da lì abbiamo iniziato a lavorare al progetto di girare un documentario, senza troppi piani su ciò che sarebbe successo dopo.

In viaggio con Ermanno, Road to Canada
3. Ci sembra che l’aspetto emotivo di questa vostra avventura esca prepotente dalla visione del documentario: qual è il messaggio o i messaggi che avete voluto trasmettere?

Vero, l’aspetto emotivo è arrivato al cuore di molte persone. Questo perché nel film non raccontiamo solo il viaggio on the road attraverso il Canada Orientale: alla base di tutto c’era la volontà di ricongiungersi con mio fratello, emigrato in Canada per ricominciare una nuova vita con sua moglie Marissa ormai più di cinque anni fa. È una storia comune a molti, perché in tanti abbiamo un parente, un figlio o un amico distante, qualcuno che si è trasferito in un altro paese per ragioni di opportunità, lavoro, amore, studio e così via. E infatti, come sempre quando si viaggia, lungo la strada abbiamo incontrato altre persone, italiani in particolare, che hanno dimostrato quanto forte sia in loro il ricordo delle proprie radici. Forse è questo il messaggio più profondo che emerge dalla storia: per quanto distante uno possa andare, la felicità non dipende poi molto dal contesto, dai politici o dalle tasse, ma dagli affetti che ciascuno di noi porta dentro. “La cosa più difficile inizia adesso”, dice mio fratello nel film “quando vedi Robi che fa tutto questo viaggio, fa tutti questi sacrifici per venire qua da me, allora questa diventa una responsabilità, diventa qualcosa che devi dire… devo riuscire a: giving back”. È così per tantissime persone: il bisogno di giustificare e dare senso a una scelta forte come quella di mollare tutto e partire.

In viaggio con ermanno
4. Puoi parlarci di Ermanno?

Con o senza censura stampa? Battute a parte, Ermanno è un furgone camperizzato vecchio, lento e adorabile, il classico mezzo che tutti vorrebbero ma che per ragioni di “sicurezza”, “decoro”, “comodità” e “siamo-nel-2018-per-favore” nessuno poi si compra. È questione di punti di vista: di solito, più per abitudine che altro secondo me, si guarda solo agli optional, alla velocità, allo spazio disponibile. Per noi conta altro, ad esempio la possibilità di riparare il mezzo anche da soli nel bel mezzo del nulla, complice la semplicità della meccanica. Un po’ quello che succede con i vecchi e blasonati Westfalia T1, T2 e T3. Vi racconto questo aneddoto: un paio di anni fa siamo andati a Sestriere e al momento di parcheggiare Ermanno, l’impianto elettrico è saltato. Blackout totale (come poi abbiamo scoperto si trattava di una giunzione elettrica “bruciata”). Ho chiamato l’elettrauto e abbiamo fatto qualche prova senza successo. Poi mi ha detto: “Hai un cavo di rame?”. Mi sono guardato intorno e ho recuperato il filo per stendere la biancheria in campeggio. L’elettrauto mi ha spiegato come realizzare un ponte dal polo positivo della batteria al n° 33 del blocchetto di accensione. Bypassando l’impianto elettrico e quindi la giunzione, abbiamo girato un’altra settimana senza problemi e siamo anche tornati a casa. Su un mezzo “moderno” temo che avremmo dovuto chiamare un carro attrezzi e prendere un treno. In un modo o nell’altro, con Ermanno si torna sempre a casa. Basta capire come.

5. Progetti futuri?

Tanti, troppi. Nel blog www.inviaggioconermanno.it continueremo a raccontare la nostra vita e le uscite con Ermanno, in Italia o dove ci porta il destino. Per ora ci godiamo i frutti del nostro lavoro e andiamo avanti con la promozione del film Road To Canada. In pochi mesi ci sono arrivate decine di messaggi di apprezzamento e affetto da parte di persone che hanno visto il documentario. Chi è stato colpito dal nostro modo di essere genitori, chi dalle prodezze di Ermanno, chi dalla storia di mio fratello. Alcune di queste recensioni si possono leggere nel sito ufficiale www.roadtocanada.it, altre, come gli audio ricevuti su WhatsApp o i messaggi per posta, le conserviamo come uno dei ricordi più cari. Al di là di tutto, nessun progetto è sempre troppo azzardato: a bordo di un van, come ci ha insegnato Ermanno, si può arrivare ovunque.

Info: www.roadtocanada.it
www.inviaggioconermanno.it

Foto: Roberto Zambon

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