Valle d’Otro: magico incanto di neve e ghiaccio 

Soffice neve dove inoltrarsi ciaspole ai piedi, immergendosi nella silenziosa e immacolata Valle d’Otro alla scoperta dell’ antico mondo Walser e di grandiosi panorami alpini.

La Valsesia, area geografica dalle molteplici anime per la sua posizione particolare, letteralmente “pizzicata” tra le piemontesi Biellese ed Ossolano e la Valle d’Aosta, possiede uno spirito più forte degli altri legato all’antico mondo Walser. Un mondo tutto da scoprire.

Siamo in provincia di Vercelli, ma non quel mondo piatto punteggiato da specchi d’acqua e risaie cui si è solitamente portati a pensare. Questo è un mondo assai diverso, verticale, dove i paesi si affacciano sul panorama delle alte vette del gruppo del Monte Rosa, la cui cima massima, Punta Dufour, tocca i 4634 metri di altezza.

Benché sia, innegabilmente, montagna, la Valsesia è una valle facile da raggiungere: la strada scorre insolitamente dritta e graduale, adatta anche a quei viaggiatori che patiscono alla prima curva o per chi possiede un VR non proprio “tascabile”, per così dire.

La meta da raggiungere è posta alla fine della valle: Alagna Valsesia, a quota 1191 m. Oltre al borgo si trova qualche piccola frazione sparsa a punteggiare le pendici montane. Quest’ultime, solo da questo punto in poi si faranno minacciose e incombenti mentre prima, lungo la strada appena percorsa, si presentano con buffi arrotondamenti e cumuli che sembrano giochi dismessi da giganteschi bambini. Una sensazione che si ha soprattutto dopo Varallo Sesia, noto per il Sacro Monte, dal 2003 patrimonio Unesco. Ma la strada prosegue ed ecco Alagna: una stazione sciistica con impianti di risalita che permettono di collegarsi, attraverso il Passo dei Salati, al più vasto comprensorio Monterosa Ski. Ma non è necessario dover per forza sciare: il piccolo borgo propone interessanti passeggiate anche a chi ama camminare nel silenzio della montagna, ed è proprio questo, di cui andiamo in cerca.

Walser, questi sconosciuti

Valle Otro - Alagna Valsesia

No, non si tratta di un tipo di biscotto con farcitura a strati… Nelle vallate a ridosso del massiccio del Monte Rosa sono molto diffuse le abitazioni dalla base in pietra e la parte superiore di legno, chiamate blockbaum, riconducibili alla cultura walser. Ma chi erano mai, questi Walser?

Il termine sembra provenire da wallis, ossia vallese, riferito alla zona di provenienza di questa popolazione, la Svizzera, da cui giunsero nei secoli XII-XIII. Ma pare che le loro vere origini siano da cercare in Germania, tanto che nella valdostana Issime è tuttora parlato un dialetto, il titsch, che ha molte assonanze con dialetti della Germania meridionale. I walser si stabilirono nelle vallate meridionali del Monte Rosa, parte in Piemonte (per lo più in Valsesia e Valle Anzasca) e parte in Valle d’Aosta (soprattutto nelle valli di Lys e Ayas). Non ebbero mai scontri con la popolazione locale, anche perché si insediarono sempre in zone di quota, occupando territori non sfruttati e poveri di risorse, cosa che facilitò il loro isolamento e preservò usi e costumi.

Ciò che resta di più tipico della cultura Walser è certamente l’architettura. Le case in legno hanno una forma caratteristica e unica, issate come sono su specie di “funghi” di pietra che permettevano di salvare i granai dai topi e dall’umidità, e assumono nomi particolarmente evocativi che cambiano a seconda delle vallate e dell’uso: rascard, stadel, grenier…

Un mondo che si può scoprire visitando il Museo Walser in località Pedemonte (tel. 347 1377404) ma ancora meglio passeggiando con lentezza alla scoperta di questi edifici. Si avrà la sensazione di entrare nella storia poiché queste abitazioni si trovano a volte accentrate in un unico villaggio, a volte sparse nelle conche e nelle vallate. Ricche di dettagli, spesso con date incise sulle facciate a perenne memoria, sanno sussurrare le loro storie antiche e sta a noi saperle ascoltare ed immaginare, soprattutto quando sono attorniate dal silenzio della neve.

 

Le ciaspole, queste sconosciute

Valle Otro - Alagna Valsesia

Il silenzio ovattato avvolge i boschi addormentati sotto la neve, con l’unico rumore del fruscio prodotto da sé stessi. Basta fermarsi un attimo, per avere la sensazione che tutto il mondo sia fermo, con il fiato sospeso. Poi lo scricchiolio di un ramo, il tonfo di un grumo di neve caduto a terra, ci dicono che il mondo continua a girare e che presto, troppo presto, la neve se ne andrà e tornerà il verde della primavera. Ma per ora, godiamoci il freddo sulle guance, il gusto di una manciata di neve, il bianco accecante che colpisce gli occhi sulle spianate sfiorate dalla luce del sole. Troppo spesso si pensa che siano sensazioni riservate a provetti sciatori o arditi escursionisti alpini. Non è così. Chi ama anche solo camminare nel silenzio del mondo innevato ha oggi a disposizione le sempre più popolari e diffuse racchette da neve. Che le si chiami ciaspole, ciaspe, ciastre o “racchette da mettere sotto i piedi”, sono attrezzi perfetti per muoversi nei boschi invernali e raggiungere, così, ampi pianori dal panorama mozzafiato.

Non serve una attrezzatura particolare al di là delle racchette in sé e dei bastoncini, perché si possono fissare su qualsiasi tipo di scarpone e anche l’abbigliamento è il medesimo che si può usare per una qualsiasi passeggiata da fare al freddo. Inoltre, non serve alcun corso: il loro utilizzo è intuitivo e semplice e alla portata di chiunque: grande o bambino che sia. Ma dove usarle?

Un itinerario

Per mettere alla prova le ciaspole

Valle Otro - Alagna Valsesia

Una facile escursione da effettuare con le racchette da neve prende il via proprio dall’ufficio del turismo in piazza Grober, alle spalle della chiesa di San Giovanni, dall’aguzzo campanile. La piazza è assai particolare, con ampi cerchi e una grande fontana… a cerchi anch’essa! Già da qui si possono vedere le due anime di Alagna: le tipiche casette walser in legno con i caratteristici balconi a listelle e le case riccamente affrescate.

Dall’Ufficio informazioni turistiche, ospitato in un bel edificio di legno, si attraversa la strada arrivando in prossimità di una bassa fontana da cui parte un passaggio lastricato solamente pedonale (cartelli di legno “Otro/in Olter”): una bella passeggiata che porta tutto in piano ad un piccolo ponte di legno passando leggermente in posizione sopraelevata rispetto alle case, così da poterle ammirare in tutta la loro bellezza. Al di là del ponte si tiene il piccolo oratorio di San Pantaleone sulla propria sinistra imboccando il sentiero che, con un piccolo tratto in salita, porta sulla strada asfaltata. La si attraversa per proseguire lungo la ripida scalinata che ci accompagnerà per quasi tutto il tragitto (cartello “im Olter tol/al vallone d’Otro/3”).

La prima scalinata porta ad un tratto di sterrata; superato un pilone votivo si deve abbandonare questa per seguire il sentiero più piccolo (e a gradini) che sale verso destra passando davanti al pilone votivo della Madonna Nera e alla curva de Lo Specchio dove si può ammirare Alagna dall’alto. Alternando scalinate a tratti in salita si arriva ad una fontana con panchine, luogo perfetto per una doverosa sosta relax.

Qui si deve prestare attenzione ad imboccare non la comoda strada graduale a sinistra, ma la scalinata a destra (cartello bianco/rosso “Otro”) che porta alla piccola Cappella di Abramo immersa nel bosco e, quindi, al bivio per le miniere di manganese (da non seguire, se non nel periodo estivo). Pochi passi ancora, coraggio, ed eccoci al pianoro della Valle d’Otro, con la borgata di Follu (1664 m) con la candida chiesetta e l’edificio del rifugio Zar Senni. Da qui le borgate Dorf (1698 m) e Scarpia (1726 m) si susseguono vicine l’una all’altra con le case di legno tipiche ben ristrutturate e le fontane ricavate da interi blocchi di roccia. Un mondo incantato, sospeso, in cui lasciar vagare liberamente lo sguardo tra la candida neve che incornicia il panorama rilassante della montagna in veste invernale. Da qui si prosegue su sentiero più pianeggiante fino a Pianmisura (1782 m), termine ultimo del sentiero, località posta all’imbocco di una conca dall’ampio respiro e ulteriore grandioso panorama.

Dati tecnici: 4 km, +650m solo andata, a passo lento circa 3 ore solo andata

Note: il percorso iniziale segue l’antica scalinata di pietra e a volte le condizioni di innevamento non rendono possibile utilizzare le racchette da neve su questo tratto, mentre sul pianoro di Otro sono invece indispensabili.

 

Noleggio attrezzatura

Sport Haus

Piazza Rolandi, Alagna, tel. 0163 91308, www.sporthaus.it

Affitta tutta l’attrezzatura necessaria per le attività sportive invernali, comprese le racchette da neve.

Mangiare

Trattandosi di zone montane, la padrona di casa è la classica polenta concia, polenta ammorbidita da burro e formaggio d’alpeggio, rigorosamente toma valsesiana. Formaggio, questo, già citato nel XI secolo e di cui si trovano diverse varianti (fresca, stagionata, aromatizzata con spezie o peperoncino, citiamo la Toma di Piode). Tra i formaggi ecco il salagnun, toma fresca sbriciolata e impastata con pezzetti di formaggio stagionato, ricotta (oppure panna o mascarpone), sale, pepe, e lasciata per mesi in contenitori chiusi di legno.

Da provare anche i capunèt, involtini di verza farcite da un trito di carni (solitamente gli avanzi del giorno prima) oppure affettati (mortadella, salame, prosciutto), pane ammollato nel latte e aromi vari, il tutto cotto nell’olio o nel burro. Tra gli affettati la mocetta, sorta di prosciutto crudo ottenuto dalla coscia di camoscio. Tra le verdure le patate masarai, cotte con porri, pancetta e latte. Tipico proprio di Alagna si trova l’uberlekke, bollito di vari tipi di carni precedentemente messe sotto sale per conservarle e successivamente cotte con alcune verdure.

Da assaggiare la turta d’Alagna, a base di farina di mais e farina bianca, con aggiunta di uova, latte, panna, salame, toma, mele e fichi secchi con un abbinamento parecchio insolito che unisce dolce e salato.

Ultime le miacce, cialde sottili e croccanti che si accompagnano con dolce (miele, marmellata, nutella…) o salato (toma e/o salumi).

Soste camper

Campeggio Alagna

Località Miniere 3, Riva Valdobbia (VC)

tel. 0163 922947; www.campeggioalagna.it

 

Area Sosta Riva Valdobbia

Località Sesietta, Riva Valdobbia (VC)

Elettricità, carico/scarico, docce, a 5 km da Alagna.

 

Aree sosta lungo la SS229 nel comune di Riva Valdobbia, alle porte di Alagna, e in località Wold nel comune di Alagna, entrambe gratuite ma prive di servizi perché parcheggio misto auto a pagamento.

Altre aree sosta Vercelli

Mezzi pubblici

Linea 50 Vercelli-Alagna – www.atapspa.it

Skibus che collega le principali località di Alagna

 

Informazioni

ATL Valsesia Vercelli – Ufficio Turistico

Piazza Grober 1, Alagna Valsesia (VC)

Tel. 0163 922988, www.atlvalsesiavercelli.it

Consorzio Monterosa Valsesia – www.alagna.it

Testo e Foto Franco Voglino e Annalisa Porporato

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