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Sutera: un borgo medievale detto “Il balcone della Sicilia”

Arroccato alla sua rupe, il paese di Sutera è diviso in tre quartieri, nei cui dedali di viuzze a Natale va in scena un caratteristico Presepe vivente. Dalla vetta del monte, definito “il balcone della Sicilia”, dove vi sono i ruderi dell’antico castello edificato dal bizantini ed un trecentesco Santuario, la vista va dall’Etna alle Madonie, fino al mare di Agrigento.

Vista da lontano Sutera (Caltanissetta) in estate quasi sparisce nascosta dalle rocce del monte San Marco o “Scifazzu”. Ma tra quelle rocce si nasconde un centro, dal tipico impianto medievale, con una storia antica come l’uomo, abitata da gente cordiale e autentica. Sutera fa parte dei Borghi più Belli d’Italia grazie al suo caratteristico paesaggio e alla sua antica e ricca storia.

Sutera, mosaici San Marco
Sutera, mosaici San Marco

Dire che Sutera è antica come l’uomo non è solo un modo di dire. Lo testimoniano il ritrovamento di frammenti vascolari, bronzetti, punte di lance in rame o in bronzo, e confermate dal sito archeologico di San Marco, ricco di cavità naturali nelle quali vi sono sepolture risalenti a 8.000 anni fa, in pieno paleolitico, scavate nei ripiani della roccia, all’interno delle quali si trovano resti umani, ossa e denti di cavallo hydruntino, zanne di cinghiale e corna di cervo. Vi sono anche tracce del neolitico attraverso il ritrovamento di attrezzature agricole dell’epoca. Ma il ritrovamento più significativo è, unico esempio in Sicilia, un bicchiere campaniforme, risalente all’epoca del rame. Attraverso i reperti si arriva all’epoca egeo-micenea. Molti dei quali sono inventariati nel Museo di Siracusa.
Insomma: in questo paese, il visitatore ha la netta impressione che ogni angolo è storia, cultura, arte e i suteresi sono gente ben disposta a raccontare le leggende della tradizione orale, tramandate di padre in figlio. Nulla di più facile dell’incontrare adolescenti, vestiti alla moda e con il telefonino in tasca che vi racconteranno della fondazione della città a opera di Dedalo, fuggito dal labirinto di Creta e ospitato dal sovrano, autoctono, Kocalo e poi, con minuzia di particolari, l’assassinio di Minosse, affogato dalle figlie di Kocalo dentro la vasca da bagno, o della mitica Camico, capitale della Sikania, inghiottita dalla voragine tellurica che aveva frantumato la rocca di San Marco, spezzando in due parti il monte vicino (detto Rocca spaccata).
Convinzione diffusa tra la gente del luogo è che Sutera fu la salvezza della Sicilia, magari sovrastimando abbondantemente il ruolo di questo centro strategicamente posizionato: ha soccorso le popolazioni che abitavano le sponde del fiume salato “Alikos”, quando i pacifici coloni che coltivavano il lino, subivano le incursioni dei barbari (o barbaroi) che dal mare, penetravano nell’interno per le loro razzie o salvando gli abitanti della mitica capitale della Sikania sprofondata nel fango. Il nucleo storico sorge intorno a quella che fu la moschea costruita nell’ 875 d.C sulla quale è sorta nel 1370 la Chiesa dell’Assunta, a sua volta ricostruita nel 1545 nell’attuale Chiesa Madre. A pochi passi da questa l’antica torre campanaria dalla cui base parte l’intreccio di vicoli e vie che portano verso la parte alta del centro abitato. Questi offrono, talvolta, scorci meravigliosi sulla vallata sottostante.

Sutera, Presepe Vivente
Sutera, Presepe Vivente

In questo contesto in epoca natalizia vengono ricreate le botteghe artigiane di antichi mestieri che si integrano nel presepe vivente.
Su tutto domina il santuario fatto costruire nel 1370 da Giovanni III Chiaromonte sulla struttura di un antico castello. Al suo interno una tela di Filippo Tancredi e altri tesori d’arte. Tutto il paese è un museo a cielo aperto di una Sicilia che sembrava scomparsa, ma una visita al museo etnografico di Sutera ( Piazza del Carmine, tel. 0934 954929) completerà questo tuffo nel passato. Da non perdere un’escursione sulla “jacca” o “Rocca Spaccata”: la fervida fantasia di questa gente attribuisce la spaccatura della montagna ad una scossa sismica verificatasi nell’istante in cui Cristo spirò sulla Croce… Difficile verificare, tanto vale lasciarsi prendere dalla suggestione e prendere per buono tutto il mistero che avvolge Sutera, magari godendosi un tramonto dalla cima dello Scifazzu.

DA VEDERE

Chiesa San Agata; Chiesa di Maria SS degli agonizzanti; Palazzo Salomone; Chiesa del Carmine; Santuario di San Paolino; Museo etno-antropologico.

DA GUSTARE

La gastronomia tradizionale di Sutera è improntata all’uso delle risorse del territorio, dai prodotti agricoli a quelli della zootecnia, messi insieme in ricette gustose.
Pitirri: minestra a base di verdure.
Maccu: passato di fave tipico dell’entroterra siciliano, servito con la pasta “di casa”, la tagliarina e li maccarruna filati.
li ‘mbriulati: sorta di focacce ripiene di salsiccia, olive, cipolla.
Agnieddu aggrassatu: arrosto di agnello.
Carni cu lu sucu: carne cucinata con la salsa di pomodoro.
Alcuni dolci sono preparati in occasione di festività, come “i galletti di Pasqua” e “li virciddati di Natale”, (questi ultimi sono delle vere e proprie tortine, realizzate con una frolla a forma di ciambella ripiena di noci, fichi e mandorle). In ogni periodo dell’anno si potranno assaggiare “li minnulicchi”, “li taralli” di Sutera, “le cassatine” di ricotta, “li guasteddi”, e “li mastazzola” (biscotti impastati con acqua di miele).

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Area Sosta gratuita via degli Orti nel piazzale della scuola.

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