Siena, sapore d’altri tempi

Patrimonio artistico italiano pieno di tradizioni e colori. Una delle città che il mondo più ci invidia, dove il fascino delle antiche architetture si sposa con la qualità della vita verso la quale Siena primeggia. Bella in tutte le stagioni.

Nel cuore della Toscana, tra i colli del Chianti, Siena sovrasta la rigogliosa campagna. Una città che varrebbe la pena conoscere a fondo, perché se da una parte stordisce per la sua bellezza, dall’altra sorprende per come i senesi la vivono intensamente. Celebre è il senso di appartenenza alla contrada (divenuta una specie di fede, indipendente da dove si vive fisicamente). Ma ad attirare milioni di turisti da tutto il mondo a Siena sono le sue icone più celebri: l’urbanistica medievale, Piazza del Campo e il Palio, elementi che l’hanno decretata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1995.

Costruita lungo la via Franchigena (strada romana che univa Roma alla Francia) la città ebbe il suo momento di massimo splendore tra il XII e il XV secolo, durante il periodo repubblicano. Inizialmente zona di interscambio economico, si sviluppò anche come centro culturale diventando sede di una delle più antiche università d’Europa (è del 1260 il primo documento sulla sua esistenza). E proprio il suo fiorire artistico ha regalato alla città la fama planetaria che oggi la circonda. Varcare le mura trasporta subito il visitatore in un mondo a sé, lontano dall’immagine moderna delle città: il caos a Siena è fatto di persone e biciclette e non di auto. Il centro città è, infatti, interdetto al traffico ma poco importa, le zone esterne della città sono ben attrezzate e anche il camperista, troverà il posto ideale dove fermarsi anche se l’area attrezzata è al completo.

Piazza del Campo

piazza del campo sienaLa visita di Siena non può che cominciare dal suo centro, vero cuore pulsante, vale a dire Piazza del Campo.

Costruita a forma di conchiglia e suddivisa in spicchi in cotto, la forte pendenza della piazza lascia sorpreso chi ha avuto l’occasione di vederla solo in foto o in televisione. Diventa davvero difficile pensare che nei due giorni di Palio cavalli e fantini ci corrano sopra a folle velocità. Era un tempo spazio per i mercati e rappresenta una delle più alte creazioni dell’urbanistica medievale.

Siena, Il Palazzo del Comune e la Torre del Mangia
Siena, Il Palazzo del Comune e la Torre del Mangia

Lo sguardo viene subito rapito dall’imponente Palazzo del Comune, costruito nel 1310 in mattoni rossi e marmo bianco, accompagnato dal suo “campanile laico” ovvero la Torre del Mangia. Il buffo nome deriva da quello del suo primo custode, Giovanni di Bolduccio, famoso buongustaio che nel cibo spendeva i propri guadagni. È tra le torri antiche italiane più alte, con i suoi 88 metri e pur partendo più in basso nel terreno, raggiunge la stessa altezza del campanile del Duomo di Siena, per simboleggiare il raggiunto equilibrio tra il potere celeste e quello terreno, senza che nessuno dei due superi e si imponga sull’altro. Il Palazzo del Comune conserva capolavori del periodo d’oro dell’arte senese, tra cui il celeberrimo affresco dell’Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, tra le rappresentazioni profane più significative del Trecento europeo, ed altre celebri opere di Duccio di Buoninsegna e Simone Martini, i cui affreschi si trovano nella sala più grande e più famosa, la Sala del Mappamondo, il cui nome deriva dal mappamondo girevole che qui si trovava, ormai perduto, anche se il perno e le impronte del suo movimento rotatorio sono ancora visibili su una parete.

Una sosta è d’obbligo anche al tabernacolo in marmo che si trova ai piedi della torre del Mangia, conosciuto come Cappella di Piazza e realizzata nel 1352 per ringraziare la Vergine Maria dopo il tremendo episodio della peste nera. All’occhio attento, inoltre, non potrà sfuggire la precisa e codificata disposizione dei palazzi che coronano la piazza delimitandone i confini. Tale disposizioni non sono frutto del caso, successive emanazioni comunali hanno regolato l’urbanistica dando precise restrizioni per quanto riguarda l’utilizzo di stili, decori e colori. Infatti, verso la metà del ‘300 venne demolita la chiesa dei Santi Pietro e Paolo poichè sporgeva rispetto al perimetro che i palazzi circostanti stavano lentamente delimitando. Tra questi palazzi ricordiamo il Palazzo Sansedoni, il più notevole tra quelli che si affacciano sulla piazza, ridsalente agli inizi del XIII secolo. La maestosa facciata curvilinea, che segue l’andamento della piazza e perciò vi si insinua armoniosamente, è in laterizio e in stile gotico ma frutto di un restauro settecentesco. Oggi ospita la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. E infine, nella piazza troviamo anche la Fonte Gaia, una fontana monumentale del 1346. Dalla gioia spontanea procurata dallo sgorgare dell’acqua nella piazza pubblica ne derivò l’appellativo di “Gaia”. Per alimentarla era stata costruita un’imponente opera idraulica. La fontana venne decorata con rilievi scultorei di Jacopo della Quercia ma il debole marmo della Montagnola senese e la vita quotidiana che si svolgeva sulla piazza contribuirono presto al degrado materiale della fonte. Poi nel 1743, per vedere meglio lo svolgimento del Palio, qualcuno si arrampicò su una scultura, mandandola in pezzi e rimanendone vittima. Per tutti questi motivi nel 1859 fu deciso di sostituire la fonte di Jacopo con una copia realizzata nel più duraturo marmo di Carrara. Se la Fonte Gaia riportava nelle decorazioni i temi classici di ispirazione religiosa, era invece fortemente innovativa per l’epoca per quanto riguarda le caratteristiche formali dei singoli rilievi grazie alla loro libertà compositiva e vitalità inedita.

Il Palio


La coerenza architettonica si scontra subito con la sana divisione rionale che si trova tra Senesi.

La vita a Siena è scandita dal Palio e la condotta di ogni abitante è guidata dall’appartenenza all’una o all’altra contrada. La contrada è la vera essenza di Siena; ce ne sono 17. L’appartenenza ad una contrada è data dai propri natali sul territori secondo un editto del XVIII sec. Il palio viene corso due volte l’anno, il 2 luglio (Palio di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta) e vi prendono parte 10 contrade per volta. Tutta una serie di riti e tradizioni è collegata a questi due importantissimi giorni ed entrare a Siena nel periodo del Palio è un’esperienza sconvolgente: sacro e profano si fondono in un clima carnevalesco e surreale fatto di colori, stendardi e bandiere. “Folla” diventa la parola d’ordine ed ogni vicolo della città si riempie di voci, suoni e scalpitii di zoccoli di cavalli. Nei giorni della corsa la piazza arriva ad ospitare circa 70.000 persone! Molto suggestiva è la benedizione degli animali che avviene la vigilia del palio nelle chiese contradaiole. L’origine della corsa è troppo antica per avere notizie attendibili, l’unica cosa certa è che si corre per guadagnare per la propria parrocchia il “Palio”, un drappo in tessuto pregiato dipinto.

Il Duomo di Siena

Siena, il Duomo


Il Duomo di Siena – Cattedrale di Santa Maria Assunta – è un’altra delle perle della cittadina toscana.

Realizzato intorno al 1200, è una delle cattedrali in stile romanico-gotico più affascinanti d’Italia. Nel 1313 venne terminato il campanile, alto circa 77 metri. Tre cronache trecentesche, di cui una esiste solo in copia, testimoniano che nel maggio del 1317 la facciata fu terminata e che iniziarono lavori di ampliamento nella parte orientale, lavori che però subirono una brusca interruzione nel 1339, quando le autorità si resero conto che il duomo era troppo piccolo e modesto per una città che si trovava nel momento di massimo splendore.

A causa della peste del 1348 e di alcuni crolli strutturali, nel giugno del 1357 si decise di interrompere i lavori, lasciando nell’attuale piazza Jacopo della Quercia i segni del fallimento: basamenti per le colonne e incastonamenti di queste nell’edificio dell’attuale Museo dell’Opera Metropolitana del Duomo, oltre alla facciata incompiuta (il cosiddetto “facciatone”). Fallito il progetto del Duomo Nuovo, i senesi si rassegnarono a terminare la vecchia costruzione ed entro il 1370 i lavori erano terminati.

Il colpo d’occhio sulla facciata è incredibile: in marmo bianco con qualche decorazione in rosso di Siena e serpentino di Prato, la facciata è divisibile nelle due metà, inferiore e superiore, riferibili a due distinte fasi costruttive tra stile romanico-gotico di transizione e stile gotico fiorito, in cui prevalse sempre però la ricchezza della decorazione, soprattutto scultorea, una ricchezza che fu di ispirazione per la decorazione del duomo di Orvieto. La pianta del Duomo è divisa in numerose campate, delimitate dai pilastri e da leggerissimi archi a tutto sesto. Le volte sono decorate da un azzurro stellato e trifore e bifore illuminano tutto l’interno che è inoltre dominato dalla bicromia bianca e nera, che riprende e celebra i colori dello stemma di Siena, creando un raffinato effetto chiaroscurale. La cupola è audace, decorata con cassettoni a fondo blu e stelle in rame dorato, la lanterna è del 1666 e fu progettata da Gian Lorenzo Bernini.

cupola duomo di siena

Il pavimento è a marmi tagliati, opera unica nell’arte italiana per ricchezza di inventiva, grandezza e importanza dei nomi che vi hanno collaborato. Diviso in 56 quadri, mostra rappresentazioni riferiti alla Rivelazione tramite la Scrittura. I riquadri più antichi sono della seconda metà del Trecento, fino agli ultimi ottocenteschi, e vi hanno lavorato più di quaranta artisti quasi tutti senesi tra cui il Pinturicchio e, soprattutto, Domenico Beccafumi, che creò ben 35 scene innovando profondamente il genere. Il pavimento viene totalmente scoperto tra la fine di agosto e la fine di ottobre, mentre nella parte restante dell’anno sono visibili solo alcuni riquadri.

pavimento Duomo di Siena

DA GUSTARE
Non si può lasciare Siena senza aver assaggiato alcuni piatti della cucina senese come i crostini di milza, la zuppa di fagioli, le pappardelle con la lepre, l’arrosto morto di pollo o di piccione, la carne Chianina. Siena è anche considerata una delle più importanti città italiane del vino. Si producono 5 vini classificati Docg e 12 vini Doc. Ci sono poi i dolci: ricciarelli, panforte e cavallucci preparati con pasta di mandorle, spezie e canditi, una volta tipicamente natalizi ed oggi venduti durante tutto l’anno

INFORMAZIONI
• Il Palio:
lo corrono due volte l’anno – il 2 luglio (Palio di Provenzano) e il 16 agosto (Palio dell’Assunta). Ad ogni rione viene assegnato per sorteggio un cavallo: è la Tratta, il primo appuntamento di una Festa che dura 4 giorni.

• Museo Civico: è in Piazza del Campo, in uno dei più importanti edifici pubblici gotici. Accoglie i capolavori della storia dell’arte senese. Tel.0577/292223

 La Torre del Mangia: è in Piazza del Campo, a fianco del Palazzo Pubblico. Visita: 16/10 28/02 (invernale): feriali e festivi 10,00-16,00 (chiusura biglietteria ore 15,15). 01/03 – 15/10 (estivo): feriali e festivi 10,00 – 19,00 (chiusura biglietteria ore 18,15)

• Il Museo Archeologico Nazionale: è in Piazza del Duomo, raccoglie numerosi reperti e offre un’ampia documentazione della storia del territorio senese. Per informazioni, tel. 0577 534511

• La Pinacoteca Comunale: è presso Palazzo Buonsignori, in via san Pietro 29. Ospita la più grande raccolta di pittura senese dal XII al XVII secolo. Orari dal martedì al sabato 08:15 – 19:15, domenica, lunedì e festivi 09:00 – 13:00.

SOSTA CAMPER
Area attrezzata sosta camper nei pressi della Porta di Fonte Branda, denominata Fagiolone. A pagamento: 20 euro anche per soste brevi, acqua, pozzetto, illuminazione. 60 posti, aperta tutto l’anno, servizi igienici, collegata al centro da bus. Info Tel: +39-0577228711
• Area attrezzata presso il Palasport in via Achille Sclavo. Per raggiungerla si esce a Siena nord e si seguono le indicazioni per il palasport o la stazione FS.

Altre aree vicino Siena

Per ulteriori info:

www.terresiena.it
www.sienaturismo.it

 

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