Un vero paradiso per gli amanti dell’arte, delle tradizioni, del genuino spirito toscano. Poeti e scrittori ne hanno esaltato il fascino, chiamandola “città di pietra incantata”. Pistoia è Capitale Italiana della Cultura 2017.
Pistoia, la facciata della Cattedrale di San ZenoE in effetti il centro cittadino offre al visitatore la possibilità di addentrarsi in un percorso ricco di chiese, chiostri, palazzi e monumenti che vanno dal Medioevo in avanti, rappresentanti del gotico toscano e che ruotano intorno a una piazza del Duomo tra le più affascinanti d’Italia. Senza contare che, ai margini della città, si trovano borghi, pievi e castelli fortificati di straordinaria bellezza. La presenza di numerose tracce del passato testimonia ancora oggi l’antica origine di Pistoia. Se la sua configurazione planimetrica indica probabilmente un impianto di origine romana, l’attuale tessuto urbano certamente ricalca i limiti segnati dalle tre cerchie murarie.
La piazza del Duomo, antico centro civile e religioso della città, è ancor oggi definita dai principali edifici che nei secoli ne hanno caratterizzato la vita politica e religiosa: la Cattedrale di San Zeno, con la bella facciata in stile romanico e, a lato, il “custode dall’alto” della piazza, il campanile, alto 67 metri e diviso in tre ordini di loggette; il Palazzo Comunale sulla cui austera facciata campeggia lo stemma dei Medici, il Palazzo Pretorio o del Tribunale in stile gotico toscano, il Palazzo dei Vescovi con l’ammirevole loggiato, al primo piano, in stile gotico e infine, uno dei simboli della città, il Battistero di San Giovanni in corte risalente al XIV secolo, sempre in stile gotico e caratterizzato dalle decorazioni in marmi bianco-verdi. Sormontato da una pittoresca cupola, fu progettato dalla bottega del celebre Andrea Pisano e al suo interno custodisce un fonte battesimale del 1226. La vicina piazza della Sala appartiene ugualmente al nucleo più antico della città, che, protendendosi verso settentrione sino a comprendere la chiesa dello Spirito Santo e la Biblioteca Forteguerriana, include numerosi edifici sacri. Questo antico agglomerato urbano è definito da una viabilità anulare che ricalca grossomodo l’andamento della prima cerchia di mura. Su questo circuito si attestano preziose testimonianze dell’architettura cittadina, come l’Ospedale del Ceppo, l’antico monastero benedettino di S.Mercuriale (oggi sede della Pretura) e alcuni palazzi appartenuti alle nobili famiglie pistoiesi.
Il tratto di via Cavour, sul quale si affaccia il Palazzo del Balì o Palazzo Panciatichi, è caratterizzato dai marmi bianchi e neri della splendida chiesa di S.Giovanni Fuorcivitas, mentre, procedendo per via Curtatone e Montanara, sulla quale prospettano bei palazzi manieristi, si può raggiungere il complesso della chiesa di S.Filippo Neri e della Biblioteca Fabroniana. Oltre il perimetro della prima cerchia muraria, lungo i principali tracciati viari che uscivano dalla città, si insediarono gli importanti complessi religiosi di S.Bartolomeo, di S.Pier Maggiore, di S.Paolo, della Madonna dell’Umiltà e di S.Andrea, di fronte al quale si trova Palazzo Fabroni, e poi le chiese di S.Benedetto al Monteoliveto, di S.Maria di Ripalta, di S.Lorenzo e di S.Maria delle Grazie. Anche l’andamento della seconda cerchia muraria è facilmente intuibile percorrendo il corso Amendola, il corso Fedi e il corso Gramsci, che si sono a essa sostituiti. Subito fuori la seconda cerchia si insediarono, nel XIV secolo, i conventi degli Ordini Mendicanti: i Francescani , i Domenicani, i Serviti, i Carmelitani e la casa dei Cavalieri del Tau. Lungo corso Gramsci non si può trascurare la presenza di due rilevanti istituzioni: il Teatro Manzoni, il principale ente teatrale cittadino, e la Casa-Museo dell’artista Fernando Melani. Il giro della città può concludersi sul perimetro della terza cerchia muraria, di forma quadrilatera, ai cui vertici si aprivano le quattro porte che immettevano sui principali tracciati viari esterni. In età medicea questa terza cortina difensiva venne munita, sul vertice sud orientale, della Fortezza di S.Barbara. Delle quattro porte, della cui struttura architettonica nulla rimane, sono arrivati sino ai nostri giorni i nomi, che ancora contraddistinguono i relativi quartieri: Porta al Borgo a settentrione, Porta S.Marco a oriente, Porta Carratica a meridione e Porta Lucchese a occidente.
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