La Valpolicella è la zona collinare a ridosso delle Prealpi Veronesi e comprende sette comuni dove, oltre alle bellezze paesaggistiche delle colline costellate da ville venete, l’aria sa già di montagna.
MaranoValpolicella e si pensa subito ai vini, tant’è che questa zona era già rinomata in epoca romana per la viticoltura e in particolare per il vino Amarone. Tuttavia la valle è famosa anche per l’estrazione del marmo rosso di Verona. Seguendo la Strada del Vino attraversiamo dolci colline alla scoperta dei luoghi più significativi.
Pescatina
E’ la parte più meridionale della Valpolicella, lambita dal fiume Adige, Pescatina dista 12 chilometri da Verona. Le origini del paese si perdono nella notte dei tempi e particolarmente numerose sono le testimonianze di epoca romana, come il cippo funebre di Lucio Tenazio Varo, custodito nel Museo Maffeiano di Verona, quello di Marco Tenazio Labeone, al Museo Archeologico, il frammento miliare noto come “miliare di Arbizzano”, epigrafi latine e altri reperti. Invece, all’interno del campanile di S. Lorenzo in una nicchia del pavimento, si trovano il coperchio di un sarcofago con scene di caccia, astragali e fogliette e un’ara con putti alati, strumenti sacrificali e motivi floreali.
San Pietro di Cariano
A soli 20 km dal Lago di Garda, San Pietro di Cariano rappresenta il cuore della Valpolicella. Frequentato fin dal V e il IV secolo a.C, qui sono state trovate numerose testimonianze dell’epoca romana e della successiva dominazione veneziana, periodo che vede la costruzione di numerose ville venete con splendidi giardini all’italiana, dimore di nobili veronesi. Oggi ne rimangono una quindicina, tra cui spicca spicca la villa Serego, in località Santa Sofia di Pedemonte, progettata da Andrea Palladio, ma realizzata solo in parte rispetto alla grande estensione disegnata originariamente dal celebre architetto. Altre interessanti ville sono Villa Costanza, Villa Saibante-Mongae e Villa Pullè. Il territorio comunale è poi caratterizzato dalla presenza di numerosi edifici religiosi, anche di notevole interesse storico e architettonico, i più antichi dei quali risalgono all’epoca medievale, e rappresentano pregevoli esempi di architettura romanica veronese. Tra questi ricordiamo la Pieve di San Floriano, la maggior testimonianza del romanico in Valpolicella. Di antica edificazione, essa fu ricostruita dopo un terremoto del 1117 che distrusse il preesistente edificio longobardo. Ma essa ingloba anche resti di età romana, il che fa presupporre che qui vi fosse già in precedenza un tempio. Bella la facciata in tufo con fregio di archetti. Ville ed edifici religiosi sono circondati da filari di vigneti a pergola, ciliegi, olivi e pesche. Una gita in autunno, quando il caldo si attenua, riserva la meraviglia dei colori dorati della natura che si avvia a riposo. Le ciliegie e l’olio extravergine d’oliva sono i prodotti principali del territorio, anche se a rendelo unico sono i suoi rinomati vini: il Valpolicella, il Recioto, l’Amarone.
Sant’Ambrogio di Valpolicella
All’incrocio delle strade che uniscono Verona e Trento, a valle delle Prealpi, s’incontra S.Ambrogio di Valpolicella, cittadina rinomata per i suoi marmi e i suoi vigneti. Le prime testimonianze storiche risalgono all’età del Bronzo e del Ferro e i primi abitanti del luogo furono gli Arusnati, popolazione di origine etrusca dell’intera Valpolicella. La frequentazione romana è invece documentata dai molti ritrovamenti di sepolture, iscrizioni funerarie e rovine di abitazioni dell’epoca. Ed è dall’età romana che il territorio di Sant’Ambrogio era conosciuto per l’attività di estrazione dei marmi, una lavorazione che è continuata nei secoli fino ad oggi. Anche qui troviamo esempi di ville veronesi, come Villa Serego Alighieri del XIV secolo e che per molto tempo fu salotto culturale del veronese. Ha interni ricchi di camini, stucchi, affreschi e mosaici, soprattutto nel salone e nella sala da pranzo dove si possono ammirare affreschi di pittori veronesi del XIX secolo. Davanti si trova un giardino all’italiana e oggi, al suo interno, si trova anche una rinomata azienda agricola. Tra gli edifici religiosi la Chiesetta di San Zeno in Poia del XII secolo, in località Grola, è testimonianza del romanico. Costruita a strati di calcare rosa, all’interno presenta affreschi di origine medievale. La Pieve longobardo romanica di San Giorgio, detta anche pieve di San Giorgio Ingannapoltron, è uno dei più interessanti e antichi esempi di architettura romanica nella provincia di Verona. Il suo nucleo originario risale al VIII secolo, sorto sulle rovine di un tempio pagano degli Arusnati, come testimonia l’ara sacrificale, con dedica al Sole e alla Luna e che costituisce la base di una colonna della navata. Bello il chiostro, con i capitelli delle colonne adornati con motivi animali e floreali. Dal chiostro si accede al parco archeologico che conserva i resti di un insediamento del IV secolo a.C. E’ presente anche un museo che raccoglie ed espone reperti dell’area. Da fare i due percorsi nel territorio comunale: il Percorso della Salute e il Percorso delle Quattro Fontane. Il Percorso della Salute, adatto a tutti, parte dalla piazza della frazione di Gargagnago e continua tra i boschi. Lungo 2159 metri, dispone di 16 piazzole attrezzate per dedicarsi ad esercizi ginnici. Il sentiero costeggia il “Vajo de Ragnin”, antico progno (torrente in dialetto) per proseguire attraverso la zona boschiva della vallata. Si raggiunge San Giorgio Ingannapoltron dove si può godere di una bella vista panoramica sulla Valpolicella e il Lago di Garda. Il Percorso delle Quattro Fontane, come suggerisce il nome, porta alle 4 fontane in pietra, collocate nel borgo di Gargagnago. Il sentiero è lungo 2 km e mezzo e parte dalla piazza del paese dove si trova la prima fontana. La seconda si trova in via Giare, mentre per raggiungere la terza si scende la strada “dei Muri” nella caratteristica frazione Monteleone. Attraverso campi di ciliegi e vigneti si prende la Strada dei Vaioi per visitare la quarta fontana. In autunno da non perdere gli eventi La Settembrina a Gargagnago, la Festa de le Fae a Novembre, mentre a Dicembre si svolge la Dispensa dei Sapori e dei Saperi.
Fumane
Fumane si trova in una ampia piana di fondovalle, intensamente coltivata ad ampi vigneti, ciliegeti e oliveti. I vitigni più pregiati si trovano però in collina, su affascinanti terrazzamenti, chiamati in dialetto “marogne”. Verso la zona montuosa il territorio è essenzialmente caratterizzato da boschi e prati. La valle di Fumane è la più profonda delle tre della Valpolicella ed è profondamente scavata nei calcari giurassici, percorsa da alcuni torrenti (“progni”) che confluiscono nel progno di Fumane. Famose le cascate di Molina, a cui fa capo il Parco Naturale. Il territorio è stato abitato fin dalla preistoria come testimonia la presenza della Grotta di Fumane e i villaggi d’altura fortificati. La Grotta di Fumane è stata scoperta nel 1964 e conserva al suo interno tracce della frequentazione dell’uomo di Neanderthal e di Homo Sapiens Sapiens. Inoltre, qui è stato rinvenuto il più antico reperto pittorico europeo: una pietra rossa con la sagoma stilizzata di uno sciamano. Da visitare Molina, un bel borgo ben conservato e il Parco delle Cascate, ricco di percorsi per escursioni tra boschi, prati e cascatelle. Qui vi è anche il Museo Botanico della Lessinia. Tra le altre attrazioni, c’è la Villa della Torre del XVI secolo dove architettura e natura si sposano perfettamente in un insieme armonioso. Interessanti i monumentali camini con bocca a forma di mostro, le decorazioni con mascheroni, la grotta artificiale ricavate tra le rampe di scale che portano al giardino, la torre e il tempietto ottagonale. Tra gli edifici religiosi da menzionare il Santuario della Madonna della Salette, sul colle che domina Fumane. Fu costruito nel 1860 dagli abitanti del luogo come voto per far cessare l’epidemia di peronospora che in quell’anno minacciava seriamente i vigneti, compromettendo l’economia del paese. Dal piazzale antistante si gode di una bella vista sulla Valpolicella. Si raggiunge in auto oppure attraverso un sentiero nella pineta.
Marano di Valpolicella
La vallata di Marano è situata nella Valpolicella classica, inserita tra la vallata di Negrar ad est e quella di Fumane ad ovest, mentre a sud sbocca sulla pianura veronese. Alcuni reperti testimoniano che la zona di Marano sia stata frequentata fin dalla preistoria, in particolare sono stati ritrovati resti di insediamenti e sepolture dell’età del Rame. Appartengono invece all’epoca romana le vestigia di un tempio dedicato a Minerva sul monte Castelon, mentre nella chiesa di San Marco al Pozzo a Valgatara si trova una pietra recante un’iscrizione del I secolo d.C. che testimonia la presenza del culto di Giove. Belle le ville appartenenti all’epoca della dominazione veneziana (Villa Lorenzi e Villa Porta a Canzago, Villa Guantieri, Villa Nuvoloni e la più recente Villa Graziani a Valgatara), di notevole interesse sono però le chiese. La Chiesa di San Marco al Pozzo del XIII secolo in stile romanico con affreschi cinquecenteschi e pietra della Lessinia, la Chiesa di Santa Maria in Valverde, del XII secolo costruita sui resti di un tempio dedicato a Minerva, la Chiesa di Marano, a croce greca a molto recente, la Chiesa di San Giorgio di Purano, citata per la prima volta nel 1458. Questo territorio viene anche ricordato per le sue grotte, Coalo del Diaolo e Buso Streto e si trovano nella zona di Ciacalda. Presentano concrezioni calcaree dalle forme bizzarre che insieme a piccoli animali cavernicoli rendono le grotte molto interessanti dal punto di vista faunistico.
Negrar e Ponte di Veja
Si tratta di un itinerario di 23 km ai piedi del Parco Naturale Regionale della Lessinia, di cui la Valpolicella fa parte nella sua porzione più settentrionale. Si parte da Negrar, borgo dove è stata rinvenuta una pregevole villa romana del III secolo d.C. con pavimenti a mosaico. Da visitare, sempre a Negrar, la bellissima Villa Mosconi Bertani ad Arbizzano (fu importante centro del Romanticismo grazie al poeta e letterato Ippolito Pindemonte, nonché luogo di nascita del vino Amarone nella sua cantina monumentale) e la Villa Rizzardi, gioiello barocco impreziosito dal Giardino di Pojega, che si estende su tre livelli e il cui teatro di verzura è unico in Europa per dimensione e livello di conservazione. Continuiamo l’itinerario verso nord fino al Ponte di Veja, area archeologia frequentata da Dante e il Mantegna. Si tratta di un imponente ponte naturale di roccia ad una arcata, sotto la quale scorre un ruscello. Esso rappresenta l’inusuale ingresso ad un’immensa grotta carsica che rappresenta la porzione rimasta dopo il crollo della volta centrale. Da qui si aprono altre grotte minori. Proprio la presenza di questi anfratti, che offrivano riparo e protezione, Ponte di Veja fu frequentato dall’uomo fin dall’epoca preistorica, come testimoniano i numerosissimi reperti ivi rinvenuti e conservati al Museo Paleontologico e Preistorico di Sant’Anna d’Alfaedo.
Area sosta
Aquardens: AS delle terme Via Valpolicella, 63 S. Lucia Di Pescantina, Pescantina
Ulteriori informazioni: www.valpolicellaweb.it