In Toscana, le leggendarie mura storiche cinquecentesche perfettamente conservate proteggono una piccola città ricca di opere artistiche che negli ultimi anni è diventata sinonimo di importanti eventi a livello nazionale e mondiale: è Lucca, la nobile.
Lucca Summer Festival, LuccAutori, Lucca Comics and Games e l’anno scorso unica data italiana per il tour dei Rolling Stones. Lucca, da città di provincia è diventata una città culturale mondiale, ospitando eventi che richiamano artisti e pubblico internazionali. La città, è vero, si anima in modo particolare durante certi periodi dell’anno, ma i turisti qui non mancano mai grazie alle attrazioni storiche e artistiche che appartengono soprattutto al Medioevo e al gotico toscano.
Abbandoniamo però la grande folla degli eventi e tour mondiali per dedicarci alla scoperta di luoghi insoliti. Abbiamo citato il Medioevo, e allora caliamoci nella cupa atmosfera di un’epoca che molti storici non hanno esitato a definire “periodo oscuro”. Iniziamo quindi dal Museo delle Torture, in Via Fillungo 209, nel Palazzo Guinigi Magrini. Una bella ghigliottina vi dà il benvenuto sulla porta d’ingresso per farvi capire subito cosa vi attende all’interno. Appena entrati sarete avvolti in un’atmosfera tenebrosa, dove giochi di luci ben calibrati con il buio vi faranno provare un filo di brivido. Nelle salette in sasso del palazzo potete ammirare tutti gli oggetti di tortura più in voga durante i secoli bui e il periodo dell’Inquisizione. La raccolta – ricchissima, ben illustrata e spiegata dai pannelli – comprende pezzi molto rari e originali insieme a ricostruzioni e strumenti di tortura meno noti. Particolarmente impressionante la sala con la Vergine di Norimberga, una specie di sarcofago di ferro a forma umana vagamente femminile, il cui interno è rivestito di punteruoli metallici. Quando il malcapitato veniva rinchiuso dentro il sarcofago, i punteruoli infilzavano la carne del corpo senza ledere gli organi interni, provocando così una lenta e atroce morte. L’altro strumento più inquietante si trova nei sotterranei. Per scendere dovete però prima passare sotto un “simpatico” boia incappucciato che sorveglia le scale. In una grande sala noterete subito un tavolaccio con una cremagliera finale: è il Banco di Stiramento. Questo esemplare è tutto italiano e risale al 1550-1700, periodo in cui si torturava la vittima legandola sul banco munito di corde e pulegge. Il corpo veniva così stirato e allungato fino a provocare il dislocamento delle articolazioni, la fuoriuscita della spina dorsale e la lacerazione dei muscoli. Insomma, una visita al Museo delle Torture è un vero viaggio nella crudeltà umana (www.torturemuseum.it prezzo 10 euro, ridotto 7 euro).
Usciti dal museo, continuiamo a percorrere via Fillungo e, circa a metà, si apre la famosa Piazza dell’Anfiteatro, uno scorcio delizioso, una piazza tipicamente medievale nello stile ma romana nella disposizione poiché edificata sui resti dell’antico anfiteatro romano del II secolo d.C. Ma noi continuiamo per visitare una delle tante e preziose ville che adornano la nobile Lucca. Si tratta di Palazzo Pfanner, una delizia per gli occhi. Situato in via degli Asili 33, appena a ridosso delle mura, la villa storica è proprietà della famiglia Pfanner ma aperta al pubblico per una visita agli splendidi interni e al lussureggiante giardino barocco all’italiana, attribuito a Filippo Juvarra. Costruita nel pieno barocco seicentesco, si accede alla residenza tramite lo scenografico e imponente scalone in pietra serena, con le volte riccamente adornate da vividi dipinti settecenteschi. Si entra così nel salone centrale. Genuino esempio del “quadraturismo”, corrente pittorica lucchese, il salone è caratterizzato dagli affreschi prospettici che ne amplificano gli spazi e dalla esposizione permanente degli strumenti medico-chirurgici e gli antichi testi di medicina appartenuti a Pietro Pfanner (1864-1935), chirurgo, filantropo e sindaco di Lucca. Tra le mura, la limonaia e due storici boschetti di bamboo, il rigoglioso giardino ospita siepi di bosso e di alloro, tassi, magnolie, peonie, ortensie, antiche piante di camelie, begonie, rose e gerani. E laddove i due vialetti si incrociano, troviamo la fontana ottagonale in marmo con le sue statue settecentesche, raffiguranti le divinità dell’Olimpo greco. Oltre che per la bellezza dei colori e dei profumi che si susseguono nel corso delle stagioni, il giardino è famoso anche perché fu sede della storica Birreria Pfanner dalla seconda metà dell’Ottocento e fino al 1929. Ed è facile andare con il pensiero a quell’epoca, immaginando gli eleganti lucchesi e i nobili ospiti intenti a sorseggiare un boccale di birra sotto il pergolato, tra pavoni, fiori e siepi di alloro. Della birreria sono rimasti le ghiacciaie, le vasche in muratura e gli antichi opifici. A Palazzo Pfanner sono stati girati i film “Arrivano i bersaglieri” di Luigi Magni, “Il marchese del Grillo” di Mario Monicelli (1981) e “Ritratto di Signora” (1996) con Nicole Kidman. Oltre che splendida cornice per eventi culturali e concerti in giardino, Palazzo Pfanner è anche dotato di una serie di suite dove è possibile soggiornare per una romantica e incantata vacanza (www.palazzopfanner.it).
Riprendiamo il nostro percorso all’interno del centro storico e da via degli Angeli imbocchiamo nuovamente via Fillungo fino al arrivare alla Torre delle Ore. Alzate il volto all’insù e aguzzate la vista: questa torre è alta ben 50 metri, la più alta delle 130 torri presenti nella città dal Medioevo fino ad oggi. Realizzata nel XIII secolo, il suo orologio fu aggiunto nel 1390 perché l’altezza e la sua posizione centrale rendevano l’orologio bianco visibile in tutto il centro storico. Dal corpo slanciato, con due monofore in corrispondenza della sala che ospita a vista il meccanismo a carica manuale dell’orologio, la torre è visitabile tramite la scala in legno interna, costituita da 207 gradini. Qui è ambientata la leggenda di Lucida Mansi, la donna che vendette l’anima al Diavolo pur di rimanere bella e giovane. Dopo 30 anni però il Diavolo sarebbe tornato a richiederle il pagamento del debito. Lucida Mansi, la notte del 14 agosto 1623, allo scadere dei trenta anni patteggiati, salì disperatamente la Torre per fermare la campana e quindi l’ora della sua morte. La donna non riuscì a raggiungere la campana che a mezzanotte suonò e il Diavolo si prese la sua anima. Ancora più particolare e scenografica è l’altra torre di Lucca, la Torre Guinigi. Si raggiunge imboccando via Sant’Andrea. Il “Bosco Verticale” non è stato inventato a Milano nel 2014, ma a Lucca e prima del… XV secolo! Battuta a parte, la Torre Guinigi è famosa perché sulla sommità si trova un grazioso boschetto di lecci. Simbolo della città, fu costruita dai signori Guinigi all’inizio del ‘300 per ingentilire la loro austera residenza con una torre alberata che doveva essere simbolo di rinascita di Lucca grazie alla loro signoria. Alta quasi 45 metri, è visitabile tramite una scala interna di 230 gradini per un totale di 25 rampe, abbastanza comode nella prima parte ma non nell’ultima, dove si può proseguire solo grazie a rampe metalliche molto piccole. Mano a mano che si sale si possono contemplare numerosi quadri con scene di vita medievale, appesi alle pareti interne in pietra e mattoni. Dalla cima e dal giardinetto si può ammirare il centro storico, ma lo sguardo può spaziare oltre, fino ad incontrare le Apuane, gli Appennini e il monte Pisano.
Perdiamoci ora nella suggestiva atmosfera degli eleganti vicoli di Lucca. Si incontreranno trattorie che offrono le specialità locali come la minestra di farro, il biroldo (l’insaccato che altrove viene chiamato sanguinaccio), la garmugia cioè una zuppa di verdure, macinato di manzo e pancetta. Seguendo l’intreccio di vicoli, puntiamo verso sud fino a raggiungere le mura dove ci attende l’interessante complesso dell’Orto botanico. Si tratta di un’istituzione scientifica antica, risalente al 1820, quando venne fondato da Maria Luisa di Borbone, infanta di Spagna e duchessa di Lucca. Si trova in via del Giardino Botanico e, in due ettari, ospita centinaia di specie vegetali. L’orto botanico conserva ancor oggi la sua disposizione originale: il cancello monumentale, la montagnola con le piante caratteristiche della flora mediterranea, l’arboreto, le serre, i locali per gli erbari e un’aula didattica. Con il tempo è stato aggiunto il laghetto. Uno dei simboli dell’Orto botanico è il bellissimo cedro del Libano, piantato da un seme proveniente dall’orto botanico di Pisa nel 1822. Oggi misura 6 metri di circonferenza, 22 metri di altezza ed è caratterizzato da una vasta e vistosa chioma. Nel 2013 sono stati creati due percorsi multisensoriali per avvicinare il visitatore attraverso non solo la vista, ma anche il tatto, il gusto, l’olfatto e l’udito. Si tratta del Percorso degli Alberi che si snoda tra 10 alberi monumentali e il Percorso sensoriale nella Scuola botanica, lungo il quale sono esposte 36 specie sotto forma di micro-collezioni con specie aromatiche, medicinali, specie legate agli ambienti acquatici e specie tropicali. La credenza popolare vuole che l’Orto botanico sia legato ad una leggenda che risale al XVII secolo e che vede ancora come protagonista la bellissima nobildonna Lucida Mansi della Torre delle Ore. Amante degli eccessi, Lucida Mansi, preoccupata dall’avanzare dell’età, fece un patto con il diavolo che le si presentò sotto le sembianze di un bellissimo giovanotto, il quale le offrì ancora trent’anni di giovinezza e bellezza in cambio della sua anima. La donna accettò, passando i successivi trent’anni nella dissolutezza fino al giorno in cui il Diavolo tornò a riscuotere il suo credito. Il Diavolo la caricò su un carro infuocato e la trascinò fino al laghetto dell’Orto dove entrambi affogarono. Si narra che durante le notti di luna piena sia possibile scorgere, riflesso nell’acqua, il volto di Lucida Mansi che si guarda compiacente e vanitosa allo specchio. È possibile acquistare un biglietto unico cumulativo di 9€ (ridotto 6€) che comprende la visita all’Orto Botanico, alla Torre delle Ore e alla Torre Guinigi. Informazioni sul sito openlucca.it.
Lucca Comics and Games
Non chiamiamola semplicemente fiera. Lucca Comics and Games è molto di più. Una manifestazione internazionale, un’atmosfera fatta di colori e allegria portata da migliaia di partecipanti che ogni anno invadono letteralmente la città. Per molti è un modo di essere. Ogni anno, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre (quest’anno dal 31 ottobre al 4 novembre) si susseguono incessantemente stand ed esposizioni di fumetti, animazione, fantasy, movie, games, ospiti nazionali e internazionali, parate e un carnevale di persone travestite per le vie della città. E ancora tornei di gioco di ruolo dal vivo e da tavolo e spettacoli dedicati al settore fumettistico e d’animazione in generale, esibizioni di street band e mitiche sfide tra team di cosplayers provenienti da tutta Italia. Le aree del centro storico vedranno accoglieranno i tantissimi eventi realizzati nel corso delle cinque giornate. Le ultime edizioni hanno battuto ogni record per le presenze con 270.000 biglietti venduti e oltre 500.000 visitatori stimati. Quindi, un consiglio: se decidete di andare partite molto, ma molto presto!
Soste camper
AA Camper Il Serchio: Via del Tiro a Segno 704, quartiere S.Anna. Apertura annuale (tranne Febbraio). 50 piazzole erbose, acqua e luce in piazzola, ampia piattaforma per scarico camper, videosorveglianza e recinzione. Numerosi servizi e navetta per il centro storico. www.camperilserchio.it
Parcheggio Camper Luporini: Viale Luporini, Telefono: 0583 582859. Disponibilità 77 piazzole. Tariffe: € 10,00 giorni feriali per 24h dall’ingresso; € 14,00 giorni prefestivi e festivi per 24h dall’ingresso; € 3,00 per carico acqua e/o scarico liquami.
Il Parcheggio del Borgo: Via Augusto Passaglia, 318 Borgo Giannotti, coordinate GPS 43.850397, 10.505006. A soli 5 minuti a piedi dal centro storico della città. Area recintata con allacci alla rete elettrica e all’acqua potabile, carico, scarico, servizi igienici dotati di docce calde. www.ilparcheggiodelborgo.it