Pasqua in camper si fa in 6

Pasqua in camper. Sei itinerari da Nord a Sud Italia per trascorrere una Pasqua diversa dal solito e possibilmente vista mare. Da Comacchio ad Alghero, sei diversi itinerari per divertirsi, fare sport, partecipare a feste e darsi alla gastronomia

1 – Comacchio

Le valli, i lidi, il Delta e la laguna. Dalle escursioni in barca a quelle in bicicletta e a piedi, a Comacchio la vacanza è en plein air.

Acque poco profonde e salmastre, un continuo intercalare fra opere dell’uomo e prodigi della natura. E poi ancora uccelli acquatici e pescatori, chiuse, barriere di canneti, cielo che si confonde con l’acqua, dossi e antiche saline: le Valli di Comacchio, si presentano così, come una grande laguna affacciata sull’Adriatico; l’ideale per un turismo alla ricerca di siti incontaminati, rumori ovattati e di un ritmo lento e tranquillo.

Comacchio

Estese per 12.000 ettari, tra il Po di Volano e la foce del Reno, le Valli di Comacchio sono fra i più noti ecosistemi europei per l’osservazione degli uccelli acquatici, lo studio delle migrazioni, ma anche per una piscicoltura e mitilicoltura in armonia con l’ambiente. Anguille in particolare, ma anche branzini, sogliole e orate. Vicina al mare, ma lontana dalle frenesie tipiche romagnole, è una terra da scoprire senza fretta, magari a piedi, lungo itinerari attrezzati, donati dalla laboriosità di queste genti, oppure in “batana”, navigando fra i canali, sostando nei casoni da pesca o osservando fra i canneti, il passo ritmato dei trampolieri nelle acque basse.

Comacchio
Comacchio

Non distante dalle prime spiagge, Comacchio, la “piccola Venezia”, spicca dal blu dei canali con il rosso dei suoi mattoni e ci introduce nella sua arte fin dalla scalinata del Trepponti o Ponte Pallotta. Sul Canale Maggiore, le imbarcazioni sono pronte per le escursioni: la Peschiera, la Torre dell’Orologio, la Loggia del Grano che porta alla Cattedrale di S. Cassiano e poi Manifattura dei Marinati raggiunta passando sotto il Loggiato dei Cappuccini, il Santuario di Santa Maria e, oltre il Ponte di San Pietro, l’antico Ospedale degli Infermi, il Ponte degli Sbirri, Palazzo Bellini e il Museo del Carico della Nave Romana, sono i luoghi che risaltano in paese.

Ponte Trepponti – Comacchio

Poco lontano, la Riviera di Comacchio è una striscia di sabbia dorata, contornata di pinete e dai sette Lidi Ferraresi, tutti con un’originalità propria. Il Lido di Volano, a settentrione, il Lido delle Nazioni, dove spirò Anita, la moglie brasiliana di Garibaldi, il Lido di Pomposa e il Lido degli Scacchi, nati con il boom degli anni ‘50, Porto Garibaldi, dove l’eroe sbarcò, il Lido degli Estensi e il Lido di Spina, i più trendy e giovanili fra i sette. Ma se ancora il clima non consente di fare vita da spiaggia, le Valli e il delta del Po offrono molte escursioni fluviali con percorsi adattati alle stagioni (da farsi, sempre prima che le zanzare si impadroniscano della zona), partendo da Porto Tolle, Pila e Cà Tiepolo, nel Delta del Volano e da Bettolino di Foce a Comacchio. I battelli, nel rispetto del delicato ecosistema, si muovono tra i “paradei”, gli stretti canali che collegano il fiume alle lagune, lungo i canneti del Delta, oltre l’Oasi della Batteria, la Laguna del Burcio e a quella del Basson, fino all’isola di Scano Boa e Punta Maistra, dove gli ultimi casoni e il vecchio faro ricordano l’opera incessante dell’uomo in queste acque, regno degli uccelli più diversi, come il cavaliere d’Italia e l’airone bianco e rosso o le diverse specie di anatidi, la pernice di mare, le rapaci albanelle e i falchi di palude, i cormorani, le pittime e il piro piro. Tra le escursioni da non perdere, tra marzo e ottobre, la gita in barca nei luoghi di pesca dell’anguilla, fiancheggiando le vecchie Saline di Comacchio (info e prenotazioni: www.podeltatourism.it). Oppure una visita al Museo del Delta Antico che riaprirà rinnovato al pubblico dal 1 aprile. E per il birdwatching? Perché non provare una gita in barca al faro di Gorino, sull’isola dell’Amore, nel bel mezzo dell’Oasi di Mezzanino, paradiso per gli uccelli acquatici (Informazioni e prenotazioni: Consorzio Navi del Delta, Tel. 0533 81302 – www.parcodeltapo.it).

Non si può lasciare la Valle senza aver gustato le sue specialità, partendo ovviamente dall’anguilla, fatta in mille modi: sulla graticola, in brodetto, a “becco d’asino”, con le verze, salata o tagliata a braciola, oppure conservata marinata dopo essere stata sullo spiedo e messa negli “zangolini” vasi in legno atti alla sua conservazione sotto aceto, vino, sale di Cervia, alloro e acqua. D’altronde mangiare bene a Comacchio è facile: nei sette Lidi si mangia pesce freschissimo e gustosi piatti di cozze, vongole e seppie. Tutte ricette che ben si accostano ai quattro vini DOC del Bosco Eliceo: Fortana, Merlot, Sauvignon e Bianco del Bosco.

Anguilla affumicata

Da non perdere: una gita in bici seguendo l’itinerario che parte dal Lido degli Estensi, vicino al punto di partenza del traghetto di collegamento con Porto Garibaldi. La ciclovia porta a scoprire il Canale Logonovo e la Salina di Comacchio, rifugio di aironi e uccelli acquatici. Lungo il sentiero verso Casone Foce si ammira la Torre Rossa, antica costruzione difensiva. Da Stazione Foce partono le escursioni guidate nelle Valli e in Salina, a piedi o in battello. Seguendo la strada arginale di Valle Fattibello, si raggiunge il centro storico di Comacchio. Poi si fa tappa Manifattura dei Marinati per conoscere la storia e la lavorazione dell’anguilla. Bike map scaricabile dal sito: www.ferrarainfo.com

Siti utili: www.visitcomacchio.it, www.ferrarainfo.com, www.parcodeltapo.it

Soste: Spina Camping Village (www.campingspina.it); AA Ariaperta (ariapertasostacamper.it), a San Giuseppe, in via delle Nazioni.


2 – Argentario

La Costa d’Argento vista da Orbetello. Nella Maremma più selvaggia, natura, cavalcate lungo la costa e processioni pasquali

Porto Ercole

Il Monte Argentario, promontorio in provincia di Grosseto, è un’antica isola unita alla costa maremmana attraverso due lingue di terra sabbiosa (i tomboli di Giannella e di Feniglia), che formano un paesaggio lagunare interrotto da isolotti di limo ricoperti di salicornia e da una macchia mediterranea fatta di pinete, prati e zone cespugliose. Un luogo ideale per il rifugio di più di duecento tipi di uccelli, che qui trovano ristoro lungo le rotte migratorie fra Africa e Nord Europa, colonie di daini e famiglie di cinghiali che completano la ricca fauna, tutta da osservare nelle postazioni predisposte nell’Oasi WWF Laguna di Orbetello (visite possibili fino a maggio, info su: www.wwf.it/oasi/toscana/laguna_di_orbetello).

Castello di Capalbio

La ricchezza di questo ecosistema e la vicinanza del mare hanno da sempre attratto l’uomo verso questi luoghi: le tracce di antichi insediamenti etruschi e romani, il sistema di difesa della costa eretto dagli spagnoli, le Torri d’avvistamento, il Convento dei Passionisti, ne sono le prove più evidenti, senza dimenticare i due borghi, stupendi, Porto Santo Stefano e Porto Ercole, che, con Orbetello completano gli insediamenti del promontorio, fra scogliere, panorami mozzafiato, calette, spiagge e una cucina che, neanche a dirlo, non tradirà i buongustai più esigenti.

I primi tepori primaverili risvegliano la natura, le spiagge e i borghi del “Monte” come qui chiamano il promontorio. Nelle strade aumentano i ciclisti attratti da manifestazioni, come il Gran Fondo dell’Argentario (27 marzo), di forte richiamo. All’alba della Domenica di Pasqua invece, a Porto Santo Stefano, una lunga processione attraverserà le stradine e le vie del borgo per terminare con la benedizione del mare nel porticciolo, fra i pescatori e i caratteristici gozzi in legno, opera dei maestri d’ascia locali.

Orbetello

Gli appassionati di equitazione vanno in visita al tombolo di Giannella, dove il locale centro ippico, CM Equitazione (www.equiturismo.it), organizza suggestivi itinerari di poche ore fino ad escursioni di più giorni fra le piccole e nascoste calette della Costa d’Argento, dove, nel 1610, venne rinvenuto moribondo il corpo di Caravaggio, il grande ed avventuroso pittore rinascimentale. I trekking a cavallo con Guida Ambientale equestre si articolano su tutta la provincia di Grosseto e nella vicina Oasi di Burano. Il centro organizza anche spettacoli equestri di monta da lavoro del gruppo butteri “Cavalli di Vulci”. Pronti a scoprire uno degli angoli più incontaminati della Maremma Toscana a dorso di un cavallo, fra momenti di indimenticabile spensieratezza e divertimento?

Porto Santo Stefano

Dicevamo poc’anzi di come la cucina qui sia davvero da provare; in fondo siamo in Toscana dove la buona tavola è di casa, con ricette sane, ruspanti, così come il suo buon vino. La vacca maremmana, mucca dalle lunghe corna e manto grigiastro, è di ottima qualità e si presta bene alla griglia o per fare spezzatini, ma l’Argentario è laguna e mare, quindi, accanto alla tipica panzanella toscana, troviamo le spigole, le orate e le anguille sfumate di Orbetello, o il Caldaro dell’Argentario, la tradizionale zuppa di pesce povero che ben si accompagna a un bicchiere di Ansonica. Tortellini di ricotta e pecorino dei caseifici maremmani, completano l’offerta golosa.

Capalbio

Da non perdere: vale la pena spingersi nell’entroterra per visitare Capalbio, borgo nella selvaggia Maremma, di origini antichissime. Il centro storico è dominato dal castello di origine aldobrandesca, oggi sede di appuntamenti culturali, ma ogni vicolo o piazzetta è ricco di suggestione. Un inno al turismo slow.

Siti utili: www.turismo.intoscana.it, www.consorziomaremmare.it, www.orbetelloturismo.it

Sosta: a Orbetello, Parco Sosta Lanini (www.lanini.it); in alternativa Camping Giannella (giannella-camping-italia.com).


3 – La Riviera del Conero

Dove la macchia mediterranea arriva a lambire il mare. Mare, calette nascoste, rievocazioni storiche e cultura: cosa vedere e fare nel Conero e nei dintorni di Porto Recanati e Ancona

In primavera, la fioritura delle ginestre colora il promontorio del Monte Conero di giallo, donando un’incantevole sfumatura cromatica a un paesaggio, per tratti roccioso e selvaggio, per altri sabbioso e ricco di piccoli insediamenti.

La Riviera del Conero rappresenta l’unico tratto frastagliato di tutta la costa adriatica, interrompendo per poco, chilometri di arenili, che riprendono poi da Porto Recanati. Il Monte Conero, alto 572 metri, prende il nome dal corbezzolo, Komaròs, per gli antichi greci, una pianta molto diffusa lungo i suoi pendii. Nel 1987, la Regione Marche istituì il Parco del Conero, un’oasi protetta dove la macchia mediterranea arriva fino al mare, attraversata da diversi sentieri che si prestano per trekking e birdwatching. Nell’ambito del parco, sono numerose le aziende agricole e vitivinicole che producono il rinomato Rosso Conero, ma anche miele, olio e legumi. Il mare rappresenta un’eccezione per la costa adriatica, solo qui, infatti, si trovano vere perle incastonate fra scogliere e dirupi: spiagge come quella delle Due Sorelle o di San Michele nell’area di Sirolo, quelle di Mezzavalle o La Vela a Portonovo, viste al di fuori dalla stagione balneare, hanno un fascino unico e selvaggio.

Ancona, Arco Traiano

La nostra visita parte da Ancona, a soli 10 km dal monte. Le sorti di questa città sono sempre state legate al suo porto, importante polo commerciale e turistico, sovrastato dalla Cattedrale di San Ciriaco e affiancato, ai due lati, dalla Mole Vanvitelliana sull’isolotto del Lazzaretto a ovest e dall’Arco Clementino e dall’Arco di Traiano ad est. Piazza Plebiscito, il salotto cittadino, ci introduce nella parte più antica di Ancona, con l’adiacente Torre del ‘500 e la chiesa di S. Domenico, dove si conservano un’Annunciazione di Guercino e una Crocefissione del Tiziano; in piazza della Repubblica si affacciano la Chiesa del SS. Sacramento e l’imponente Teatro delle Muse. Per godere di un panorama emozionante, bisogna salire fino al Parco del Cardeto, 35 ettari di verde a picco sul mare. Dal capoluogo proseguiamo verso Portonovo, nel cuore del Parco, un villaggio di pescatori con scorci di natura incontaminata e una spiaggia di ciottoli bianchi, antico approdo per le razzie dei pirati turchi, difesa da una Torre di Guardia del ‘700. La zona, nel X e XI secolo, divenne un luogo di meditazione per eremiti e la chiesetta di S. Maria, gioiello romanico, ne rappresenta il ricordo.

Sirolo
Spiaggia di Sirolo

Lasciando questo borgo, si giunge a Sirolo, un paese dalle dolci colline coperte di vigneti e ulivi, piuttosto ventoso e con un mare ricco di ottimi branzini. Le sue bellissime spiagge sono mete ideali per chi cerca comodità e natura, così come Numana, cittadina poco distante, che offre relax e divertimento in uno scenario incantevole. Da visitare a Numana, l’Antiquarium e la chiesa romanica del S. Crocefisso.

Uscendo dal contesto del Conero, ma rimanendo sul mare, Porto Recanati vanta un bel lungomare con le case dei pescatori e ristoranti che propongono il tradizionale brodetto di pesce. Il centro storico ha completamente inglobato il quattrocentesco Castello Svevo, l’attuale Pinacoteca cittadina e ha conservato le piacevoli atmosfere e i sapori del borgo marinaro antico. Per tradizione, a Pasqua, qui si svolge dai tempi del Medioevo la processione del venerdì Santo, la Bara de Notte: un gruppo di pescatori scalzi percorre le stazioni della Passione, portando in processione una bara in legno alta cinque metri.

Da non perdere: lasciandosi alle spalle il mare e spingendosi all’interno, si incontra il Santuario di Loreto (a Pasqua solitamente va in scena La Morte del Giusto, rievocazione storica in costume della Passione), Castelfidardo, patria della fisarmonica, Osimo, la città dei “senza testa”, le grotte di Camerano e il suggestivo borgo medioevale di Ossagno: davvero un’ampia scelta per un’eventuale sosta!

Siti utili: www.turismo.marche.it, www.rivieradelconero.info, www.portorecanatiturismo.it.

Soste: Camping Riviera, a Numana (www.campingriviera.it), Camping Reno, a Sirolo (www.campingreno.eu), San Lorenzo Camper Resort, a Sirolo (www.camping-sirolo.it),


4 – La Costa del Cilento

Fra spiagge e il mito della Magna Grecia. Da Paestum a Palinuro, viaggio tra mare, buona cucina e resti archeologici.

Tempio di Hera a Paestum

Il nostro itinerario primaverile lungo la Costa del Cilento parte da Paestum per concludersi nella stazione balneare di Marina di Camerota dopo circa 100 km. Sono migliaia i turisti che affollano questi luoghi d’estate; ma, tralasciando la tintarella, la stagione migliore per gustarseli in santa pace è sicuramente la primavera, per via di un clima piuttosto mite e con piogge scarse. Paestum, la Paistom dei Lucani e la Poseidonia greca, oggi parte del comune di Capaccio, ha una spiaggia di sabbia finissima lunga 14 km, che, meteo permettendo, può essere vissuta dedicandosi alla pesca, alle passeggiate e all’osservazione dei romantici tramonti. Parte del Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO, Paestum rimane uno dei più bei siti della Magna Grecia, da visitare e scoprire, in un connubio fatto di natura, arte e di tanti sapori particolari. Imprescindibile, la visita al Parco Archeologico, un complesso a poca distanza dal mare. L’imponente Tempo di Nettuno è il più grande e meglio conservato del sito e risale alla metà del V secolo a. C.. Il Tempio di Hera, detto Basilica (560 A.C.), è invece il più antico e appartiene alla prima generazione dei grandi templi in pietra; il terzo “colosso” è il Tempio di Atena (500 a.C.), unico esempio di luogo di culto a questa Dea, arrivato a noi. Nell’attiguo museo, la famosa Tomba del Tuffatore (480 a.C.), rappresenta un uomo nell’atto di tuffarsi in mare, metafora del passaggio verso il mondo dei morti, un raro esempio dell’arte pittorica greca non vascolare.

Capo Palinuro

Dietro l’agglomerato di Capaccio, iniziano le pendici del Monte Soprano (1082 m s.l.m), ideale per il parapendio (www.paestumexperience.com/tempo-libero/parapendio) e per le gite a cavallo e porta d’ingresso del Parco del Cilento e del Vallo di Diano. Ritornando sulla costa, verso sud si giunge ad Agropoli, un paesino sovrastato da una antica catena di torri di avvistamento, con il piccolo ma ben attrezzato porto e la chiesa della Madonna di Costantinopoli, la patrona del paese fin dal ‘500. Proseguendo, oltre il massiccio del Monte Tresino, si arriva a Santa Maria di Castellabate, sede dell’omonima Area Marina Protetta: qui è obbligatorio parcheggiare il camper o sostare in località Lago se siete interessati a prendere la corriera per Castellabate, divenuto famoso negli ultimi anni come set del film “Benvenuti al Sud”. Altrimenti, meglio proseguire fino ad Acciaroli, per molti la vera essenza delle bellezze costiere del Cilento: vicoli stretti, lunghe spiagge sabbiose, case di pietra, lontana dai circuiti del turismo di massa, ammassata intorno al suo porticciolo, costruito sugli scogli e segno di un’antica vocazione marinara.

Agropoli

A Pollica, il paese di cui Acciaroli è frazione, nel 2016 si è tenuto un simposio internazionale nell’ambito del progetto CIAO “Cilento on aging outcomes study” che ha lo scopo di studiare i numerosi ultracentenari cilentani per scoprire i segreti della loro longevità, legata sia alla notevole attività motoria, al consumo di erbe colte in questi prati e ad una ferrea Dieta Mediterranea, che ha in Pioppi, altra frazione di Pollica, la sua capitale, da quando il modello alimentare fu formulato per la prima volta dal nutrizionista americano Ancel Keys che negli anni ’60, si trasferì proprio qui con tutto il suo staff per studiare la relazione tra salute e alimentazione, rimanendovi per quarant’anni, praticamente, fino alla morte avvenuta ai cento anni esatti. Magari una tantum non avrà grande effetto, ma una sosta in una trattoria che propone cibi locali, non sarebbe un’idea da bocciare! La cucina cilentana affonda le radici nella tradizione contadina e comprende la cipolla di Vatolla, i fichi bianchi, l’olio e il pomodoro, il formaggio caprino e la soppressata. La colazione è una semplice Acquasale, un piatto povero, composto da pan biscottato bagnato in acqua, pomodoro, sale e olio EVO. Più elaborati, gli Scialatelli al Ragù, una pasta fresca condita al sugo di pomodoro, cipolla di Vatolla, capperi e molliche di pane; in alternativa Lagane e Ceci, di legumi e tagliatelle larghe o la Cipollata, una zuppa talmente semplice che è perfino difficile da trovare. Di secondo si va di Alici’Mbuttunate, acciughe fritte ripiene di formaggio di capra, Baccalà con Patate e Olive o di Sfriunzolo, carne di maiale con peperoni. I vini DOC del Cilento sono l’Aglianico e il Fiano; i dolci sono quasi sempre a base di fichi bianchi, ma se andate di fretta, la Pizza locale, con la pasta di pane e formaggio caprino sostituisce primo e secondo.

Dopo la divagazione culinaria, raggiungiamo poi Palinuro, rinomata meta estiva e approdo di Enea dalle tante vestigia d’arte come la Chiesa di S. Maria di Loreto in Piazza Virgilio, la Fontana del ‘700 con pitture a pastello e l’Antiquarium che custodisce fra i reperti delle monete greche Pal-Mol, usate dagli antichi abitanti della vicina collina di Molpa, oggi zona-camping dove, in tenuta da trekking, si va per passeggiare nella vegetazione a strapiombo sul mare di Capo Palinuro fino al rudere del Castello, casa del fantasma di Donna Isabella, alla perenne ricerca dell’amante perduto. Di gamba buona, si arriva fino alla Stazione Metereologica con il Faro e una vista incredibile. Marina di Camerota segna la fine del nostro viaggio; ma prima, appropriamoci, in pace, delle piccole spiagge immerse nella natura incontaminata, prima che l’assalto estivo della massa turistica, le riempia di ombrelloni e lettini.

Da non perdere: anche Palinuro ha la sua Grotta Azzurra, che molto ricorda le suggestioni della “sorella” di Capri. Si visita con gite in barca (www.palinurocoop.com).

Siti utili: www.regione.campania.it, www.museopaestum.beniculturali.it

Sosta: Campeggio Dell’Isola, a Marina di Camerota (www.villaggioisola.it), Campeggio Nessuno, Loc. Mingardo 3, Marina di Camerota (www.villaggionessuno.com), Area sosta Milagro, Palinuro (www.sostacamperpalinuro.com).


5 – Puglia Imperiale

Nel segno di Federico II di Svevia. Saline e terme, mare e centri storici suggestivi: scopriamo una Puglia inedita tra Barletta, Trani e Bisceglie.

Castel Del Monte

Federico II di Svevia, imperatore colto, naturalista e grande statista, governò nell’Italia del sud per trent’anni; egli amava molto la sua terra, con una particolare predilezione per una zona che oggi, in suo onore, viene identificata come “Puglia Imperiale”, un tratto di costa a sud del Gargano, che va da Trinitapoli a Bisceglie, comprendendo, nell’entroterra, l’altopiano delle Murge. Un luogo ricco di storia, laghi salmastri litoranei, stupende città costiere e una campagna fertile e ricca.

La Cassa – Bisceglie

La Puglia Imperiale si materializza a nord, dopo Manfredonia, con le Saline di Margherita di Savoia (www.margheritadisavoia.com/la-salina), 4500 ettari di acque basse, ricavate dal bacino del lago Salpi: prenotando, si viene accompagnati nella visita, sia della parte produttiva sia delle zone umide, regno dei grandi uccelli migratori, in particolare, fenicotteri rosa, e riserva naturale protetta.

Barletta – Castello Svevo

Lasciando il camper in un’area di sosta nelle vicinanze, ci si può rilassare nelle rinomate Terme Margherita di Savoia (http://www.termemargherita.it/centro-benessere), dove persino Annibale, apprezzò il potere benefico dell’acqua madre e dei fanghi di salina. 15 km a sud, al confine fra un litorale roccioso e la sabbia portata dall’Ofànto, Barletta non è solo la Città della Disfida, uno scontro tra cavalieri italiani e francesi tenutosi nel Medioevo. La costa è dominata dal Castello Svevo, punto di partenza delle Crociate, dal porto e dai giardini pubblici. L’imponente Duomo romanico con ampliamenti in stile gotico, ci introduce nel borgo. A Palazzo della Marra, c’è la Pinacoteca Giuseppe De Nittis, pittore impressionista barlettano, mentre davanti alla Basilica gotica del SS. Sepolcro, si erge “il Colosso”, un bronzo bizantino del V secolo, dono (pare) del solito Federico II alla città e proveniente dagli scavi di Ravenna.

Dolmen della Chianca – Bisceglie

Seguendo la SS16, in direzione sud, fra grandi coltivazioni e piccole imprese che lavorano il marmo bianco locale, si arriva a Trani, la Perla dell’Adriatico, armonicamente edificata intorno al suo porto, con il fondamentale apporto degli Svevi che la trasformarono in fortezza marittima edificando il grande Castello sul mare. La Repubblica di Venezia la impose come centro di scambio e, in breve, Trani si arricchì di palazzi e dimore patrizie fino al 700. Lo scenario, specialmente se visto dal mare, è mozzafiato: la fortezza, la facciata della Cattedrale, esempio magistrale di architettura romanico-pugliese, il centro storico, l’adiacente quartiere ebraico, fino al lungomare che conduce all’insenatura del porto, in un dedalo di viuzze, case e chiese antiche, è di una raffinatezza senza pari e varrebbe un tour, magari guidato, che ne risaltasse i pregi. Il Venerdì Santo a Trani si susseguono due riti: nel cuore della notte, alle tre in punto, dalla chiesa di S. Teresa si snoda la Processione dell’Addolorata, un silenzioso corteo penitenziale che si concluderà solo all’alba; in serata è la volta della Processione dei Misteri.

Bisceglie

La vicina città di Bisceglie è caratterizzata da un centro formato da un reticolo di antiche abitazioni, dalla sagoma romanica della Cattedrale di S. Pietro (1295), dalle numerose cappelle, dalla chiesa di S. Giovanni in Castrum e dalla Torre del Castello. Diversi e articolati i musei sul territorio, il Museo Diocesano nel Palazzo Vescovile, quello Civico Archeologico, il Civico del Mare, ricco di fossili, ancore e modellini, il Museo Etnografico delle Tradizioni e il Teatro Garibaldi che funge da cerniera fra borgo antico e zona moderna. La costa è un susseguirsi di anfratti e calette, grotte marine, ampie spiagge e il porto turistico; anche stavolta la vista della città dal molo, è di grande impatto.

Castel Del Monte

Da non perdere: Lasciando la costa della Puglia Imperiale, consigliamo una deviazione di 38 km verso Andria, fino a Castel del Monte, quello della moneta da 1 cent, forse il più famoso edificio che ricordi Federico II, noto per l’originale pianta esagonale. Ci troviamo nel Parco dell’Alta Murgia e l’occasione di prolungare la sosta per una minivacanza attiva che preveda, escursioni a cavallo, in bici o addirittura su un ultraleggero, è davvero allettante.

Siti utili: www.viaggiareinpuglia.it, www.pugliaimperiale.com

Sosta: a Margherita di Savoia, Lido Moby Dick (www.lidomobydick.it/sostacamper.html), a Trani, Trani Camperpark (camperparktrani.it), a Bisceglie, Autoparco Valente (www.selfstoragevalente.it).


6 – Riviera di Corallo

La Settimana Santa de l’Alguer.

Alghero – Settimana Santa

I riti della Settimana Santa di Alghero, così originali e apprezzati sull’isola, possono diventare l’occasione per una visita fuori stagione alla Riviera di Corallo, costa adiacente la cittadina sarda, così chiamata per le formazioni di corallo rosso che abbondano nei fondali, base per una tradizione orafa che crea gli stupendi gioielli esposti nei negozi del centro. Le celebrazioni della Settimana Santa di Alghero (Setmana Santa de l’Alguer) risalgono al 18 gennaio del 1606, quando la città era una roccaforte spagnola e nel suo mare venne rinvenuto il Santcristus o Cristo Ligneo di Alicante, una raffigurazione della crocefissione, scampata al naufragio del veliero “Santa Maria di Monte Negro”, che la trasportava. La croce fu subito oggetto di devozioni popolari fino a divenire il simbolo della Pasqua Algherese. Il soggetto delle celebrazioni è sicuramente la Passione di Gesù ma è accompagnato, secondo la tradizione iberica, dal dolore della Madonna. I riti iniziano con largo anticipo il venerdì che precede la domenica delle Palme, quando viene allestita la Processó de Nostra Senyora de les Set Dolors, la Processione dell’Addolorata, una cerimonia compartecipata da tutti gli abitanti che sfilano con le candele protette da carta rossa, recitando preghiere in Catalano, la lingua dialettale locale. Si riprende il martedì con la Processò dels Misteris (la Processione dei Misteri), dove, sei statue portate a spalla per le vie, rappresentano i cinque misteri dolorosi del Rosario e lo strazio della Vergine. Nel Giovedì Santo sono due le celebrazioni, la Processò de las Cerques quando la statua di Nostra Signora dei Sette Dolori cerca inutilmente il figlio, vagando per la chiesa, e la Processò dell’Arboramento con la croce del Santcristus eretta e vegliata. Il venerdì inizia con la Missa Fugi Fugi. Raggiunta la Cattedrale, ecco il momento solenne del Desclavament: Gesù viene tolto dalla croce e riportato in processione coperto da un drappo. A Pasqua, finalmente, si assiste all’incontro fra le statue della Madonna Gloriosa e del Cristo Risorto, con messa finale in lingua Catalana.

Alghero – Scale a stalattite della Grotta di Nettuno

Non per niente, Alghero è definita Barceloneta (Piccola Barcellona), anche se il suo successo è dovuto soprattutto alle stupende località marine, da Porto Ferro a Capo Marrargiu: Baia delle Ninfe, Punta Giglio, Capo Caccia, le Bombarde e Torre del Porticciolo, ottimi da visitare in primavera quando la natura rinasce e il tempo migliora. Muoversi in bici per Alghero e la sua costa, nella macchia mediterranea, è davvero un must per gli appassionati di ciclo escursionismo. Le zone del Parco Archeologico e Parco di Ponte Conte sono ideali. I mezzi si possono noleggiare anche al porto turistico dove sapranno darvi i giusti consigli.

Alghero

La città di Alghero offre monumenti e atmosfere catalane, dalle mura, le torri, i bastioni che la circondano alle vie lastricate del centro: cosa fare, dunque, per lasciarsi vincere dal fascino di Barceloneta? Facile, la Costa del Corallo è famosa per i suoi tramonti, perché non osservare il calare del sole in qualche locale sui Bastioni Magellano, davanti a un calice di vino sardo e un piatto di mare? In fondo, la famosa Aragosta alla Catalana, a dispetto del nome, è originale di questa zona e la virtuosa versione algherese della Paella, non teme il confronto. Alla fine, per tornare a un gusto sardo, un dolce alla confettura di mirto è ciò che serve. Lo shopping fra i negozi nella ciudad vecchia riserva affari e sorprese: botteghe artigianali dove si lavora il corallo e la filigrana, laboratori di ceramica, esposizioni di ricami o di manufatti in vimini, atelier d’alta moda e negozietti di souvenir, pregiati coltelli d’arte locale e tanta enogastronomia.

Da non perdere: impossibile non fare tappa nella bella villa Costantino, dove si trova il Museo del Corallo di Alghero. Entrare nelle sue sale significa scoprire la storia di questo oro rosso tipico della zona. Biologia, pesca, economia, mitologia e culto: un affascinante viaggio nell’ecosistema marino, e non solo, compiuto attraverso pannelli didattici e esemplari in esposizione. Info: www.algheroturismo.eu

Sosta AA presso il Paradise Park, dotato di tutti i servizi e comfort, tel. 079 936033 – www.paradisepark.it. Oppure, Area sosta I Platani, in strada vicinale Arenosu 2, tel. 079 930204 – www.iplatani.it

Testo di Alessia Merati

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