Una terra dalla storia millenaria, che porta i segni del tempo tra le rughe del terreno e i silenzi dei borghi abbandonati. L’accoglienza in Basilicata è calorosa e camper friendly grazie alle aree sosta e ai campeggi dislocati sul territorio.
Bellezza autentica
La Basilicata è una vera sorpresa dal punto di vista dei tesori che custodisce. Borghi e castelli punteggiano il territorio. I parchi naturali sono scrigni di biodiversità. Calanchi e formazioni rocciose si alternano a prati e colline più dolci. Impronte della natura e tracce dell’uomo sono armoniosamente inseriti in un contesto in cui il viaggiatore può scoprire tante suggestioni. Il patrimonio artistico e culturale affonda le radici fino alla preistoria, le sfumature del gusto spaziano da vini antichi a prodotti ortofrutticoli dalle origini lontane.
Seguiteci in questo on the road nel cuore della Basilicata!
Su antiche orme
La prima tappa è nella zona del Vulture, a nord, dove si incontrano Basilicata, Puglia e Campania: zona vocata alla coltivazione del vino Aglianico (a marchio Doc dal 1971), è perfetta per un turismo che mescola natura, nel Parco Naturale Regionale del Vulture, e cultura, nei borghi ricchi di storia. Tra le colline verde scuro dove si stendono boschi di faggi e castagni e si nascondono torrenti e cascate, sono adagiati due specchi d’acqua: i laghi di Monticchio occupano il cono di un vulcano ormai sopito da millenni e sono sovrastati da una abbazia. L’atmosfera è ideale per una sosta, per gustarsi meglio il fondersi dei suoni della natura e dei profumi del bosco e dell’acqua. Con un poco di fortuna, nelle ore serali si può avvistare una particolare specie di farfalla di origine preistorica, la Bramea di Hartig. Ma le tracce più remote della storia, in questa zona, sono visibili anche ad Atella, presso il Sito Paleolitico dove è stata ritrovata la zanna di un elefante antico. Si viaggia nella storia a Venosa, città natale del poeta latino Orazio, dove sono visibili numerose vestigia risalenti all’epoca romana. Melfi con il castello di Federico II dalle imponenti torri. Lagopesole, sede di un altro dei castelli federiciani e suggestiva meta per chi ama le leggende e i fantasmi: queste mura ne sono particolarmente ricche!
Echi di storia
Si sente il soffio del vento sul volto proprio come se fossimo uno dei rapaci che abita il Parco Naturale Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. E che osserva dall’alto i borghi impervi, costruiti da mani sapienti, da secoli come immobili, tanto che quasi si confondono con le rocce cui sono abbarbicati. Il volo dell’angelo è una delle esperienze che si possono provare in questo luogo caratterizzato dai colori e dai profumi della natura: si tratta di una zip line che corre per circa 1 km e mezzo all’altezza di 400 metri tra i due borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa. Che sia a spasso tra le vie strette e in salita dei due borghi e su uno dei sentieri che attraversano queste montagne, il panorama regala grandi emozioni. I due borghi sono testimonianza viva del passato di questo territorio, del passaggio di popoli e della fusione di stili. Il quartiere dell’Arabata di Pietrapertosa già nel nome suggerisce la sua origine orientaleggiante: è un labirinto di passaggi tra la roccia intagliata, le scalinate e i belvedere sulle torri di arenaria in alto e il corso del fiume Basento in basso. Ha invece un legame con i Templari il borgo di Castelmezzano: a voi la scoperta dei simboli e delle testimonianze presenti nel paese!

Nel silenzio del tempo
È un ondeggiare sulle strade alla scoperta di borghi e storie la prossima tappa. I calanchi solcano rughe profonde nella terra polverosa e i borghi si susseguono tra letteraria memoria e malinconico abbandono. Raccontano la vita della regione indugiando su alcuni aspetti che hanno alimentato l’immaginario popolare e che oggi sono, invece, dettagli di suggestione per un itinerario di viaggio. Il borgo di Craco è abbandonato dalla fine degli anni Sessanta a causa di una frana e sembra, dall’esterno, ormai fuso con le rocce. Il campanile come uno svettante torrione, le finestre aperte su stanza vuote come buchi aperti nelle rocce dal lento lavoro di pioggia e vento. Dall’interno racconta una storia di abbandono dell’uomo e di riappropriazione della natura. Si entra, tramite visita guidata, con delicatezza e attenzione e si rimanere in ascolto di ciò che il paesaggio riesce a restituire in emozioni e sensazioni. È rimasto legato alla presenza di Carlo Levi il borgo di Aliano, anch’esso abbracciato a una roccia e caratterizzato da strette vie e profondi canyon. Qui lo scrittore visse il confino e trasse ispirazione per il suo romanzo più noto, Cristo si è fermato a Eboli. Le suggestioni letterarie si mescolano a quelle del territorio e creano un particolare percorso di visita. Spiccano le tradizioni della civiltà contadina raccontata nel museo dedicato e le misteriose maschere che animano il carnevale locale.

La città nella roccia
Si gioca nella roccia e nel profondo di cavità sotterranee la fama di Matera: è un piacere osservarla sotto la luce di un cielo luminoso magari da lontano o dall’alto (ci sono esperienze in mongolfiera che regalano grandi emozioni). O nell’atmosfera magica creata dalle luci artificiali, quando, la sera, la città si trasforma in un presepe, intimo, accogliente, caloroso. La storia si dispiega attraverso un itinerario nei due rioni antichi, quello del Sasso Caveoso e del Sasso Barisano. Oggi Patrimonio Unesco, erano abitati fino alla fine del XX secolo. Una storia che ripercorre la linea del tempo e porta a scoprire gli utilizzi fatti, nel corso dei secoli, di questi locali scavati in una roccia particolarmente malleabile. Chiese, abitazioni, catacombe, cantine e frantoi sono oggi riportati in vita come tante sale di un museo diffuso. Oppure riconvertiti in centri culturali, ristoranti, laboratori per dare una nuova vita al centro di questa città millenaria, collegando antico e moderno, passato e presente in un percorso. Proprio come vie lastricate, piazzette, scalinate, loggiati collegano le grotte e le caverne di Matera.
Tra le molte esperienze da non perdere le visite:
- al Palombaro, cisterna per la racconta d’acqua utilizzata fino a un centinaio di anni fa e parte del sistema idrico cittadino realizzato nel 1800
- al Parco della Murgia Materana con le sue chiese rupestri.
Al cospetto delle stelle
I grandi spazi naturali e gli scarsi agglomerati urbani di ampie proporzioni determinano, in Basilicata, uno scarso inquinamento luminoso. Di conseguenza, la possibilità di osservare un cielo particolarmente luminoso e una grande quantità di stelle. Oltre agli osservatori astronomici, ci sono anche molte località adatte a una osservazione a occhio nudo: qualche idea per una visita stellare.
Informazioni e soste
L’itinerario in Basilicata camper friendly procede dal nord della regione, dunque in prossimità del confine con la Puglia e con la Campania, e si snoda verso sud. Si consiglia di accertarsi preventivamente dell’accessibilità delle strade a mezzi molto lunghi perché, in alcuni casi, possono esserci restrizioni al transito.
Soste:
Melfi: parcheggio senza servizi e gratuito in Via dei Nornanni.
Venosa: Autolavaggio Venusia e sosta camper attrezzata, SP18 – Località Piani Di Camera Primo
Castelmezzano: diversi parcheggi disponibili, tra cui uno in Piazza Paternò.
Pietrapertosa: area sosta in Via della Speranza per camper fino a 6 metri. Altri parcheggi in zona.
Aliano: area sosta in Via Piave.
Matera: area sosta presso Agriturismo Nonna Rosa, Strada Statale 7 – km 584, 750 – Contrada Trasano.