A spasso per Cortona, uno dei borghi murati a sud-est di Firenze, in posizione collinare tra i più antichi d’Italia. Cari amici siamo tutti bloccati nelle nostre case o al lavoro e presto l’emergenza sanitaria sarà solo un brutto ricordo, diamo spazio quindi alle idee per quando potremo di nuovo ripartire a bordo dei nostri camper. Cortona (AR) fu una delle dodici città della lega etrusca e in seguito divenne una colonia romana. Come tante altre città della Toscana, passò sotto il controllo di Firenze e dei Medici alla fine del Medioevo, come si può notare nella sua architettura urbanistica. Piazza della Repubblica si trova nel centro storico, dominata dal trecentesco Palazzo del Capitano del Popolo e dall’imponente Palazzo Comunale, costruito prima del 1241. La facciata del palazzo è alquanto austera, con una lunga scalinata e una torre-orologio merlata, entrambi parte dei lavori di ristrutturazione del XVI secolo. La maggior parte delle attrazioni turistiche di Cortona si trovano a pochi passi da questa piazza. Nell’antichità Cortona divenne un centro potente, in grado di controllare i territori circostanti ed è agli Etruschi che si deve la costruzione di imponenti mura, nel IV secolo a.C. Sempre al genio degli Etruschi si devono le tombe “a melone”, sparse nei dintorni della cittadina e il monumentale altare funerario adornato da sfingi, esempio unico in Italia.
Cortona: cose da vedere
Piazza della Repubblica: tra le cose da vedere a Cortona si può partire da qui, cuore del centro storico, incontro del cardo e del decumano romani. Sulla piazza si affacciano il Palazzo del Consiglio Comunale e di fronte il Palazzo del Capitano del Popolo. Il primo risale al XII seolo e sorse sulle rovine del Foro di epoca romana. All’inizio era composto da un unico grande salone al quale si accedeva tramite l’odierna scalinata: tracce di questo primo impianto si trovano sul lato destro che si affaccia su piazza Signorelli. Nel corso dei secoli fu ingrandito e fu innalzata la torre campanaria. Sul lato che porta alla adiacente piazza Signorelli vi è una colonna del 1508 che reca il leone fiorentino, detto il Marzocco, in pietra serena. Il Palazzo del Capitano fu costruito nel XIII secolo quando venne istituita la carica di Capitano del Popolo. L’edificio era merlato e con una torre, di cui restano tracce nel lato sinistro. Nel 1515 ospitò papa Leone X che si fermò qui prima di recarsi a Bologna per incontrare il Re di Francia Francesco I.
Il Palazzo Vescovile, del XVI secolo, fu dimora anche di Frate Elia nel primo periodo della sua residenza a Cortona. Alcuni restauri hanno portato alla luce un porticato medievale che doveva appartenere alle rovine dei precedenti edifici su cui sorse il palazzo. Sul lato sinistro del portale cinquecentesco si possono ammirare tre grandi stemmi: il primo a sinistra del vescovo Leonardo Bonafede (1529-1537), quello centrale di Matteo Concini (1560-1562) e l’ultimo a destra di Costantino Veltroni (1577-1595), mentre nella facciata laterale due lapidi in marmo ricordano la visita in città, nel 1803, di Maria Luisa infante di Spagna e Regina del regno napoleonico dell’Etruria.
Dove si trova: Piazza del Duomo
Palazzo Casali fu costruito nel XIII secolo e fu più volte ristrutturato nel corso dei secoli. Ma le sue fondamenta sono molto più antiche, sprofondando nel suolo e nelle origini etrusche di Cortona. Il palazzo dal 2005 ospita il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (Museo Archeologico) che racconta la storia e mostra le conquiste di un popolo “che i romani, nella loro solita maniera di buon vicinato, hanno cancellato del tutto” (come ha scritto DH Lawrence in “Etruscan Places”). Si tratta di uno dei più importanti musei etruschi in Italia e conserva anche antichità romane ed egizie. Sono infatti esposti bellissimi manufatti, tra cui piatti e ciotole greche con figure nere, una sfinge d’avorio e molti vasi di stoccaggio e urne funerarie. I pezzi più preziosi sono un lampadario in bronzo etrusco del V secolo a.C. e la Tabula Cortonensis, una tavoletta di bronzo che rappresenta uno dei più antichi testi etruschi. Molti dei manufatti esposti provengono da due siti tombali situati vicino Sodo, a nord ovest di Cortona. Qui si trovano due tumuli a forma di tamburo, noti localmente come Meloni, risalenti al VI e IV secolo a.C. Melone I, portato alla luce nel 1909, ha consegnato alla luce alcuni dei migliori esempi di accessori funerari etruschi esposti ora nel museo. Si accede a Melone I attraverso un’entrata di blocchi di pietra megalitici. Il complesso di camere all’interno reca un soffitto trapezoidale, appoggiato su una chiave di volta. Gli Etruschi erano fenomenali architetti e ingegneri. Una caratteristica sorprendente di questa tomba è che sul muro di una camera sono riportati i nomi della coppia di marito e moglie i cui corpi sono stati rinvenuti qui: ARNT MEFANATES e VELIA HAPISNEI. Melone II, fu scavato nel 1927, ha un’ampiezza di oltre 70 metri di diametro. Questa seconda tomba ha una caratteristica eccezionale: al’interno si trova un altare sacrificale fiancheggiato da un misterioso intaglio, forse rappresentante un leone o una sfinge, che reca in mano la figura di un guerriero, la cui testa è nella bocca della sfinge a rappresentare la lotta tra la vita e la morte. Un’altra tomba del IV secolo, a sud di Cortona, e raggiungibile dalla strada di Porta Sant’Agostino, ha una camera lunga più di due metri, racchiusa da grandi blocchi a forma di cuneo.
Il Museo MAEC è aperto dalle 10.00 alle 19.00 ogni giorno da aprile a ottobre, ingresso € 10. Dove si trova: Palazzo Casali, Piazza Signorelli 9
Il Duomo A Cortona tra le cose da vedere c’è il duomo di Santa Maria Assunta, una struttura rinascimentale costruita sui resti di una precedente chiesa romanica. Quello che vediamo oggi è prevalentemente opera di Giuliano da Sangallo (1445-1516) o dei suoi seguaci, mentre i bellissimi portali sono di Cristofanello, le cui opere possono essere amirate anche sulla facciata di un palazzo in Via Guelfa 4. L’interno è diviso in tre navate da colonne sottili i cui capitelli riflettono lo stile del Brunelleschi. Gli altari finemente scolpiti, realizzati a metà del 1600, sono opera di Francesco Mazzuoli. Il coro contiene una serie di bei dipinti, tra cui alcuni degli allievi di Luca Signorelli. Adiacente alla cattedrale si trova il Palazzo Vescovile.
Dove si trova: Piazza del Duomo
Museo Diocesano La chiesa gesuita sconsacrata, la Chiesa del Gesù, è una singolare struttura costituita da due chiese, una sopra l’altra. Originariamente costruita tra il 1498 e il 1505, fu rimaneggiata nel XVI secolo da Giorgio Vasari e la chiesa superiore oggi ospita il Museo Diocesano. Le sue opere più famose sono quelle di Fra Angelico: L’Annunciazione, un trittico con la Vergine col Bambino e scene della vita di San Domenico. Notevoli anche la Crocifissione e la Madonna di Pietro Lorenzetti, pale d’altare di Luca Signorelli e Sassetta, un sarcofago romano del II secolo d.C., il Reliquiario del Vagnucci del XV secolo in bronzo dorato, argento e pietre preziose. La chiesa inferiore ha una ricca decorazione ad affresco disegnata da Giorgio Vasari nel XVI secolo e una terracotta dipinta del 1500 circa. Dove si trova: Piazza del Duomo 1
San Francesco La chiesa di San Francesco fu iniziata nel 1245, diventando una delle prime chiese francescane attive. L’esterno gotico a navata unica è semplice e senza decorazioni; l’interno è stato invece rimodellato nel periodo barocco. Il suo tesoro più grande, anche se non sempre visitabile, è un reliquiario della Vera Croce, una tavoletta in avorio bizantino contornata da una cornice cinquecentesca, trasportata da Costantinopoli da Fra Elia da Cortona. Il fratello Elia succedette a San Francesco come capo dell’ordine e fondò questa chiesa; la sua tomba è nel coro. Da non perdere il capolavoro di Pietro da Cortona, L’ Annunciazione , nel terzo altare a sinistra, considerato uno dei dipinti più belli del XVII secolo.
Dove si trova: Via Berrettini
Cortona: i percorsi
In via Iannelli troviamo intatte alcune case medievali con caratteristiche facciate che sporgono a sbalzo sopra la strada e sono rafforzate da travi di legno. Tali abitazioni poggiano su tracce di antiche case etrusche e romane. Da Porta Santa Maria si possono costeggiare le antiche mura etrusche del V sec a.C. e il cui lato ovest è perfettamente conservato e caratterizzato dalla presenza dell’unica porta etrusca a due fornici, Porta Bifora (del II sec a.C.). Il bellissimo lastricato interno testimonia la caratteristica cerimoniale della porta cui arrivava la grande strada che proveniva delle necropoli ellenistiche della città. Continuando a costeggiare le mura, si rientra da Porta Sant’Agostino e si trova poi l’Arco e un antro con copertura a volta a botte e apertura al centro del soffitto, probabilmente una cisterna o deposito risalente tra il II e il I sec. a.C. Da via Guelfa si sale passando dal maestoso Palazzo Baldelli ( del XV sec), oggi sede dell’Hotel San Michele, e sulla sinistra la splendida facciata in pietra lavorata di Palazzo Cristofanello Laparelli, oggi sede della Banca Popolare di Cortona. La via Guelfa riporta a Piazza della Repubblica.
Il Poggio Si tratta della parte settentrionale della città, dove si aprono gli scorci più pittoreschi e le strade più caratteristiche, anche con tratti in forte pendenza. Partendo sempre da Piazza della Repubblica, si prende via Passerini che passa sotto all’arco del Palazzo del Capitano del Popolo, si incontra la Chiesa di San Francesco del XIII sec, la chiesa fu costruita da Frate Elia. Dalla ripidissima via Berrettini si arriva al Poggio vero e proprio, la parte alta della città. Lungo la via si incontrano la piazzetta del pozzo tondo, dove un tempo si attingeva l’acqua potabile, e la casa natale di Pietro Berrettini, pittore e architetto del XVII sec. Continuando si arriva a piazza della Pescaia, il cui nome viene da una cisterna romana sulla quale fu edificato, su disegno del Vasari, il Monastero di Santa Chiara del XVI secolo per accogliere le Suore Clarisse francescane di Santa Chiara. Continuando si trova Porta Montanina, con le rovine delle mura etrusche e dell’acquedotto romano. Si scende ora per via San Niccolò con la Chiesa di San Niccolò del XV secolo con il suo elegante portico, in cui sono conservati alcuni affreschi di Luca Signorelli. Passando sa viale Santa Margherita, alla fine c’è Porta Berarda del XIII sec, da dove, secondo la leggenda, entrò in città Santa Margherita da Laviano nel 1272. Continuando a scendere si arriva a via Nazionale, chiamata Rugapiana poichè è l’unica strada perfettamente in piano della città, dove passeggiare tra negozi di artigianato e i caratteristici locali.
Percorso lungo le mura Leggi anche: Tour classico della Toscana in pochi giorni Aree sosta in provincia di Arezzo