Creta: diario di viaggio in camper

Un viaggio nella terra della civiltà Minoica, un’isola con due facce ben distinte:paradiso naturale e paradiso artificiale (o inferno se preferite) del villaggio tutto compreso. Per fortuna i due ambienti sono distanti e collocati agli antipodi dell’isola di Minosse e del Minotauro.

Un viaggio a Creta non è un viaggio in Grecia, è un viaggio a Creta e basta. Così come visitando la Corsica non si può dire esattamente di essere stati in Francia. Arrivare a Creta con il camper è piuttosto impegnativo: una notte di traghetto da Ancona a Patrasso (Patra) con il pratico “camping on board”, trasferimento stradale ad Atene e un’altra notte, stavolta senza la possibilità di campeggiare a bordo, fino a questo lembo di terra posto a metà strada tra l’Europa e l’Africa, battuto in estate e in particolare nel mese di agosto, dal melthémi, un vento monsonico. Gli antichi naviganti che per primi riuscirono a imbrigliarlo nelle vele e a conoscerlo, poterono tracciare nuove rotte. Il camperista, navigatore di terra, farà bene a chiudere la veranda, rassegnandosi ad essere punzecchiato dalla sabbia sollevata da questo vento caldo. Impossibile passare qualche settimana sull’isola senza fare i conti con questo fenomeno. Allo stesso modo, è scongiurato il pericolo di vedersi rovinata la vacanza dal brutto tempo. Nel nostro viaggio di tre settimane non abbiamo mai scorto il profilo di una nube e la gente del posto ci ha confermato che qui la pioggia cessa in primavera per riapparire in autunno inoltrato. Ma non crediate di soffrire il caldo, il clima è sempre ventilato e anche nelle giornate più torride basterà sedersi sotto il pergolato di una taverna nelle prime ore pomeridiane per godere del refrigerio dell’ombra, gustare una fresca insalata, una bevanda gelata e lasciare scorrere il tempo.
Fondamentale è sincronizzare il proprio orologio biologico con i ritmi dell’isola. Solo allora si comincerà a comprenderne la vera bellezza, il fascino e la sua grandezza. Attenzione però, Creta ha due anime: una votata al turismo di massa al nord e una più autentica, meno prevedibile e un po’ meno confortevole da girare in camper, sulla costa meridionale. Noi abbiamo preferito di gran lunga quest’ultima.

Kherete Kriti, arrivederci Creta. Arrivo a Chania

A Chania (Hanìa) gli stili architettonici moderno, Veneziano, Turco e tradizionale si fondono in un mix perfetto e suggestivo.

È mattino prestissimo quando il traghetto comincia le manovre di attracco a Chania, il capoluogo più occidentale di Creta. In realtà il porto di attracco è Soùda una località a 6 chilometri dal centro che poco offre al visitatore se non un buon numero di ristoranti e bar per chi è in attesa di imbarcarsi. Raggiungiamo la città, ma visto che è molto presto la oltrepassiamo in direzione Kastelli. A tentoni cerchiamo dalla statale un approdo al mare fino a raggiungere una pineta attrezzata affacciata su una spiaggia di ciottoli e ad un mare pulitissimo. Facciamo colazione e prendiamo confidenza con questo mare che ci sembra stupendo. Ma, scopriremo dopo, è semplicemente banale rispetto agli scenari che incontreremo nei giorni successivi.

Rethymnon
Rethymnon

Torniamo in città e dopo aver parcheggiato il camper a qualche centinaio di metri, cominciamo la passeggiata. Partiamo dal porto, costellato da ristoranti aperti a tutte le ore che si contendono i turisti mostrando invitanti menù con gigantografie di sontuosi, quanto improbabili, piatti ricchissimi di pesce. Deliziosa la passeggiata nel quartiere veneziano. In centro, volendo prolungare la sosta un po’ più a lungo, si trovano il Museo Archeologico, il Museo Navale e il Museo del Folklore, ma chiuderci in un edificio museale, anche se interessante, non è esattamente quello che vogliamo fare appena arrivati. Preferiamo calarci nelle atmosfere del Mercato Pubblico, con i suoi banchi di frutta e verdura, macellerie, un mercato del pesce. Resistiamo dal fare acquisti (a parte dell’eccellente frutta) perché l’idea è quella di nutrirci solo in ristorantini e taverne, cosa che consigliamo vivamente se non siete inguaribili nostalgici degli spaghetti al sugo. Passeggiamo velocemente lungo la via Zambeliou, per non cedere alla tentazione di entrare nelle tante botteghe che vendono prodotti artigianali e souvenir… Ci riproponiamo di tornarci verso la fine del viaggio. Nel primo pomeriggio torniamo al camper e il viaggio riprende in direzione sud. Abbiamo appuntamento con degli amici a Palohòra, prima vera tappa del nostro viaggio.

Benvenuti in paradiso

Palohora e i suoi dintorni si rivelano una vera sorpresa. Natura e cordialità.

Per arrivare alla città di Paleohòra occorre inoltrarsi nel cuore dell’isola. I due centri distano una settantina di chilometri ma mettete in conto almeno un paio d’ore per raggiungere la ridente cittadina affacciata sul Mar Libico. Infatti, dopo aver percorso la statale in direzione Kastelli per una dozzina di chilometri, inizia un viaggio all’interno dell’isola che comincia a svelarci la sua vera natura, fatta di montagne imponenti, a tratti boscose come gli Appennini, a tratti aride e brulle. La strada è di pessima qualità, ma abbiamo visto di peggio… In fondo si tratta solo di procedere con prudenza, con un occhio dedicato al panorama e uno al ciglio della carreggiata. Sul finire del viaggio un imponente cantiere stradale promette che in futuro il nord e il sud dell’isola saranno collegati da un moderno nastro d’asfalto. Buon per gli isolani: il nostro timore è che si rischi di snaturare la bellezza del paesaggio e la tranquilla vitalità di questa parte dell’isola. A Paleohòra ci dirigiamo verso il campeggio, la cui problematica principale è quello di arrivarci attraversando le strette vie del paese. Si tenga conto inoltre, che verso sera alcune di esse diventano pedonali e sbagliare strada implica imbarazzanti manovre con la partecipazione attiva di polizia locale, abitanti e membri dell’equipaggio.
Il campeggio è basic: i camper sono accolti su un piazzale sterrato ma abbastanza ombreggiato. Possono sostare cinque o sei per volta. Se non trovate posto il gestore permette di caricare l’acqua e di svuotare la cassetta e concede il pernottamento nel piazzale antistante (ma c’è una discoteca e di sera si affolla di giovani e rumorosi automobilisti). Oppure continuare verso Anidri e parcheggiate dove volete.
Paleohòra è una bella cittadina, turistica ma non affollatissima, con una bella passeggiata sul mare lungo la cui via si affacciano a decine ristoranti invitanti. Ma se volete davvero farvi una mangiata indimenticabile, lungo la strada tra il campeggio e il paese, il ristorante Vrissali è il posto giusto: cucina casalinga e orgoglio per la qualità ne fanno una tappa per buongustai. Il mare più bello in questa località è sicuramente l’Anidri Beach: dal campeggio girando a sinistra verso Anidri, continuate a seguire il mare. Un tratto è sterrato ma per nulla insidioso. L’Anidri Beach è una spiaggia stupenda curata in modo maniacale dai gestori del ristorantino bar attiguo.
Affittano ombrelloni e sdraio (posti a distanze incredibili se paragonati con gli standard italiani), l’affollamento è inesistente, la cornice sublime. Nel loro parcheggio non gradiscono che ci si fermi per la notte, ma nel parcheggio molto meno curato della spiaggia accanto, potrete trovarvi un angolino, una valida alternativa al campeggio se amate la sosta libera. Se amate lo stile spiaggione con tanto di happy hour allora dovete attraversare il Paleohòra al di là della fortezza veneziana: una lunga spiaggia di sabbia fine coronata da intriganti bar all’ombra vi aspetta. Qualche difficoltà per parcheggiare.

creta

 

Sougia: un mare, due anime

Un piccolo paese ignorato dal turismo di massa, ideale per rilassarsi.

Fatto il pieno d’acqua e vuotati i serbatoi può valer la pena percorrere una trentina di chilometri da Palehòra per raggiungere Sougia, un paese minuscolo caratterizzato da una grande spiaggia e da numerosi ristoranti affacciati sul mare. È un luogo senza pretese, un invito all’ozio e al gustarsi i tramonti sul mare. In camper, arrivati in paese, avrete due scelte. Sulla destra verso il limite della spiaggia parcheggiano le autocaravan delle famiglie perlopiù italiane. Si sosta su asfalto ma si è praticamente in spiaggia. Girando a sinistra, superando il torrente in secca, sostano i pulmini e le tende dei tedeschi, per lo più hippie e naturisti (Creta, in particolar modo il sud dell’isola, fin dagli anni sessanta è stata uno dei luoghi preferiti dai “figli dei fiori”). In mezzo alle due periferie, degli itineranti locali dove mangiare e bere a buon prezzo. Un paio di giorni sono più che sufficienti.

L’isola di Elafonissi

creta

Sicuramente uno dei luoghi marini più belli. Spiaggia bianca, a tratti rosa, acqua cristallina. Vera attrazione per gite in giornata. Ecco come fare per godersela al meglio.
“Elafonissi è un nome fortunato in Grecia. Ci sono diverse località così chiamate e sono tutte bellissime”. Ce lo ha detto il gestore del Camping Palehòra, gli abbiamo creduto ed abbiamo fatto bene. Elafonissi è una baia con attaccata un isola raggiungibile a piedi (l’acqua è bassa) o a nuoto.
Si trova nella punta sud occidentale e da Paleohòra è indicata attraverso una strada che a stento siamo riusciti a percorrere con un furgonato: tornanti sterrati e passaggi strettissimi nei paesini che si incontrano. Impossibile percorrere la strada con tutto ciò che sia più largo di due metri.
Da Paleohòra, ancora una volta con il camper pronto ad essere autosufficiente per un paio di giorni, andrete verso Kastelli quindi prenderete per Elos e troverete le indicazioni. Sono almeno due/tre ore di strada comunque percorribili senza difficoltà particolari visto che la fanno anche i bus turistici. A proposito, sarà meglio percorrerla al mattino presto, quando questi trasportano i turisti dei villaggi vacanza, in modo da non incontrarli in senso inverso. Arrivati alla spiaggia conviene cercare posto nell’ampio parcheggio verso l’angolo più a sinistra. Altrimenti ci si potrà sistemare meglio la sera. Una spiaggia da mozzare il fiato vi aspetta per tintarella e bagni indimenticabili.
Accoglie molti turisti ma lo spazio è davvero tanto. Ci sono i soliti bar e ristorantini (pochi e discreti) e servizi igienici a pagamento.
Il vostro momento sarà il tardo pomeriggio, quando se ne vanno tutti e si resterà in compagnia di qualche altro camper a godere di tanta bellezza. Non c’è paese, i ristorantini chiudono, e per mangiare vi dovrete arrangiare. Indimenticabili le stellate da ammirare sulla spiaggia e la pace che regna.
Un consiglio per intenditori è alzarsi di buon mattino e fare una lunga passeggiata sull’isola: vi sentirete dei novelli Robinson Crusoe, tra una flora incredibile con gigli che crescono sulle dune di sabbia, spiagge composte da microscopiche conchiglie e il mare stupendo. Avere maschera e pinne vi permetterà di vedere fondali scogliosi come e meglio che nei più suggestivi acquari.

Elafonissi

 

Andando verso nord

La tappa successiva è Falassarna, una grande spiaggia deliziosa e poco affollata.

Confessiamo che da questo momento in avanti, tutti i siti visitati si sono dimostrati un po’ deludenti. La nostra impressione è che della parte occidentale dell’isola, la zona sud ovest sia quella paesaggisticamente più interessante.
Da Elafonissi risaliamo in direzione nord, la strada è molto bella con scorci su scogliere alternate a passi e montagne.
L’arrivo nella valle di Falassarna è un po’ inquietante: ettari ed ettari coperti di serre fanno capire l’origine delle primizie e dei peperoni che possiamo consumare anche a gennaio, ma il risultato sul paesaggio è devastante. Ci sono diversi approdi al litorale che permettono di sostare un po’ ovunque, mentre sul finire della baia c’è un sito archeologico in fase di scavo.
Qualche albergo, qualche ristorante… ne approfittiamo per cenare e dormire e la mattina successiva, dopo un abbondante bagno di mare, salpiamo verso nord e la parte orientale dell’isola.
Percorrere la superstrada costiera ci mette un filo di tristezza: passiamo sulle strade tortuose, e scorrono i paesini dove il tempo si è fermato con gli anziani stanno seduti all’ombra a sgranare il comboloi (il rosario ortodosso) o a giocare a carte o a Domino sui tavolini delle taverne?
Paesi, spiagge, parcheggi adatti alla sosta libera che nei weekend italiani farebbero la gioia dei camperisti ci sembrano assolutamente banali, nonostante il mare offra standard di pulizia e limpidezza invidiabili.

 

Appuntamento con la storia

Andare a Creta è un’occasione per entrare in contatto con quanto resta della misteriosa civiltà Minoica.

Un consiglio prima di tutto: non partite a caccia di siti archeologici minoici senza avere approfondito un po’ della storia della società pre-ellenica. Un buon sistema è una sosta al museo archeologico di Iraklio, dove sono raccolti tutti i reperti più importanti. Si tratta di resti risalenti fino a 5.000 anni fa. Potete immaginare in questo lasso di tempo quante volte sono stati distrutti, saccheggiati, sepolti. Si tratta di una civiltà interessante in quanto sviluppata in modo autonomo da popolazioni pre-indoeuropee con fiorenti scambi commerciali con le altre civiltà del mediterraneo, che qui facevano scalo ed importavano il metallo della quale l’isola è priva. Furono i primi marinai ad affrontare il mare aperto, quando altri lambivano solo le coste, e a costruire fiorenti palazzi dove il re regnava sia come capo religioso che nella gestione dell’apparato burocratico-statale. La maggior parte delle distruzioni si pensa siano avvenute a causa di terremoti e maremoti, e delle conquiste (per primi i micenei, proprio quando la popolazione si rese debole, disgregata a causa degli eventi naturali). Una civiltà avanzata insomma, che conosceva bene la scrittura, che costruiva armi efficientissime, barche in grado di tenere il mare e palazzi giganteschi per l’epoca. Le città erano vere metropoli.
MaliaA Knosso, che è il centro archeologico più celebre, abitavano circa 70.000 abitanti e nel solo palazzo vivevano e lavoravano fino a 12.000 persone. Più della visita a Knosso ci è piaciuta quella a Màlia, dove abbiamo sostato nel secondo campeggio in questa vacanza. Dal campeggio, che ha l’accesso diretto ad una scogliera, parte una bella passeggiata lungo il mare (passando nel primo tratto anche tra cantieri di case in costruzione e qualche rifiuto) si arriva in questo grazioso paese dove passare una piacevole serata. Nel sito archeologico di Màlia, il grande palazzo del re, passeggiando sulle rovine, se ne ha il senso della grandezza. Il piccolo museo nel sito ricostruisce un bel plastico che propone una versione attendibile di come doveva essere strutturato in origine. Forse ancora più interessante è la parte coperta degli scavi, dove si vede la struttura di negozi, botteghe artigiane, case, insomma dove si svolgeva la quotidianità della gente comune. Oggi dovendo ritornare, torneremmo senz’altro solo in quest’ultimo.
Un altro sito che vogliamo visitare è di interesse naturale ma anche mitologico. Niente meno che la grotta di Dìkti dove è nato Zeus. Grazie ad una serie di cartoni ispirati alle divinità greche riusciamo a convincere anche il più piccolo dell’equipaggio e a catturare la sua curiosità. Si tratta più che altro di una bella gita in montagna, raggiungendo l’altipiano di Lassìthi a 850 metri di altitudine e i suoi mulini a vento, molto celebrati, ma se ne vedono davvero pochi. Sull’altopiano è difficile perdersi: c’è una specie di anello che gli gira intorno.
Per raggiungere la grotta di Zeus si arriva nei pressi di Psihrò, quindi si deve affrontare una bella passeggiata su per il sentiero a piedi o a dorso di mulo (a pagamento) e dunque si paga l’ingresso per scendere nella grotta. Interessante se non si ha mai vissuto un’esperienza del genere, ma chi ha visitato, per esempio, le grotte di Postumia in Slovenia, potrebbe restarne deluso.
Attenzione, per parcheggiare il camper c’è un parcheggio a pagamento caro e se non si arriva al mattino presto di solito è completo.
Tornando indietro di qualche tornante c’è un paesino con un vasto piazzale, dove si sosta anche all’ombra e nella più totale tranquillità.

Ritorno a sud

Matala
Matala

I giorni a nostra disposizione stanno per finire e decidiamo di tornare sulla costa meridionale dell’isola. Approdiamo a Matala: una piacevole sorpresa.

Tra i luoghi visitati Matala è davvero una località originale. Sorge più o meno a metà della costa meridionale e davvero si può dire che il vecchio e il nuovo qui si incontrano. E quando parliamo di vecchio non scherziamo affatto: sulla spiaggia nella parete di tufo sono scavate le abitazioni primitive dei primi abitanti dell’isola. Le stesse cavità sono poi state usate sotto la dominazione romana come necropoli e se vogliamo, negli ultimi decenni, dagli hippie che qui arrivavano numerosi e vi “campeggiavano” all’interno: non male per chi apprezza l’esoterismo! Il paese è molto carino e forte e ha ancora l’impronta freak dei turisti. Con il camper l’unica soluzione è dormire nel campeggio che si espone direttamente sulla spiaggia.
Bella la vita di giorno, la spiaggia e il mare sono ottimi, e così la serata che si passa tra ristorantini e passeggiate notturne sulla spiaggia. Se poi vi piace la vita notturna avete a disposizione una serie di pub con musica a tutto volume, dal locale con musica tradizionale a quello rock, a quello reggae con le relative comunità di avventori. Dopo Matala si torma ad Hania dove abbiamo appuntamento con il traghetto.
In conclusione tra quanto abbiamo visitato, la parte migliore resta l’angolo sud ovest dell’isola. Ma ci ripromettiamo di tornaci presto per completarne la visita.

Matala1

Da Vedere

per elos
per elos

Iraklio
È il capoluogo dell’isola. L’architettura che la caratterizza risale alla dominazione veneziana. Da visitare la cinta muraria che circonda la città, la Fontana Morosini, il Castello del XVI secolo e i resti dell’Arsenale veneziano. La città ospita il più importante Museo Archeologico sulla civiltà minoica.
Sito archeologico di Festo
Centro archeologico nella zona meridionale dell’isola .
Agios Nikolas
È un moderno e vivace centro turistico che si raccoglie attorno al lago di Voulisméni. Di origine vulcanica, il piccolo lago salato è collegato al porto da un canale sormontato da un ponte.
Górtina
Si può visitare l’acropoli e attorno gli sviluppi della città con i resti di alcuni templi, le terme e un teatro.
Hania
Antico centro di origine minoica che ha visto susseguirsi tutte le dominazioni che hanno riguardato l’isola. Numerose le influenze culturali che pervadono la città. È rimasta la moschea di Hassan Pascià e l’antico faro, la torre Firka. La zona del porto anticamente era divisa fra il quartiere mussulmano, quello ebraico e quello veneziano.
Kritsa
È un caratteristico borgo arroccato sulle pendici del monte Dikti, con case bianche, piccole vie, scalinate e splendide vedute su Ágios Nikólaos e la costa.
Malia
Centro balneare sulla costa nord-ovest, nel suo interno anche un sito archeologico della civiltà minoica con uno dei palazzi più imponenti.

Come Arrivare

L’isola di Creta è raggiungibile via mare da Atene e da Gíthio (Peloponneso sud). Dal Pireo, porto di Atene, partono con frequenza giornaliera navi di molteplici compagnie tra le quali la ANEK (www.anekitalia.com), Minoan Lines (www.minoan.gr/it/creta) e Blue Star (www.bluestarferries.com), Superfast Ferries (www.superfast.com). Queste ultime compagnie permettono il campeggio a bordo.
Dall’Italia i porti principali per la Grecia sono Venezia, Ancona, Bari, Brindisi.

Cosa mangiare

La cucina cretese non differisce troppo da quella greca se non per alcuni dettagli, come per l’uso dei formaggi cremosi di capra o il super alcolico servito per dessert: il raki, una grappa molto secca che non ha nulla a che vedere con l’ouzo a base di anice servito nel resto della Grecia. I piatti principali sono quindi la mitica insalata greca: pomodori, cetrioli, peperoni verdi, olive, cipolla e feta, condita con olio di oliva e origano. È il piatto perfetto a mezzogiorno ed è economico. I dolmàdes sono foglie di vite farcite con carne o riso. La mousakàs è un pasticcio fatto di carne trita alternata a strati di melanzane, patate e besciamella. I gemistà sono invece pomodori e/o peperoni ripieni di riso… ma lasciatevi tentare da tutto, evitando i calamari fritti, (sempre surgelati) e gli spaghetti. Il pesce merita un discorso a parte. Il pesce c’è nei ristoranti più turistici, costa caro ed è pagato a peso. È normale scegliere insieme al cameriere il pesce che si desidera e farselo pesare.
Tra le carni lo snack più celebre sono gli spiedini (souvlaki) o il giros (evitate di dire ai greci che è come il kebab turco: per loro è un offesa mortale).

Sosta Camper

Diversi i campeggi presenti sull’isola, ma non in tutte le località. Assenti, per quello che ne sappiamo, le aree attrezzate. Il campeggio libero è tollerato nella zona sud-  Ma attenzione: ufficialmente il camper non è distinto dalla caravan come in Italia, e quindi decade il discorso sulla differenza tra sosta e campeggio contemplata dal nostro Codice. In teoria, mancando il campeggio, dovreste chiedere alle autorità locali dove piazzarvi, capita che concedano alcune zone provvisorie. È anche vero che difficilmente la polizia vi multerà prima di avervi invitato ad allontanarvi. Nel qual caso, raccogliete l’invito e cambiate posto.Si viaggia come un tempo in Italia, chiedendo l’acqua a chi sta annaffiando il giardino, fermandosi a qualunque fontana. In questo senso non scordate una tanica per i travasi qualora non poteste sostare affianco alla fonte, spesso sono dislocate lungo le vie di attraversamento dei paesini dell’interno. Ovviamente abbiamo ottimizzato la gestione degli scarichi sfruttando tutte le soste in campeggio, utilizzando le poche toilette pubbliche, qualche distributore di benzina. Insomma, arrangiandoci. Non abbiamo ricordi di momenti spiacevoli, di tensione o di imbarazzo.

Informazioni

Ufficio del Turismo greco
Milano, Via Lupetta, 3 20122 – Tel. (02) 86.04.70
Roma, Via Bissolati 78/80 – 00187
Tel. (06) 47.44.249

www.ente-turismoellenico.com
www.visitgreece.gr

Articoli Correlati

3 Commenti

  1. Interessante questo articolo.
    Leggo che “…ufficialmente il camper non è distinto dalla caravan come in Italia, e quindi decade il discorso sulla differenza tra sosta e campeggio contemplata dal nostro Codice….

    Però mi risulta che in realtà esista questa distinzione.
    Leggendo su questo sito si dice chiaramente che si può sostare con il camper anche dove vi è il divieto di campeggio.

    http://it.camperistas.com/10442/grecia-sosta-libera

    Che ne pensate?