Castrum Medianum, fortezza normanna posizionata tra i castelli di Pietrapertosa e di Brindisi Montagna. Un borgo immerso nel selvaggio scenario delle Dolomiti lucane, tra natura e tradizione.
Giganti di arenaria: sono le dolomiti lucane, sentinelle da sempre di Castelmezzano, centro che per la sua bellezza e integrità è entrato a pieno titolo tra “i Borghi più belli d’Italia”. La natura intorno incute rispetto: siamo nel territorio del Parco Regionale Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane, e proprio queste entrano perfettamente in simbiosi con il centro urbano, dando l’impressione di essere immersi in uno scenario unico. Qui, 30 km da Potenza, la genuinità della gente è quasi sconcertante, dalla naturalezza del vigile che indica ai camperisti dove sostare, quasi sorpreso dall’essere stato interpellato, all’agriturismo che, contattato telefonicamente per prenotare, anticipa alla cornetta un menù da banchetto nuziale a prezzi commoventi. In paese si arriva attraversando la sua porta naturale: una galleria scavata nella roccia e poco dopo si è già nella piazza, dalla cui vista si ha già chiara l’idea di essere in un posto magico, nel quale addestrandosi tra i vicoli è possibile raggiungere i sentieri che portano nelle Murge. Una suggestiva scaletta scavata nella roccia conduce ad un posto di vedetta, ai ruderi della cinta muraria e dell’antico castello di Castrum Medianum. Altri sentieri portano a Pietrapertosa attraversando un ponte in pietra ad arcata unica di epoca preromana e ai resti di antichi mulini con coperture in lastre di pietra “chiang” presso il torrente Caperrino.
Leggi Anche: Affascinante Lucania, un viaggio all’estremità della nostra penisola

I primi reperti ritrovati in zona risalgono al V secolo aC e confermano la penetrazione dei Greci nella valle del Basento. Dalle rive dello Ionio alcune famiglie di coloni si spinsero verso l’interno; l’antico abitato era chiamato Maudoro, cioè “mondo d’oro”. Intorno al 900, le scorrerie dei Saraceni nelle zone interne costringono la popolazione di Maudoro a cercare un posto più sicuro. Sarebbe stato il pastore Paolino a scoprire, addentrandosi verso est, una naturale fortezza costituita da guglie di rocce a strapiombo, dalle cui cime si potevano respingere gli invasori facendo rotolare grandi massi di pietra. La prima roccaforte fu longobarda, poi, verso il Mille, subentrarono i Normanni a difenderla dai Saraceni già insediati nella vicina Pietrapertosa. Intorno al Mille i Normanni vi costruiscono un castello. Del fortilizio sono ancora visibili i resti delle mura e la gradinata scavata nella roccia che consentiva l’accesso al punto di vedetta più alto, da cui si domina l’intera valle del Basento.

Con l’occupazione normanna il borgo vive un periodo di prosperità: il feudo viene concesso ai fedeli dell’Imperatore e cresce il potere delle comunità religiose. Con gli Angioini comincia la decadenza. Fino al 1580, quando viene nominato barone Giovanni Antonio De Leonardis, che permise un miglioramento delle condizioni sociali della popolazione, che un censimento dell’epoca stima in 91 famiglie. Nel 1686, il feudo, tenuto fino a questa data dai De Leonardis, passa per via nuziale ai De Lerma, ai quali rimane fino all’estinzione del potere feudale, nel 1805. A metà dell’Ottocento i nascondigli offerti dalle rocce attirano le bande dei briganti, fenomeno che in quell’epoca vide una grande espansione tra le fasce di popolazione che “non avevano nulla da perdere” e che anticipò un altro fenomeno che svuotò le campagne meridionali: l’immigrazione verso le Americhe il cui fascino coinvolse anche gli abitanti di Castelmezzano. Oggi il turismo intelligente sta restituendo giustizia al fascino di questa località.
Tra le attrattive, “Il Volo dell’angelo” cioè la possibilità di volare sospesi ad oltre 1.000 metri d’altezza, saldamente imbragati a solidi cavi d’acciaio e il Percorso delle Sette Pietre, un antico tratturo contadino che unisce Castelmezzano e Pietrapertosa. Si tratta di un viaggio nella fantasia e nella tradizione, composto da sette tappe, per una durata totale di 90 minuti, che recupera una storia tratta dal testo “Vito ballava con le streghe” del giornalista lucano Mimmo Sammartino e traduce in forme visive, sonore ed evocative i temi e le immagini della narrazione. Ogni tappa è costituita da uno spazio allestito e propone una parola chiave che restituisce il senso del racconto: destini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio. Nella tappa centrale, quella dedicata alle “streghe”, il visitatore apprende l’intera storia, attraverso elementi di suggestione scenografica e sonora.
A tavola, oltre ai pregiatissimi salumi e latticini, prevalgono i primi piatti: strascinati ai ravioli, lasagne e maccheroni caserecci, conditi con ragù di carne o con sughi vegetariani e spolverati con ricotta salata o pecorino piccante, che qui sostituiscono il grana. Nel bicchiere dell’Aglianico del Vulture.
Leggi anche: Sorprendente Venosa
DOVE MANGIARE
• Ristorante Al Becco della Civetta La Locanda di Castromediano, Vico Primo Maglietta 7
Telefono: 0971 986249
• Agriturismo Il Molino della Contessa, in contrada Fiumara. Per arrivare: uscita Albano di Lucania della basentana, direzione Laurenzana; a 100 metri dopo il ponte sul fiume Camastra (1 min. circa). Parcheggio ampio per i camper. www.molinodellacontessa.com
• Agriturismo La Grotta dell’Eremita, contrada Calcescia: uscita Albano verso Castelmezzano per 5 chilometri. Parcheggio per i camper. Pasto completo 20 euro, telefonare per prenotare. www.grottadelleremita.com
SOSTA CAMPER
Non ci sono grossi problemi per la sosta. Punti utili lungo la via provinciale all’entrata del paese. Gruppi più consistenti possono trovare ospitalità in Piazza Santa Maria e da lì scendere in paese (300 metri). In questo caso, in caso di pernottamento è gradita la comunicazione alla polizia locale.
Area Sosta Camper Venusia – Venosa
EVENTI
Il Volo dell’Angelo – si svolge durante l’estate. Legati da un’apposita imbracatura ed agganciati ad un cavo d’acciaio, si parte sospesi in aria da Castelmezzano per arrivare a Pietrapertosa (o viceversa) ad una velocità di circa 120 km/h. Si ha così la possibilità di osservare il suggestivo panorama delle Dolomiti lucane ad un’altezza di circa 400 metri. Arrivati ai due borghi, si ha l’occasione di girare tra le abitazioni, di fare escursioni storico-naturalistiche, di degustare i prodotti locali e di godersi al meglio il panorama.
Festa del maggio – Il 12 e 13 settembre, durante la festa di Sant’Antonio, si svolge la “Festa del maggio” o “Sposalizio degli alberi”. Clou dell’evento è il trasporto di un lungo tronco di cerro, scelto e tagliato con gli strumenti tradizionali dei boscaioli, tramite coppie di buoi fino al paese. Giunti a destinazione, il tronco viene innalzato dopo aver “sposato” “la cima”, un agrifoglio anch’esso trasportato in paese in spalla da giovani. Il maggio è così pronto per essere scalato dai giovani del paese.
INFORMAZIONI
