Viaggio nel tempo al Castello di Vigoleno. Sui colli piacentini si fa un tuffo nel passato in un borgo ben conservato e si gode di una vista privilegiata sul territorio
Il Borgo, un viaggio nel Medioevo
Nella zona dei castelli piacentini, tra dolci colline e distese di vigne, si nasconde un borgo medievale di grande bellezza. Vigoleno – certificato tra i Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club – si impone sugli altri paesi del territorio per l’eleganza delle sue forme e per l’integrità dell’intero impianto difensivo. Osservarlo ci permette di compiere un viaggio in un tempo lontano, dato che il borgo si è conservato intatto fino ai giorni nostri ed è un esempio perfetto della logica abitativa in uso nel Medioevo.
Il centro è racchiuso da imponenti mura merlate, percorse in parte da un panoramico camminamento di ronda, su cui spicca la mole del castello, che si scorge già dai dintorni. Spostandoci a est della piazza centrale – che ospita una fontana del Cinquecento -, possiamo trovare la Chiesa di San Giorgio, in puro stile romanico del XII secolo e l’Oratorio della Beata Vergine delle Grazie, un edificio seicentesco in arenaria. Il vero e indiscusso protagonista è però il castello, con il suo mastio che, dai suoi quattro piani, domina le campagne piacentine.





Il Castello, da baluardo difensivo a salotto culturale
La fondazione del castello risale al X secolo, epoca in cui la sua funzione era di avamposto difensivo del comune di Piacenza, in posizione strategica sulla strada per Parma. Nel corso dei secoli la struttura venne più volte distrutta e ricostruita e il suo possesso passò per diverse mani. Un nome in particolare però è legato a doppio filo con la storia di Vigoleno e del castello: l’edificio appartenne quasi ininterrottamente a una sola famiglia, gli Scotti.
Proprietari del castello dalla fine del ‘300 agli inizi del ‘900, nel 1622 gli Scotti vennero elevati al grado di marchesi, un gradino molto in alto dell’aristocrazia, e fecero del castello la sede letteraria e culturale più all’avanguardia del Ducato. La proprietà fu venduta ai primi del ‘900 e tra gli anni ’20 e ’30 di quel secolo si compì la definitiva trasformazione del castello da baluardo difensivo a straordinario salotto culturale. Il merito si deve alla Duchessa Maria Ruspoli de Gramont, che dopo averne restaurato gli ambienti, ospitò all’interno delle mura personaggi di spicco della cultura e dell’alta società del Novecento, come Gabriele D’Annunzio, Max Ernst e tanti altri. In linea con questa trasformazione, al piano nobile si trova un piccolo teatro a dodici posti, affrescato dal famoso pittore Alexandre Jacovleff con decorazioni di gusto orientale, rappresentanti personaggi danzanti, animali e figure esotiche dal significato simbolico.
Il Mastio, la torre di difesa
Sulle imponenti mura merlate si erge un imponente torrione di pianta quadrangolare con feritoie, beccatelli e merli ghibellini. Il mastio è collegato alla torre meridionale e al castello dal camminamento di ronda e costituiva in passato l’estrema difesa della fortificazione del borgo. Questa torre si sviluppa su quattro piani: all’ingresso, dopo un angusto spazio per i prigionieri, con le catene ancora attaccate ai muri, si trova oggi l’ufficio informazioni, la parte meglio conservata del castello, con l’antico pavimento e la stretta porta d’accesso.
Al primo piano è visitabile la sala delle armi. Oltre a pannelli informativi sull’architettura militare e ad alcuni reperti archeologici vi sono esposte armature e alabarde. Non è la dotazione originaria del castello, andata perduta nel corso dei secoli, ma si tratta di riproduzioni e donazioni. Dal primo piano si può percorrere il camminamento e raggiungere la torre meridionale, dove è possibile ammirare una stanza adibita a salottino al tempo della principessa Ruspoli Gramont, con uno splendido soffitto decorato.
Tornando al mastio e salendo le strette scale, si arriva fino al secondo piano, dove sono esposte riproduzioni fotografiche di mappe del XVI-XVII secolo di Vigoleno e della valle dell’Arda, e alcuni strumenti di tortura medievali. Al terzo piano due vetrine ospitano alcuni fossili dal Parco dello Stirone e le riproduzioni di abiti d’epoca. Salendo gli ultimi ripidi gradini si sbuca sul tetto del Mastio. Da qui si può osservare una straordinaria vista sulle colline circostanti che dominano il Parco fluviale dello Stirone e si coglie in un colpo d’occhio l’eccezionale integrità del borgo.
Museo gli Orsanti
All’ingresso del borgo di Vigoleno, nell’antica casa Tanzi, è collocato un museo singolare, unico in Europa, che raccoglie le testimonianze della vita degli Orsanti, un gruppo di emigranti composto da artisti, musicanti e ammaestratori di animali che portarono i propri spettacoli nelle vie e nelle piazze del mondo. Il museo ospita pezzi unici di antichi strumenti musicali, oggetti legati ai famosi spettacoli con gli orsi e le scimmie, piccoli teatri con burattini e foto dell’epoca (museogliorsanti.it).
Qualche curiosità…
Le radici di Vigoleno affondano fino all’epoca romana e infatti il nome del borgo deriva dall’espressione latina Victus Lyaeci, letteralmente luogo consacrato a Bacco per la squisitezza dei vini, aspetto che dimostra il forte legame con il territorio circostante.
Il castello, nei primi anni ’80, fu teatro di parte delle riprese del famoso film Ladyhawke, con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer.
Info
È possibile prenotare una visita guidata al castello oppure visitare liberamente la parte del mastio e del camminamento. Prenotazioni e biglietti in loco oppure castellodivigoleno.com, visitvigoleno.it
Sosta
Area Attrezzata Parcheggio Vigoleno – Rio delle noci, N 44.81773 E 9.900 60