Un viaggio tra i sapori, i borghi e i bei castelli del Canavese, una regione del Piemonte che da Torino porta verso la Valle d’Aosta. Un’altra perla dell’Italia meno frequentata dal turismo di massa, perfettamente a portata di camper.
Il Canavese è la zona compresa tra Torino e la Valle d’Aosta. Chissà quante volte percorrendo l’A5 abbiamo visto i suoi castelli e magari abbiamo pensato: prima o poi mi ci voglio fermare. Perfino l’autostrada che l’attraversa ha un suo fascino. Straordinariamente panoramica nei giorni di sole con la città alle spalle mentre in direzione nord, ci accoglie in un abbraccio di benvenuto dalle Alpi del Parco del Gran Paradiso Piemontese a sinistra e dalla Serra Morena a destra, con la sua linea perfettamente orizzontale, li a sottolineare la posizione della città di Ivrea.
Il Canavese: castelli e vigneti
Agliè
Un borgo goloso.
Dalla A5 usciremo all’uscita di Scarmagno e da qui in una manciata di chilometri arriviamo ad Aglié. Parcheggiare il camper non è un problema, si può approfittare di uno dei numerosi parcheggi ai piedi del borgo e da li ci addentriamo tra le sue vie con i caratteristici portici che trasudano storia. Il paese nasce come tanti borghi sorti intorno all’anno Mille: un castello centro di attività economiche oltre che strategiche e difensive e un contado che si insedia intorno alle mura. Da questo nucleo si è sviluppato il borgo con le alterne vicende di fortune e decadenza che accomuna la maggior parte dei centri abitati con origini antiche. Nel 1386 una violenta ribellione del popolo contro i notabili, soffocata nel sangue da Amedeo VII di Savoia, poi i saccheggi da parte delle truppe di passaggio, la smilitarizzazione con la fine dell’epoca comunale e gli allargamenti nel XVIII secolo fino a diventare una delle residenze estive dei Savoia. Oggi il castello di Aglié si presenta con una facciata monumentale con due rampe di accesso e con un ampio giardino con fontana. Lo sfarzo è quello dei grandi casati: 300 stanze, per la maggior parte arredate con mobili d’epoca e tutto intorno giardini all’inglese e all’italiana, allestiti a seconda delle mode del momento per stupire gli ospiti ed essere all’altezza delle maggiori case regnanti europee. Oggi il visitatore può gustare un grande parco ricco di fiori rari ed alberi secolari e impreziosito da una fontana monumentale. Una ragione in più per visitare il castello è che è stato il set dello sceneggiato “Elisa di Rivombrosa”. Prima di lasciare il paese entriamo in pasticceria dove facciamo scorta dei celebri “Torcetti di Aglié” che non potranno certo mancare tra i nostri souvenir golosi. Il problema, semmai, è riuscire a riportarli a casa senza sgranocchiarli tutti durante il viaggio.
Il sentiero enologico
Breve tour tra cantine a gustar il buon vino del Canavese.
Da Agliè proseguiamo per san Giorgio e San Giusto in Canavese, attraversiamo l’autostrada e raggiungiamo Caluso, comune rinomato soprattutto per le sue delizie enologiche, quali l’Erbaluce di Caluso e il Passito di Caluso dei quali vorremmo fare un assaggio e, perché no, un po’ di scorta. L’ Erbaluce di Caluso è un vino DOC la cui produzione, consentita nelle province di Torino, Biella, e Vercelli, si svolge particolarmente sulle colline intorno a Caluso, centro del Canavese in Provincia di Torino. Caluso è sede dell’Enoteca Regionale del Piemonte dove è interessante far tappa per approfondire la conoscenza di questo vino con ottime degustazioni e fare scorte e per quando, a casa con gli amici, davanti a un buon calice di passito, racconterete le gioie dei luoghi visitati. Caricato il camper del nettare di Bacco, ci spostiamo verso una nuova tappa dalla rilevante importanza storica il Castello di Masino posto in posizione panoramica e tra quelli che, vedendolo dall’autostrada, ci eravamo posti di visitare. Attenzione: il parcheggio in prossimità del castello può risultare difficoltoso in camper: meglio fermarsi all’inizio del paese e fare quattro passi.
Il Castello di Masino
Il Castello di Masino, a Caravino, fu la residenza principale dei conti Valperga, un solido casato elevato al rango delle principali dinastie regnanti europee, grazie alla presunta discendenza dal primo Re d’Italia Arduino, che qui riposa nella Cappella.
Sino al Rinascimento era difeso da alte mura e imponenti torri di guardia che vennero abbattute per far posto agli splendidi giardini di fattezze romantiche e tipiche dell’Italia aristocratica. L’intero edificio è letteralmente ricoperto da affreschi, mobili di raffinatissima fattura che narrano la storia piemontese ed italiana e sede d’un museo di carrozze settecentesche davvero straordinario. Attualmente il castello è gestito dal Fondo per l’Ambiente Italiano ed è inserito nel circuito dei castelli del Canavese. Ci sono momenti migliori di altri per visitare questo castello del Canavese: in primavera con “Tre giorni per il giardino” durante i quali gli appassionati del verde potranno godere delle straordinarie novità e preziose collezioni floreali. In Ottobre “Due giorni per l’autunno” sempre per gli appassionati di giardini con la presenza di oltre 100 tra i migliori vivaisti italiani e stranieri che presentano tutto il meglio per i giardini d’inverno. Dopo il tour attraverso le storiche stanze del Castello ci consentiamo una sosta golosa per assaporare nel vicino “Ristoro del Castello” una nobilitante “Merenda reale” a base di una magnifica cioccolata calda e svariate paste al cioccolato, savoiardi, torcetti per concludere con un passito di Caluso. Il blasone impone la prenotazione per assicurarsi questo genere di conforto. Leccandoci i baffi e con un segreto inconfessabile nei confronti del dietista lasciamo il castello. La salutare passeggiata per recuperare il camper non è comunque sufficiente a far tornare i conti in pari con la nostra coscienza.
Ivrea
La città che cambiò l’Italia con una macchina da scrivere.
Prossima tappa Ivrea, posta al centro di una conca delimitata da una singolare cresta morenica rettilinea lunga 25 km (denominata La Serra). Ivrea ha alcune cose interessanti da vedere. È una città di origine romana, Eporedia, si chiamava così 2.000 anni fa ed era collocata nella Gallia Transpadana. Di quel tempo sono sopravvissute le rovine dell’anfiteatro sulla via per Vercelli. Altri reperti dell’epoca sono visibili presso il Museo Civico Garda. Risalente al Mille è invece la Torre Santo Stefano un bel campanile romanico, mentre successivi sono il Castello e il Palazzo della Credenza. Ivrea era posta lungo la via Francigena frequentatissima nel medioevo dai pellegrini che scendevano verso Roma. Più tardi furono invece costruiti il Castello (1338) ed il Palazzo della Credenza, antica sede del consiglio del comune. Il Castello dalle tre torri è il simbolo della città. In origine aveva quattro torri ma nel 1676 un fulmine colpì la torre nella quale veniva anche conservata la polvere da sparo… Da allora si chiama il castello delle tre torri. L’altro simbolo cittadino, il Duomo, ha due campanili risale al Mille ma ricostruito su una chiesa del IV Secolo a sua volta edificata su un tempio pagano. La facciata è invece in stile neoclassico. All’interno, tra le altre cose, un sarcofago romano che la tradizione vuole abbia contenuto le spoglie di San Besso, patrono della città.
Ivrea fu per tutto il Novecento legata al nome Olivetti. Oggi il lascito di questa industria che fu così importante per lo sviluppo della città e di tutto il Paese è il Museo all’aperto di architettura moderna (MAAM). È un percorso che si snoda lungo la via Guglielmo Jervis, per accompagnarvi a vedere gli edifici più significativi la cui costruzione venne affidata dal Gruppo Olivetti ad architetti prestigiosi. Torniamo verso Torino ma facciamo una sosta presso, un altro castello. Il castello è la Fortezza di Verrua Savoia, una castello che era composta da tre parti distinte, il castrum (la Rocca) posto nella parte più alta a dominare il territorio, il castrum planum, la zona abitativa dove sorgevano la pieve ed il cimitero, e più in basso seguiva il borgo vero e proprio. Purtroppo, però, a differenza di tanti castelli “smilitarizzati” per essere adibiti a residenza nobiliare, questo subì l’ultimo assedio da parte degli spagnoli tra il 1705 e 1705. Quando i soldati nella Fortezza decisero di arrendersi fecero saltare le fortificazioni basse ad eccezione della rocca in cui si ritirarono.
E’ questa l’unica parte della Fortezza che oggi possiamo visitare sopratutto per ammirare nelle giornate di sole la vista sul Po e sulla Dora Baltea. Non resta che suggerirvi un’appuntamento con il gusto di questa parte del Piemonte: è il “Disnè”, un pranzo durante il quale avrete l’occasione di scoprire la tradizione culinaria del luogo come, capunet (involtini di carne nella foglia di cavolo) cipolle ripiene alla canavesana (con amaretti) agnolotti, fagioli con le cotiche, zuppa pane e cavoli, tabarin, bunet, torta di nocciole e quant’altro possa offrirvi la tradizione, accompagnati dai sublimi vini locali.
INFORMAZIONI
Agliè, Castello Ducale, aperto da giovedì a domenica 8,30-19,30. Il parco, percorribile anche in bicicletta, può essere visitato negli stessi orari, indipendentemente dall’ingresso al Castello, è chiuso nel periodo invernale.
Castello di Masino
Orario apertura.
SOSTA CAMPER
• Agliè: possibilità di sosta nel parcheggio Olivetti e nel parcheggio di Palazzo Ducale.
• Ivrea: Area Attrezzata in via Dora Baltea 3, angolo Piazzale della Croce.
Area sosta Agriturismo Tenuta Roletto