Quello dell’autosufficienza è un vero cruccio per i camperisti che amano sostare a lungo in aree prive di servizi. Problema che, invece, non si pone a chi fa spostamenti frequenti o si appoggia a strutture attrezzate come i campeggi.
ACQUA
L’acqua è uno degli elementi fondamentali per la vita a bordo. Un serbatoio da 100 litri, infatti, non permette una grande autonomia ad un nucleo di quattro persone, anche se si è parsimoniosi nei consumi e si utilizza l’acqua in bottiglia per bere. Lavarsi e lavare i piatti, infatti, comporta un consistente prosciugamento della riserva. Inoltre, la presenza sempre più diffusa del box doccia a bordo, crea una sorta di illusione verso riserve d’acqua illimitate come a casa. Così non è. Alcuni camperisti, quando lo spazio lo consente, fanno installare un secondo serbatoio che raddoppia le riserve, quindi l’autonomia. Questo, quando è pieno, pesa un quintale circa e, da solo, rischia di mandare fuori peso il vostro camper. Inoltre, probabilmente, sarete costretti a scaricare le acque grigie in modo selvaggio, operazione vietata e dannosa sia per l’ambiente sia per l’immagine del camperista. Lo scarico indiscriminato di acque reflue è stata più volte causa di misure restrittive adottate dal governo di un territorio verso i camperisti in genere.
ELETTRICITA’
L’elettricità è il secondo elemento che limita la sosta del camperista. Una batteria di 100 ampere consente di far funzionare le luci (se a basso consumo) e la pompa a lungo. Ma molti camperisti hanno a bordo altri utilizzatori avidi di corrente elettrica come televisori, antenne satellitari, ventilatori e, in inverno, la caldaia e l’impianto di termoventilazione dell’aria calda. Per aumentare l’autonomia energetica si possono seguire diverse strade. La più semplice è appoggiarsi ad una struttura che fornisca elettricità di rete. Con il cavo e un paio di euro al giorno avremo la batteria sempre carica e anche disponibilità di corrente a 220 Volt. Un’altra ipotesi per avere più disponibilità è montare una seconda batteria di sevizio, abbinata ad uno sdoppiatore che alterni la carica da una batteria all’altra e, meglio ancora, ad un caricatore switching che in viaggio ottimizzi la corrente di carica in arrivo dall’alternatore. In questo modo la carica delle batterie sarà relativamente veloce e gli accumulatori dureranno più a lungo. Noi abbiamo provato con successo sia i dispositivi della NCA, sia quelli della Helios Tecnology.
Una soluzione pulita è l’installazione sul tetto di un pannello fotovoltaico ben dimensionato che, almeno in estate con il cielo sereno, riesca a reintegrare l’energia elettrica sottratta dagli utilizzatori. Il limite di questo sistema è la stagionalità: in inverno, quando aumentano i consumi di elettricità (più utilizzo della luce e del riscaldamento), diminuiscono le ore di luce e il cielo è spesso coperto dalle nuvole le quali filtrano la radiazione luminosa.
Una terza soluzione è il moderno generatore a cella combustibile come l’Efoy, alimentato a metanolo. È disponibile con modelli per diverse potenze. Può ripristinare la carica della batteria anche in presenza di consumi elevati. Per il funzionamento ottimale il sistema si abbina a una sola batteria, ed è compatibile con altri sistemi di carica come il fotovoltaico. Il generatore a motore è la scelta più drastica ma anche quella obbligata per chi adotta accessori grandi consumatori di energia elettrica come i condizionatori. Sono di diversi tipi, collocabili sotto al pianale del mezzo. I più piccoli sono a due tempi e alimentati a GPL e permettono di mantenere in carica la batteria (Gasperini). I modelli a benzina, alla medesima funzione, uniscono la possibilità di avere carichi anche di 2 kw, in grado, quindi, di far funzionare il condizionatore per la cellula. Modelli ancora più potenti con motore diesel diesel sono utilizzati sui grandi camper o su mezzi da spedizione. Tra le controindicazioni dei generatori c’è la rumorosità che, per quanto contenuta, può dar fastidio ai “vicini di casa”.